L'ANELLO DEBOLE

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"Preso!" esclamò Simon-dice con tono canzonatorio, una smorfia di vittoria a piegargli le labbra.
Gabriel Agreste si lasciò andare ad un lamento arrabbiato. Aveva previsto il fatto di essere soggiogato dal potere delle carte, aveva messo in conto tutti i rischi di quel piano. Ciò che però non aveva potuto prevedere era quella morsa ferrea fatta di sudice mani altrui che gli stringevano le braccia. Stupidi plebei, appena conquistati i Miraculous si sarebbe vendicato su ciascuno di loro.
O meglio, prima avrebbe fatto lavare, sterilizzare, stirare e inamidare la sua giacca color crema, poi avrebbe pensato alla vendetta.
Questione di priorità.
"Simon dice che sei... il mio schiavetto personale!" cantilenò con gioia il giovane akumizzato, lanciando una carta magica verso di lui.
Gabriel gli lanciò un'ultima occhiata sprezzante ma presto sentì la mente annebbiarsi. Non ricordava più nulla di sé, non riusciva a pensare a nulla. L'unica cosa che aveva ben chiara in testa è che lui apparteneva al Padron Simon-dice e che avrebbe fatto tutto ciò che il suo padrone gli avrebbe comandato di fare.

"Beh, fantastico!" commentò Chat Noir, irrompendo nello studio del signor Agreste da una finestra aperta. Lo studio era deserto ed era stato messo a soqquadro: lo scenario perfetto di un campo di battaglia. Uno scontro che però avevano evidentemente perso.
Ladybug gli lanciò uno sguardo preoccupato: avevano fallito. Per colpa loro il papà del suo adorato Adrien era stato rapito. E non appena il ragazzo lo avrebbe scoperto le possibilità di un futuro assieme si sarebbero polverizzate: addio al bel matrimonio, alla casa con giardino e al criceto. Il suo amato l'avrebbe odiata per sempre e...
Un momento.
Adrien!
Lo aveva lasciato sotto la doccia in balia dei cattivi! Ma che razza di supereroina era?
"Adrien! Ho lasciato Adrien nel bagno!" esclamò terrorizzata, girandosi verso la porta per precipitarsi al piano superiore.
"ASPETTA!" la fermò Chat Noir con un attimo di panico nella voce. Evidentemente la responsabilità di aver perso una persona così importante come Gabriel Agreste aveva allarmato pure lui.
"Ho salvato io Adrien" annunciò grattandosi la testa "Lo ho portato fuori così sarà al sicuro."
Ladybug però non era del tutto rincuorata da quelle parole. Si spalmò i palmi delle mani sulle guance e con tono preoccupato iniziò a pensare ad alta voce: "Poverino, chissà che paura ha avuto. E ora sarà anche in agitazione per il padre! Poverino, deve essere così dura per lu-"
"Hei, hei, Milady, frena!" la interruppe Chat Noir mettendosi di fronte a lei. "Quel ragazzo è molto forte sai?" le disse, appoggiando le mani sulle spalle sottili della ragazza per cercare di tranquillizzarla. Poche volte aveva visto la sua collega così nel panico e non capiva bene come sentirsi a riguardo.
Le sue emozioni erano un'altalena continua che oscillava da "Oh mio Dio, a Ladybug importa di Adrien, di me!" a "Ma davvero sembro così deboluccio? Come una principessina da salvare?"
Ogni tanto tra questi due pensieri faceva capolino anche un "Devo ritrovare mio padre", ma se doveva essere completamente sincero non era troppo preoccupato per le sue sorti. Gabriel era un uomo coraggioso e resistente, sicuramente sarebbe riuscito a cavarsela fino al loro arrivo.
"Molto forte?" ripeté Ladybug con un filo di voce.
"Ma certo!" disse con convinzione Chat Noir, ora mostrando i muscoli. "Avresti dovuto vedere come ha messo al tappeto gli scagnozzi di Simon-dice! Ne ha atterrati un bel po', io non ho quasi dovuto far nulla. È davvero, davvero forte. Sicuramente un buon partito, Milady, se vuoi farci un pensierino!" aggiunse alla fine strizzando un occhio.
Beh, se doveva parlare di sé alla ragazza di cui era innamorato di certo non si sarebbe fatto sfuggire la possibilità di vendersi bene. In questo modo se i suoi approcci come Chat Noir avessero fallito, magari sarebbe riuscito a conquistarla come Adrien.
Uhm.
