Ho smesso di piangermi addosso da un minuto e Acromio bussa alla mia porta, con una voce meno fredda del solito. Non gli aprirò di certo con questa faccia, per quanto sia tentata di farlo... Ma no, lo lascerò fuori ad aspettare all'infinito. Non mi alzerò dal letto per prendere la chiave.
«Ho scoperchiato un fatto che farà piacere anche a te; appena puoi, te lo rinverrò.» Acromio è in forte opponenza con il romanticismo, al quale antepone terminologie più formali e dure. Io mi ritengo razionale quasi più di lui, questa critica è valida anche per me. Eppure, nei miei sogni più felici, diventiamo entrambi dolcissimi e ci amiamo intrinsecamente.
I suoi passi lo spostano verso camera sua. Ho sprecato un'altra occasione d'oro... Dovrebbero riempirmi di trofei, se fallire miseramente in amore fosse uno sport olimpico. E adesso? Cosa intendo fare? Dormire con la consapevolezza di aver gettato via dalla finestra un'altra opportunità di recuperare il tempo "perduto" mentre ero oltreoceano?
No, stavolta non mi faccio ingannare. Varcherò quella camera e gli parlerò a tu per tu.
Sì, ma... In quella stanza? Si tratta sempre della camera da letto di colui che amo, dovrei rimanere con i piedi per terra per tutto il tempo. Non è da me farmi trascinare dagli istinti del momento.
Sospiro mentre la mia testa sbatte sul cuscino. I miei pensieri contrastano gli uni con gli altri e non mi aiutano a stabilire una decisione in poco tempo.Finalmente, opto per andare in camera sua un quarto d'ora dopo la sua comparsa sulla soglia della mia porta.
Con passi furtivi, mi accerto che nessuno mi stia guardando. Una volta assodato di essere sola nel corridoio, busso con tre colpi netti.«Sei tu, Ishizu?» la mia sicurezza si smonta sempre quando c'è lui di mezzo.
«Sì...» sorrido concitata, ripensando al fascino che diffonde e a quel suo profumo, il quale trovo così procace.
«Entra!» entro con un trasparente velo di paura attorno a me e chiudo subito la porta. Perdo dieci battiti quando ci sorridiamo e chiudo la porta dando un giro di chiave - sotto suo "ordine" - in maniera insicura, affinché nessuno possa piombare dentro. Vorrei darmi delle sberle da sola. «Stavi dormendo?»
«No, non ci riesco.» non mi tranquillizzo mai quando ti penso, Acromio.
«Vuoi dormire qui?» ho le vertigini. So che è strettamente collegato alla sua domanda, ma non accadrà nulla. Preferisco dirgli di no, non illudermi.
«No, grazie... N-Non ti preoccupare! Tra un po' vado in camera.» a momenti, non so nemmeno io quello che sto dicendo.
«Come preferisci.» mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Non mi sono nemmeno pettinata i capelli prima di bussargli e questo è il risultato. La testa dove ce l'ho?
«Allora?! Di che si tratta?» dal suo annuire di conseguenza, comprendo che voglia arrivare dritto al dunque.
«Ghecis ha falsificato la classifica.» sbarro gli occhi. «Dovevi essere tu a stare con me...» il mio cuore vibra e si velocizza.
Acromio's pov
«Non ci credo!» il viso di Ishizu parla chiaro: non se lo sarebbe mai immaginato. Vedo inoltre una punta di rimorso, come se avesse voluto davvero stare con me. Come se avessimo "perso" del tempo a guardarci, studiarci, senza mai concretizzare.
«Nemmeno io!» contraccambio il suo disappunto, di aver visto volare via una potenziale occasione.
Ishizu's pov
«E questo dovrebbe farmi piacere?!» sbuffo osservando allarmata la porta. Non mi va, tuttavia, di chiudere la conversazione così presto.
«Sarà di certo il preludio di qualche occasione in più per uscire.» sorrido speranzosa; smetto quando poi mi vengono in mente lui e Aldith in quella stanza... «Ti sei divertito con Aldith?» sollevo un sopracciglio indagatore. La verità è che ho origliato e spiato qualcosa, ma pochissimo perché me ne ero andata in camera, stizzita. Acromio che le ha fatto un succhiotto? L'idea mi massacra e il mio stomaco si contorce.
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𝐈𝐭 𝐢𝐬𝐧'𝐭 𝐥𝐨𝐠𝐢𝐜, 𝐢𝐭'𝐬 𝐥𝐨𝐯𝐞.
FanfictionIshizu Haruka è un'allenatrice di Pokémon dalle innumerevoli sfaccettature. Da piccola, è stata salvata dal Team Plasma mentre i draghi leggendari combattevano tra loro, e portata in un luogo sicuro. La notte in cui Ghecis ha provocato la collera di...