two

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L'anima è piena di stelle cadenti.
Victor Hugo


"Ci venivo sempre con mio fratello qua, era l'unico modo per sentirlo più vicino. L'infinito ci metteva paura, così-"
"Che numero sono?"
"Cosa?"
"A quante ragazze l'hai detto prima di me? Dai su, i discorsi fatti non funzionano, dovresti saperlo"
Non mi guarda, ma intravedo un mezzo sorriso sulle sue labbra, beccato.

Cala il silenzio e noi rimaniamo lì, distesi sul prato di una città straniera, con le faccie rivolte verso le galassie e gli sguardi persi nella bellezza più vera.
C'è qualcosa di magico nell'aria, lo sento, mi sembra quasi di toccarlo.

"Tu hai paura dell'infinito?"
"Siamo tutti infinito"
"Che vorresti dire?"
"Vorrei dire che siamo fatti della stessa materia dell'infinito, ci troviamo dentro l'infinito, siamo nati grazie all'infinito... Credo sia da superficiali pensare di non farne parte"
"Non ci avevo mai pensato"
"Ribalta tutto vero? Ti fa pensare a quanto siano stupide tutte le guerre di questo mondo..."
"Già"
Lo sussurra quel "già", come se provasse dolore nell'ammettere tutto ciò.
E mentre lo dice appoggia la testa di lato così da far incrociare i nostri sguardi.
Ci perdiamo uno nelle iridi dell'altra.
Quel blu è un'altro tipo di infinito.

E questa volta è la magia a toccare me, la sento mentre mi svolazza nella pancia.

Ad un certo punto vedo le sue labbra schiudersi, come se dovvesse dirmi qualcosa, e richiudersi subito dopo, come se fosse troppo insicuro per parlare.
"Dimmi, ho visto che stavi per dire qualcosa"
Ci pensa un po' su.
"Sono importanti per te le stelle vero?"
"Come fai a saperlo?"
"Non lo so, si vede"
"Beh sì, è un po' strano da dire... ma quando ho paura o sono confusa guardo le stelle e tutto è subito più chiaro"
"Deve essere bello"
Annuisco
"E stasera? Che ti dicono stasera?"
"Stasera mi dicono di restare"
Sorride.
E dentro di me qualcosa esplode.

"Mi fa piacere, Margot"
"E il mio nome come lo sai?"
"Lo so"
"E il tuo qual è?"
"

Lo scoprirai la prossima volta"
"E cosa ti fa pensare che ci sarà una prossima volta?"
Mi guarda con aria di sfida, quel tipo di sfida da dove sai già che ne uscirai vincitore.
I muscoli delle sue braccia si tendono e in meno di un secondo lo vedo sopra di me. Tanto vicino che i nostri nasi quasi si toccano.
"Questo"
Le sue labbra sfiorano le mie, sento il suo respiro sulla mia pelle.
E per quanto bello potesse essere, per quanto lo volessi, qualcosa mi diceva che era tutto sbagliato.
Per una volta, forse la prima nella mia vita, ho dato ascolto alla mente e non al cuore.
"Io credo di no"
Con una mano lo spingo, sento i muscoli del suo petto contrarsi mentre si alza. E più la sua faccia si allontana, più aumenta il desiderio di scoprire il sapore delle sue labbra.
Sta ridendo.
"Va bene, ho capito" alza le mani in segno di arresa.
Si avvicina e mi lascia un bacio sulla fronte.
"A domani"
"No" sorrido.
"Non scherzare con me"
"Mai stata più seria"
Scuote la testa e se ne va, sorridendo.

E mentre cammina verso il vuoto penso che, un po' come l'universo, non potrà mai essere un perfetto sconosciuto.
I nostri passi si sono intrecciati per poi riperdersi e chissà se mai si rincontreranno.
Ma i nostri cuori, quelli saranno sempre uniti dalla magia di questa notte.

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