Prologo

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Non sono mai stata una ragazza a cui importava particolarmente della vita amorosa, certo in 17 anni ho avuto anche io le mie storie più o meno importanti ma non ho mai sentito la necessità di avere sempre accanto una persona, ho sempre ritenuto una stronzata tutte le cose che leggevo riguardanti l'amore, il sentire la mancanza del tuo lui sempre il volerlo sempre vicino e tutte queste cose qui. 

Per me l'amore era sempre stato altro, come se poi io ne sapessi tanto dell'amore, l'unica storia importante che io abbia mai avuto è durata circa un anno e mezzo e diciamo che ne periodo finale era tutta abitudine e non sentimento, ma non siamo qui per parlare di questo. Prima pensavo che l'amore come lo descrivevano gli altri fosse una cavolata, una balla inventata per fare credere agli altri che la loro vita fosse una favola, che avessero la storia d'amore migliore di tutti tipo quella che leggi nei libri e a cui puntualmente non si crede mai di poter avere, ecco io ero così: una pessimista cronica per quanto riguarda l'amore e sopratutto una che il sentimento di eros profondo non lo aveva neanche minimamente sfiorato, ma si sa le cose nella vita cambiano anche se non mi sarei mai aspettata di trovare l'amore in quella persona: quella che conosci da una vita e che sarebbe l'ultima che ti potrebbe venire in mente quando si parla di amore ma così è stato.

Si sa, la maggior parte delle storie adolescenziali parla della classica brava ragazza, quella della porta accanto che si innamora perdutamente del bad boy della situazione e lei lo cambia, o comunque storie simili, ma questo non era assolutamente il mio caso, io sono quella stronza del gruppo, quella a cui non frega molto delle persone in generale e da un po mi era stato attaccato l'aggettivo troia, il perché? Semplice, ero ad una festa e della gente mi ha visto andare a casa con uno e per questo ormai molta gente mi definisce così, anche se a me poco importa visto che la mia coscienza era abbastanza apposto, io sono una che pensa che non sono solo gli uomini possono fare ciò che vogliono, anche se io vado a casa con uno saranno cazzi miei e non ho bisogno della approvazione delle persone, ma certa gente queste cose non se le vuole mettere in testa e preferisce chiamare zoccola una che vuole semplicemente fare quello che vuole. Insomma la mia vita era abbastanza semplice, la classica vita di una ragazza che fa ciò che sente e se ne frega del giudizio delle altre persone, anche perché se dovessi davvero preoccuparmi di ciò che ogni singola persona potrebbe pensare su di me non vivrei e non mi va molto bene. 

La mia  famiglia era una famiglia abbastanza nella norma, più o meno; i miei non stavano spesso a casa perché mio padre è un pilota e mia madre una hostess, infatti si sono conosciuti se un aereo, quando ero bambina questa cosa mi pesava molto ma adesso diciamo che ci passo abbastanza sopra, avere casa libera ha spesso i suoi vantaggi e questa cosa mi ha reso abbastanza indipendente già da molto tempo e penso che non appena finito il liceo non avrò problemi ad andare via di casa, visto che vorrei trasferirmi a Roma per fare l'università. 

In poche parole la mia vita non è una di quelle favole che si leggono nei libri, ho una vita abbastanza normale: una famiglia e delle amicizie abbastanza solide che ho maturato negli anni, certo alcune amicizie le ho perse e la cosa non mi da proprio quel fastidio, se è dovuta finire vuole dire che il legame che avevamo non era poi così solido. 

Insomma la mia è una vita abbastanza normale ma la cosa anormale è il come ho incontrato l'amore, di come mi sono accorta che lui era il mio lui. 




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