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—Questo è il mio posto— alzo lo sguardo verso la voce misteriosa e i nostri occhi s'incrociano nuovamente —M-m-midispiace ma sono arrivata prima io— replico —E poi nessuno mi ha detto che questo posto era occupato— uso tutte le mie forze per sembrare risoluta.

—Siediti pure qui— esclama la ragazza seduta nella fila davanti a me alzandosi, con un gesto indica il suo banco, Ryo sfodera un gran sorriso, lei emette uno strillo e si risiede su un'altro posto libero.

Ryo si sedie e si gira verso di me e a voce bassa mi dice —Non finisce qui— il sorriso è sostituito da un sogghigno. In classe nelle ore successive non accade nulla di particolare. M'illudo che il peggio sia passato.

Durante l'ora di educazione fisica, sotto a un albero in penombra, i contorni delle foglie decorano la mia figura, lenendo i toni accesi della divisa. Osservo i miei compagni allenarsi mentre scroscio dai capelli i petali di pesco che cadono dall'albero sotto cui sono seduta e che adornano il resto del terreno. Una leggera brezza scompiglia i miei capelli castani. Non mi sono mai piaciuti. Sono troppo secchi e lisci.
Da una parte ci sono i maschi che giocano a pallone, tra loro c'è anche Ryo, mentre le ragazze corrono nella pista. Dopo i recenti avvenimenti è molto più sicuro se attorno a me non ci sia nessuno. È molto più sicuro rimanere isolata. Lontana da tutti.
Un pallone rotola verso di me e si ferma ai miei piedi.
—Ridaccela— mi ordina Ryo con tono sempre prepotente. Avrebbe dovuto venire a riprenderla qualcun altro. Perché incontro sempre lui? Mi da sui nervi. Però devo cercare di mantenere la calma. La prendo.
—Tieni— gli porgo il pallone. Le nostre mani si toccano e sento un'altro tumulto. Arrossisco. Ryo se ne accorge e inizia punzecchiarmi.
—Perché non sei con le altre ragazze?— sogghigna
—Non sono affari tuoi— ribatto irritata. Si siede accanto a me e posa il pallone tra le gambe incrociate.
—Sei strana— afferma lui
—Me lo hai già detto— ribatto
—È da quando ti ho vista il primo giorno che ho capito che nascondevi qualcosa— nella gola sento un groppo che poi rimando giù. Devo allontanarmi prima di farmi sfuggire qualcosa di pericoloso. Mi alzo per andarmene da lì ma lui mi afferra per il polso, si aggrappa a me per alzarsi facendomi perdere l'equilibrio. Mi stringo a lui per reggermi e senza che me ne accorgessi le nostre facce sono di nuovo troppo vicini l'uno dall'altra. Ci separano soltanto pochi centimetri.
—Scoprirò cosa mi nascondi— mi lascia prima che potessi protestare e si ricongiunge ai suoi compagni con la palla.
Il mio cuore batte così forte che ho la sensazione che voglia sfondare la cassa toracica. Adesso non ho più dubbi, d'ora in poi starò il più lontana possibile da quel ragazzo.

Nella pausa pranzo vado in mensa e mentre cerco un posto dove sedermi, un ostacolo apparso dal nulla mi fa cadere. Tutti i presenti incominciano a ridere. Dei passi si avvicinano a me. Ancora a terra alzo lo sguardo. È una ragazza. Al collo dei piedi ha un braccialetto, delle calze bianche sopra a dei collant color carne, le unghie delle mani sono lunghe con sopra uno smalto rosa shocking, un filo di mascara e eyeliner, un paio di orecchini a forma di cuore e un acconciatura ricca legata sul dietro. È kikiwa Uzumaki ed la ragazza più popolare della scuola. E mi ha appena fatto uno sgambetto.

—Sei tu la ragazza strana che ha attirato l'attenzione svenendo davanti alla scuola?— mi domanda. È in piedi davanti a me.
—Ritornatene da dove sei venuta!— esclamano le ragazze dietro di lei. Cerco di rialzarmi ma con un piede mi costringe a restare a terra — Per.... favore, non sai cosa stai facendo— la supplico —Sappiamo esattamente chi sei— le sue amiche iniziano a ridere. Sono così arrabbiata con loro volevo solo che si volatilizzassero.
Bip bip bip bip suona il mio congegno e i cibi sui vassoi iniziano a volteggiare nell'aria. I vassoi cadono sulle loro teste —Chi è stato?— chiede la più alta —Non sarà mica stato un fantasma!?— urla un'altra. La situazione sembra precipitare.

—Non sopporto tale stupidaggini— Ryo è alle mie spalle, riesco a capirlo dallo sguardo della ragazza. Il suo viso diventa pallido. Ora sì che ha visto un fantasma. Il tonfo dei vassoi che ricadono sul pavimento piastrellato riempié la mensa.

