Capitolo 3

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Due settimane dopo

Sono felicissima! Non vedo l'ora di poter uscire da questo posto e finalmente iniziare la mia nuova vita!

In queste due settimane ho praticamente imparato a camminare per la seconda volta.

Ho passato tutto il tempo a fare fisioterapia per riallenare i muscoli, dopo esser rimasti inattivi per tre anni.

I medici hanno detto che è stato un miracolo, tutto.

Dal mio risveglio alla mia veloce guarigione. Certo, ora non riesco a muovere tutti gli arti in modo perfetto, ma già camminare solo con le stampelle e senza sedia a rotelle è un passo.

Oggi pomeriggio potrò fare le valige e ritornare nella mia casa. Sarà cambiata? Non lo so, ma sicuramente non sarà la stessa, con una persona in meno.

In queste due settimane ho riflettuto molto. Tre anni sono tanti e tocca a me ora andare avanti, con i miei piedi. Non posso più contare solo e soltanto sui miei genitori, ho sedici anni.

Sì, il fatto di avere sedici anni me lo sono ripetuto tantissime volte, non ci credo ancora!

Ora che tornerò a vivere normalmente dovrò risolvere un sacco di cose: innanzitutto voglio capire che fine ha fatto Alyssa, due settimane e nemmeno una chiamata. Sono senza parole. Poi vorrei capire cosa fare con la scuola: ho perso tre anni, quindi credo che dovrò fare tipo una scuola privata, ma non ne sono sicura. Mio padre me lo ha spiegato ma non ho capito.

Entra nella stanza e sobbalzo, ero persa fra i miei pensieri.

<<Eccoti il pranzo! Ho incontrato l'infermiera qui fuori che te lo stava portando.>>

<<Grazie Daddy.>>

Non sembra per niente invitante, come gli altri giorni del resto.

Zuppa di verdure non identificabili e due fette di pane. Probabilmente mangerò solo quello.

Sfioro il piatto e mi ustiono quasi la mano.

È possibile che cucinino questi pasti anche se siamo a giugno?!

Mangio le fette di pane ma non sono sazia. Ora ho più fame di prima.

<<Daddy, visto che mi vuoi tanto bene...>>

Alzo lo sguardo e continuo: <<... mi potresti andare a prendere qualcosa ai distributori?>>

Gli faccio gli occhi dolci e lui cede. È il suo debole.

Annuisce e si alza dalla sedia su cui si era accomodato.

Esce mormorando: <<Denise, resterà sempre la stessa!>>

Già, posso scommettere che il mio amore per il cibo non finirà mai. Siamo sposati.

Sono tanto felice di ritornare a vivere, quanto triste. Vuol dire entrare a far parte di un mondo che non è mio. Lo era.

Sento un tic toc dalla porta e subito dopo il viso di Simon spuntare da essa.

<<Ei! Mi sei mancato! Finalmente ti sei fatto vivo.>> Gli dico, scherzando e accennando un piccolo sorriso.

<<Non sono mica io quella che quando è arrivato il suo migliore amico non l'ha minimamente calcolato e ha preferito stare col padre.>> Mette il broncio e poi entrambi scoppiamo a ridere.

Si fa spazio fra le mie braccia e io fra le sue. Gli voglio un mondo di bene.

In quel momento entra mio padre, e l'abbraccio, di cui avevo tanto sentito il bisogno, si spezza.

In compenso però ha portato cibo per un esercito, ma in meno di mezz'ora io, lui e Simon lo finiamo.

<<Finalmente posso uscire da questa gabbia!>> dico, chiudendo la valigia.

Prendo gli shorts neri e un top bianco che mio padre mi aveva portato da casa. Poi indosso le Vans.

Mi avvicino allo specchio del bagno. Ho raccolto i capelli in uno chignon, reso disordinato dai ciuffi castani con riflessi biondi che fuoriescono.

Mi avvicino alla porta ed esco, seguita da mio padre e da Simon.

Mi sento libera, finalmente! Anche se non sono sicura che tutto quello che troverò là fuori sarà positivo.

Scaccio i brutti pensieri che si fanno spazio nella mia mente e continuo a camminare impaziente lungo il corridoio che mi separa dal resto del mondo.

Non appena uscita, ci dirigiamo verso l'auto di mio padre e partiamo.

Io mi siedo dietro con Simon, non voglio lasciarlo solo.

<<Oggi mi tocca fare l'autista.>> Mormora mio padre, con un sorriso sul volto. Chissà come dev'esser stato per lui vivere senza la moglie e la figlia. Lui sì che è stato forte.

Mi avvicino a Simon e gli stampo un bacio sulla guancia. Lui sorride e dice: <<Mi sei mancata troppo. Non farlo mai più.>>

L'ospedale è vicino casa, infatti ci mettiamo solo 10 minuti per arrivare.

Scendiamo e mio padre apre la porta.

Varco la soglia e improvvisamente tutte le luci si accendono.

<<SORPRESA!>>

Ciao lettori!

Che ne pensate di questo capitolo?

Al prossimo!

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 02, 2019 ⏰

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