Stavamo camminando da circa un quarto d'ora verso una caffetteria che -citando le parole di Sam- era "spaziale", ma "sprecata per essere così poco frequentata".
Poi ci aveva ripensato e si era corretta, dicendo che era proprio l'assenza di quel brusio che si crea nei posti affollati a creare l'atmosfera. Mi aveva raccontato che in una delle pareti erano appesi sette scaffali colmi di libri. Sette, come il nome del locale.
E che appena entravi venivi accolto da un dolce profumo di caffè, che ti faceva sentire a casa.
Ci aveva anche tenuto a precisare che il caffè lì era ottimo, dato che era venuta a sapere che per metà sono italiana.
"Ci pensi mai a quante altre vite avremmo potuto vivere?"
Questa ragazza sa sempre come stupirmi, ha sempre mille pensieri per la testa e un'idea per tutto. Vede una goccia d'acqua cadere e la sua mente inizia a vagare verso l'infinito, fino a quando non trova un elemento che la colpisce e allora inizia a formularsi domande. E poi butta tutto fuori. Non ha paura del pensiero altrui.
"In che senso?"
"Nel senso che ogni decisione che prendiamo, anche minima, capovolge relativamente la nostra vita. Ad esempio, se io quella sera avessi deciso di non andare a quella festa, adesso non sarei qui con te. Forse non ti avrei mai conosciuta. Ci pensi mai?"
Sempre Sam, sempre.
"E se noi non fossimo le uniche "noi"? E se ci fossero tante me e te che nel passato hanno fatto scelte diverse e che adesso stanno vivendo tante vite parallele?"
"Probabilmente siamo tutti "noi""
E non potei far altro che pensare
a quanto grata fossi al destino che me l'aveva fatta incontrare.Il locale era esattamente come Sam me lo aveva descritto: l'odore di caffè, i mobili consumati dal tempo, la musica jazz di sottofondo e i volti sorridenti dello staff, avevano la capacità di farti sentire subito a casa.
Quel posto mi ricordava nonna.Ordinammo due cappuccini e ci sedemmo di fianco alla parete con i libri.
Oltre a noi c'era solo una coppia di signori anziani; solo guardandoli si capiva che nella lunga vita vissuta assieme avevano affrontato ogni tipo di argomento e che era rimasto poco da dirsi, e nonostante tutto, era ancora evidente il sentimento, gli si leggeva l'amore negli occhi.
Notai che anche Sam li stava osservando e lasciai che si perdesse tra oceani di pensieri.
Soffiai sul cappuccino caldo e ne bevvi un sorso, alzai lo sguardo e mi accorsi di una coppia di ragazzi che si stavano avvicinando al locale tenendosi per mano.
Non ero abituata a così tanto amore.Non erano tratti sconosciuti quelli del ragazzo, solo quando entrò e posò lo sguardo su di me capii.
Quei maledetti occhi blu.