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«Regina fammi spiegare.»
«Cosa devi spiegarmi Emma?» rispose la mora al quarto tentativo della bionda di parlare. L'aveva raggiunta a casa sua, non appena Killian era andato via e lei aveva fatto finta di andare a letto, i suoi genitori era eccitatissimi all'idea del matrimonio e aveva impiegato un quarto d'ora per convincerli che era stanca e voleva solo andare a dormire. Non appena aveva chiuso la porta della stanza aveva provato a chiamare Regina, già sapendo che la donna non avrebbe risposto. Provò tre volte prima di arrendersi. Aprì la finestra della sua camera e scese dalle scale antincendio. Aveva dimenticato le chiavi della macchina quindi iniziò a correre verso la casa della mora. Per fortuna non abitavano molto lontano. Si fermò davanti a casa sua con il fiatone, doveva assolutamente iniziare a fare più attività fisica. Percorse il vialetto e bussò. Non credeva che le avrebbe aperto la porta, ma contro ogni previsione l'aveva fatto. Ma sarebbe stato meglio che non l'avesse fatto. Gli occhi di Regina erano rossi, il mascara era colato sulle sue guance. Il suo viso era arrossato così come il suo naso. Non si era neanche cambiata, aveva ancora addosso anche il giubbotto. Nonostante quello stato Emma pensò che fosse bellissima, ma allo stesso tempo si maledisse per essere lei la causa della sua pena e delle sue lacrime.
«Che fai qui?» mormorò la mora asciugandosi le lacrime.
«Parlare.»
La mora aveva annuito e poi era andata in soggiorno, gettando la giacca sulla poltrona, Emma l'aveva seguita e si era seduta accanto a lei. Ma non era riuscita a dire niente. Cosa poteva dire? Mi dispiace?
Scusami, non so cosa mi sia preso. Cosa? Quale frase era adatta? Nessuna.
«Regina...»
«Non devi dire nulla. Lo ami, tra noi è finita.»
Emma si paralizzò. Voleva bene a Killian, era un bravo ragazzo e le piaceva uscire con lui, ma come amico.
«Non voglio che finisca.»
Regina alzò il sopracciglio, confusa.
«Io voglio stare con te.»
«Per sei mesi sei uscita con lui e poi la sera venivi da me... E io l'ho accettato. Speravo che avresti trovato il coraggio di dirlo ai tuoi... Ma adesso mi sembra evidente che non succederà mai.»
«Regina non voglio perderti.»
«L'hai fatto accettando quell'anello.» replicò la mora afferrandole la mano sinistra.
Emma abbassò lo sguardo, mortificata.
«Cosa potevo dire?»
«No.» rispose la mora.
«C'erano i miei genitori. Non volevo umiliarlo.»
«E invece hai umiliato me. Cosa sono per te?» le chiese guardandola negli occhi.
«Tu sei... Sei Regina, la mia Regina.»
«Tu mi hai fatta diventare la tua amante...»
«Stavo con te prima di uscire con lui...» la corresse la bionda beccandosi un'occhiataccia da parte dell'altra donna.
«Ufficialmente no. Quindi o sono quella tradita, secondo la tua logica, o sono la tua amante, secondo quella degli altri, se lo sapessero.» puntualizzò la donna.
«Non ti ho tradita.» ribatté Emma.
«Forse non ci sei andata a letto ma l'hai baciato.»
Emma aprì la bocca per replicare ma non uscirono parole dalle sue labbra. Aveva ragione, in qualsiasi modo si guardava la faccenda lei aveva sbagliato, aveva giocato con due persone, con i loro sentimenti.
«Lo sposerai?»
«Non posso fare altro.» mormorò la bionda.
«Vattene e non farti più vedere.»
«Ma quello che abbiamo possiamo continuare ad averlo.»
«Pensi che farò la tua amante per tutta la vita? Per chi mi hai presa?» le gridò contro Regina, ormai furiosa.
«Siamo sempre state solo qui... Non cambierebbe nulla...» obiettò Emma.
«Non cambierebbe nulla?» sbuffò la mora alzandosi in piedi, ormai sull'orlo di una crisi di nervi. «Nulla a parte il fatto che la sera tornerai a casa da tuo marito, cenerai con lui, farai l'amore con lui, dormirai con lui e magari avrete dei bambini.» puntualizzò l'altra donna.
«Io...»
«Tu cosa? Non ci avevi pensato? Come pensavi di fare? Venire qui alcune sere scopare e poi tornare a casa da lui? Non sono una puttana.» disse Regina spingendola.
Emma le afferrò le mani e la strinse.
«Lasciami.» disse Regina cercando si staccarsi da lei, iniziando nuovamente a piangere.
«Tu non sei una puttana.» disse Emma un attimo prima di baciarla.





«Ti sposi fra una settimana.» disse la mora camminando velocemente lungo il vialetto di casa sua, la bionda qualche passo indietro.
«Lo so. Ma volevo passare questa serata con te...»
Regina prese le chiavi ed aprì la porta.
«Non puoi farlo. Dobbiamo smetterla.»
«Perché?»
«Perché ti ho detto che non voglio essere la tua amante.»
«Ma non lo sei.»
«Io direi di sì.»
«Ma io ti amo.» replicò Emma.
«Sai quanti uomini o donne sposate dicono questo ai loro e alle loro amanti per tenerle buone? Ma poi tornano a casa dal marito o dalla moglie.»
«Non sono ancora sposata.»
«Non illudermi.» sussurrò la mora con la voce incrinata dal pianto.
«Ti prego.» sussurrò la bionda dandole un bacio sul collo. Regina chiuse gli occhi a quel contatto, un fremito famigliare si fece strada in lei.
«Emma...» mormorò.
La bionda la spinse dentro casa e chiuse la porta alle sue spalle, la fece voltare e la prese in braccio, la poggiò al muro e iniziò a baciarla. Le lacrime scivolarono lungo le guance di Regina mentre rispondeva al bacio. Si odiava per quella debolezza, ogni volta si diceva che sarebbe stata l'ultima volta, che l'avrebbe cacciata ma non c'era ancora riuscita. Le mani di Emma si intrufolarono sotto la maglietta facendola gemere. In un secondo l'indumento era stato tolto così come il reggiseno. La bocca della bionda era sul suo capezzolo, lo succhiava con avidità facendola impazzire. La spogliò a sua volta. Emma le passò le braccia sotto le natiche e la sollevò, le sue gambe circondarono i suoi fianchi. I loro bacini iniziarono a muoversi lentamente, sfregandosi dandosi piacere. I loro gemiti riempirono il silenzio della casa. Regina nascose il viso nell'incavo del collo dell'altra donna, ansimando sentendo il piacere farsi strada in lei.

«Sei fantastica.» sussurrò con voce roca Emma vicina all'orgasmo. Il piacere le travolse insieme. Si baciarono tenendosi strette.

Bravery will comeWhere stories live. Discover now