A te

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Salut mec,

ti ho appena detto le tre parole magiche, e ti giuro, non so con quale coraggio io l'abbia fatto. Ero così spaventato di non ricevere la risposta che mi aspettavo, che per un momento ho pensato se fosse giusto dirtelo. Ma poi mi hai detto "anch'io", e il mio cuore, oltre ad essersi alleggerito dal peso provocato dalla paura, ha anche perso qualche battito.

Sono qui, seduto sull'autobus diretto verso casa mia in mezzo a tanti sconosciuti. C'è un signore sulla quarantina che mi osserva con aria di disprezzo: evidentemente, ha capito e visto tutto. Ma poco mi importa; da quando ti ho incontrato, conti solo tu. Stanco di sentirtelo dire, eh?

Da quando ti ho visto per la prima volta in quel dannato corridoio di quella dannata scuola, la mia vita si è come svegliata da un letargo che durava da ormai troppo tempo. Non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi scelto, per essermi accanto ogni giorno. Scusa se ti ho fatto soffrire, se non ti ho parlato della mia malattia, ma la verità è che volevo proteggerti. Troppe volte ho commesso l'errore di rivelare troppo presto alle persone la mia condizione, e con te non ho voluto farlo, perché tutto quello che volevo, era che tu conoscessi me. Lucille è stata importante, ma lei ha conosciuto la mia malattia, non me. O perlomeno, non il vero me. Avevo sempre innalzato delle barriere, nei limiti del possibile, perché quando una delle mie crisi bussa alla porta, non c'è nessuno che possa cacciarla via: te l'ho detto, non so come controllarla. Molte volte non ho preso i medicinali prescritti dal medico perché ero convinto del fatto che ce l'avrei potuta fare da solo. Mi sbagliavo. L'ultima cosa che desideravo, era avere una crisi nel bel mezzo di quella che sarebbe dovuta essere la serata più bella della nostra vita; spero che lo sia stata, anche se per breve tempo.

A volte guardo le nostre foto, e penso che siano troppo poche, o che non rendano giustizia al tempo che abbiamo trascorso insieme. Ricordo la nostra prima barretta mangiata insieme, il momento esatto in cui ti avrei sempre rappresentato come un riccio, la tua faccia sconvolta nel scoprire che fossi un appassionato di dubstep, la tua bravura nel suonare il piano, i nostri sguardi alla festa abusiva al liceo, la nostra passeggiata verso casa tua, e da tutte queste piccole cose ho capito che tu eri lei: la persona che stavo aspettando da tutta una vita e che meritava di visitare il mio posto, sconosciuto a tutti fino a quel momento. Se dovessi descrivere a parole il nostro primo bacio, probabilmente inizierei a balbettare e fallirei miseramente. Solo io e te sappiamo l'emozione che abbiamo provato in quel momento. E se te lo stessi chiedendo, sì, ho capito fin da quando hai alzato le mani per intrecciarle con le mie, che fossi a conoscenza del progetto Polaris, e ti ringrazio per questo. Dedicai molto tempo a disegnare le illustrazioni, a volte saltando anche la scuola: forse è anche questo il motivo per il quale sono stato bocciato. Adesso, la famosa creatura che si invaghirà del protagonista ha un volto: il tuo.

Ci saranno tanti Lucas ed Eliott insieme, in questo preciso momento, ma se devo essere sincero, noi siamo i migliori.

Per sempre tuo,

Eliott chelou Demaury

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