Improbabile. Decisamente improbabile. Senza quella maschera nera era troppo timido ed imbranato, sicuramente una ragazza sveglia, intelligente, fantasiosa e carismatica come Ladybug non si sarebbe mai accorta di uno studentello sempliciotto come lui.
Sospirò rassegnato, guardando la bellissima giovane che aveva di fronte.
Le guance anche se nascoste per metà dalla maschera erano arrossite, sicuramente per gli sforzi bellici smessi da poco.
"Davvero forte" mormorò lei con una vocina stridula.
Ecco, evidentemente quella ragazza si stava sforzando per non scoppiare a ridergli in faccia. Doveva proprio essere convinta che lui fosse una principessina indifesa.
Chat Noir sospirò un'altra volta e decise di concentrarsi sulla battaglia. Già quel giorno aveva avuto la riprova che la sua vita amorosa fosse un vero e proprio disastro, non voleva certo che lo diventasse anche la sua vita lavorativa, grazie.
"Allora, sappiamo dove hanno portato il signor Agreste?" domandò, distogliendo lo sguardo dagli occhi blu della sua collega.
Ladybug a quella domanda scosse la testa velocemente, come a volersi liberare di pensieri in quel momento superflui.
"No, ma guardiamo bene se hanno lasciato un qualche indizio" propose, iniziando a percorrere la stanza a grandi passi e a guardarsi intorno con circospezione.
Chat Noir fece la stessa cosa, cercando indizi sul pavimento, dietro ai mobili, sotto alle cose gettate alla rinfusa sul pavimento di marmo antico.
Stava per arrendersi quando Ladybug lo chiamò sorpresa: "Vieni qui! Guarda!"
Chat Noir la raggiunse dietro al monitor con cui solitamente suo padre spiava le varie stanze della casa - evviva la privacy in cui era cresciuto. Almeno il suo bagno privato era privo di una telecamera. Teoricamente -.
Sullo schermo nero lampeggiava ad intermittenze regolari una scritta verde fluorescente: "PLAY".
Ladybug allungò con decisione l'indice e ci premette sopra. Immediatamente comparve davanti a loro un primo piano piuttosto inquietante del volto di Simon-dice.
"Chat Noir! Sapevo che avresti trovato il mio messaggio."
Adrien sbarrò gli occhioni sorpreso, era la prima volta che un nemico si rivolgeva solamente a lui, ignorando completamente Ladybug. Di solito accadeva il contrario.
Lanciò un'occhiata di sbieco alla sua collega: pure lei era rimasta parecchio meravigliata dalla piega che aveva preso la situazione.
Perfetto. Finalmente forse si sarebbe accorta del suo valore. Quel video stava a significare che anche lui poteva essere un avversario temibile, un guerriero potente.
"Oh, sì!" continuò Simon-dice "Hai capito benissimo! Mi sto rivolgendo proprio a te. Troppe akuma sono state sacrificate nel tentativo di imbrogliarvi entrambi, così io ho deciso di puntare sull'anello debole della coppia: tu, Chat Noir."
Ecco. Come non detto.
"Hei!" protestò risentito Adrien, mentre al suo fianco Ladybug scoppiava in una risatina parecchio divertita.
"Hei!" ripeté questa volta in direzione dell'amica. Un conto era essere sminuito dal cattivone di turno, insomma, ci era abituato. Un conto era essere preso deliberatamente per i fondelli dalla ragazza di cui era innamorato... oh, ma chi voleva prendere in giro, era benissimo abituato anche a questo.
"Il piano è il seguente, gattone, e sappi che non avrai nessuna possibilità di vittoria!" esclamò Simon-dice puntando un dito verso di loro.
A quelle parole i due eroi si scambiarono uno sguardo perplesso.
"Ci sta davvero per spiegare il suo piano?" chiese sconcertata Ladybug indicando l'uomo nello schermo.
Chat Noir alzò le spalle "Ha chiari disturbi mentali, lo avevo già capito da quando ha scelto me invece di te. Sono bello, intelligente e affascinante, ammettiamolo, ma nessuno sano di mente sceglierebbe me quando potrebbe avere te" disse con un sorriso sornione, piegandosi verso di lei. Le si avvicinò ad un orecchio e con tono divertito ma allo stesso tempo tremendamente solenne dichiarò: "Io sceglierei sempre te, Milady."
Come da copione Ladybug sbuffò falsamente infastidita e alzò vistosamente gli occhi al cielo "Ora non ci allarghiamo, gattino."