—Guardate, è il principe!—esclamano gli altri. Ryo mi porge la mano e mi aiuta ad alzarmi. Mi tiene stretta a se. La sua mano è sempre calda e il suo profumo è inebriante. Il ragazzo che prima mi mandava sui nervi mi ha appena salvata —N..non è quello che pensi, ci stavamo soltanto divertendo— si giustifica Kiki
—Taci!— la zittisce con tono perentorio —Non capisco perché la difendi!?— ribatte irritata
—Io e Crees abbiamo un conto in sospeso— risponde con un sogghigno stampato sulle labbra. Il mio nome pronunciato da lui sembra così bello e al contempo inquietante. Kiki guarda prima Ryo e poi mi lancia un'occhiata. Ryo mi stringe ancora più forte. Kiki spiazzata richiama le sue ancelle e se ne va.
—Tutto okey?— Mi domanda. È troppo troppo troppo vicino. Ho infranto la mia promessa.
—Per caso ti stai riferendo al tuo pallone?— scherzo.
—Ah! Ah! Tu non sei come tutte le altre—si passa le dita tra i capelli. Il mio cuore sussulta. —Sei più strana—sentenzia
—Perché mi insulti sempre?— squittisco. Mi prende una mano —Non finisce qui, strana— conclude.
—Aspetta, io mi chia....— neanche il tempo di richiamarlo che viene già fermato da un'altra ragazza.
—Ciao Ryo—strilla
—Stai bene con i capelli castani— le sorride il principe
—Evviva! Lo hai notato. Ho saputo che ti piacciono le brune— Ryo le si avvina e le scioglie la coda di cavallo con la mano sinistra, sfiora il suo viso facendola arrossire —Sei molto più bella così— sussurra al suo orecchio. Anche se sono lontana riesco lo stesso a sentire le sue parole.
—Ti andrebbe di andare al cinema stasera?— propone lei.
—Ancora? Ti ho già detto no— risponde seccato
—Perché ieri non mi hai chiamata?— gli domanda
—Senti, ci siamo divertiti un po' e basta, non mi importa di te e di nessun' altra ragazza, perdo tempo soltanto quando penso che ne valga la pena— le sue parole sono state di una crudeltà immensa ma il suo sguardo non è cambiato nemmeno per un secondo. È rimasto sorridente e calmo.
—Capisco— lei si rattrista e scompare. Rimango scioccata dalle parole del principe nero. Ryo si accorge che lo sto fissando e mi saluta con un gigno. Lo ignoro. Con questo ragazzo non so mai cosa aspettarmi e non riesco a capire se è un pericolo per me.

Il resto della giornata è stata tranquilla nonostante il banco di Ryo sia a mezzo metro di distanza da me.
Terminata un'altra giornata preparo la cartella e sto per uscire dall'aula quando dalla finestra vedo Ryo appoggiato sul muro con le braccia incrociate e lo sguardo fisso nel vuoto imperscrutabile. Per tutto il giorno Non mi ha persa di vista nemmeno per un secondo. Di scatto mi abbasso. Mi avvicino a una finestra e cerco di sbirciare senza farmi vedere. Sono in trappola.
Rifletto sul da farsi. Non ho altra scelta che usare i miei poteri per distrarlo. Mi concentro sul distributore accanto a lui ma senza alcun risultato. Faccio respiri profondi e graduali. Non devo pensare a nient'altro che a quella macchinetta. Fulmineo una scarica elettrica percorre la mia spina dorsale e arriva alle tempie provocandomi un fastidio sopportabile. Il distributore emette un suono meccanico. Ryo si avvicina ad esso. Ne approfitto per uscire di corsa dalla classe.
Dopo averlo seminato mi dirigo verso la biblioteca.
—Ciao è un piacere rivederti— mi saluta sorridente il bibliotecario
—Anche per me— sono ipnotizzata dai suoi bellissimi occhi.
—Sta chiudendo?— gli domando
—Sì, ma dato che tra appassionati di libri ci si aiuta ti concederò le chiavi per un'ora— mi lancia le chiavi—Ti affido la biblioteca— mi raccomanda chiudendo la porta dell'entrata dietro di sé.
Sola, mi muovo nella biblioteca quando il bagliore del ciondolo ricompare, un luce verde provenire dal fondo dell'aula attira la mia attenzione. Mi avvicino lentamente fino a raggiungerla. Quando la tocco emette uno strano rumore. Sembra una pallina, è nera con tanti dettagli scritti in una lingua antica. Infonde in me una sensazione familiare.
—Che cosa stai facendo?— mi domanda. Mi giro e trovo Ryo sulla soglia dell'entrata con la porta spalancata esterrefatto.
—Non è come pensi— mento. Il rumore dell'oggetto diventa sempre più forte fino a trasformarsi in un fischio assordante. Tutti e due ci pieghiamo dal dolore. Una luce netta fuoriesce e arriva fino al soffitto. Squarcia l'aria facendo cadere tutte le file di scaffali, uno mi sta per cadermi addosso ma Ryo prontamente mi trascina via attirandomi tra le sua braccia. Perdo i sensi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 09, 2021 ⏰

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