Chat Noir allora scoppiò a ridere, non c'era nulla da fare, non sarebbe mai riuscito ad ottenere una reazione diversa, tanto valeva riderci sopra ed ignorare come il suo cuore si fosse crepato giusto ancora un pochino.
Una risata malvagia proruppe dal monitor.
"È inutile, non riuscirai mai a vincere, Chat Noir, e sai perché? Perché o ascolterai il messaggio di Gabriel Agreste e farai esattamente quello che dice, o io pubblicherò questo video su ogni social, cosicché se io fallissi ci penserebbe Gabriel Agreste in persona a cercarti e a darti la caccia. Perché se tutto il mondo vedrà il suo messaggio sarà soltanto colpa tua! E, una volta che Gabriel ti avrà catturato per vendicarsi, Papillon sarà più che felice di venirti a prelevare a Villa Agreste!"
E scoppiò in un'altra risata sguaiata.
"Fai cosa ti dice il messaggio, Chat Noir, o il video diventerà pubblico. E nel frattempo goditi la prima parte dell'umiliazione di Gabriel Agreste!"
L'immagine di Simon-dice si oscurò per lasciare spazio ad uno schermo buio.
Il cuore di Adrien aveva iniziato ad accelerare, l'idea di vedere suo padre in balia di un mostro cominciava a preoccuparlo. Nella sua mente si era immaginato che il signor Agreste sarebbe riuscito a proteggersi da solo, ma forse aveva sopravvalutato la forza di suo padre: in fondo Gabriel era solo un uomo, non poteva fare nulla contro le akuma, non possedeva un Miraculous con cui poter combattere Simon-dice.
Una melodia ritmata rimbombò all'improvviso, presto seguita dalla voce di Beyoncé, la famosissima cantante (quasi più famosa di Jagged Stone!) che intonava: "All the single ladies, all the single ladies!"
L'oscurità dello schermo andò gradualmente scomparendo per lasciare posto a...
"Oh mio Dio" mormorò Adrien spalancando orripilato la bocca, al suo fianco Ladybug scoppiò in una risata fragorosa.
Il ragazzo non poteva credere ai suoi occhi: suo padre con addosso solo un body nero e un paio di tacchi a spillo stava ballando All the single ladies di Beyoncé, imitando alla perfezione i passi che la cantante e le due ballerine eseguivano nel video musicale.
Suo padre, il fiero, freddo, gelido, algido Gabriel Agreste stava ancheggiando con il sedere al vento, libero e felice come Adrien non lo aveva mai visto.
Al momento del ritornello però qualcosa cambiò. I passi del video vennero per un momento ignorati: il signor Agreste si incamminò verso il lato sinistro del monitor, si accucciò tanto da scomparire dal video per poi tornare con in mano una scatolina di carta nera. Quando Beyoncé intonò "Cause if you liked it, then you should have put a ring on it" Gabriel aprì la scatolina e la mostrò per bene alla telecamera: dentro c'era un biglietto che recitava "Put your ring in it".
Ladybug a quella vista ululò, si strinse le braccia attorno alla pancia e gettò indietro la testa, evidentemente sopraffatta dalle risate.
Suo malgrado, nonostante stesse combattendo con tutte le sue forze per resistere e per essere un figlio devoto, anche Chat Noir iniziò a ridere a crepapelle, con le guance rigate dalle lacrime causate dalla troppa ilarità.
Il video finì all'improvviso e sullo schermo comparve una freccia che puntava il pavimento. Asciugandosi gli occhi e cercando di riprendere un briciolo di controllo, Chat Noir guardò nella direzione indicatagli dalla freccia e notò una scatola uguale a quella del video. Mentre Ladybug rilasciava gli ultimi ansiti divertiti, lui la raccolse, l'aprì e dentro ci trovò un cuscinetto dove evidentemente avrebbe dovuto depositare l'anello.
Fece un respiro profondo per riprendersi del tutto. Effettivamente il piano di Simon-dice era buono. Conosceva abbastanza suo padre da sapere che se quel video fosse stato reso pubblico avrebbe speso tutte le sue energie e le sue risorse per catturare Chat Noir e fargliela pagare. Ma non poteva certo rinunciare così al suo Miraculous! Doveva pensare ad una soluzione.
"Certo che Simon-dice ha davvero qualche disturbo mentale" intervenne Ladybug tornata in sé "Guarda cosa c'è scritto sul lato della scatolina: studi televisivi. Immagino che ora si trovi lì."
I due si guardarono negli occhi, lo stesso sorriso trionfante a piegare entrambe le loro bocche.
"Andiamo!"

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