"Ethan! Ethan!"
Si sentì chiamare, ma non volle voltarsi. Era stanco e agitato, voleva solo tornare a casa e farsi la doccia più lunga della sua vita. Ma l'istinto agì prima di tutto e si voltò in automatico verso la voce. Un ragazzo, un uomo, venne verso di lui, sorridendo e muovendo la mano per salutarlo. Bastò un attimo ad Ethan per riconoscerlo.
Thomas.
"Thom! Thom! Smettila, ti prego!" Ethan cercò invano di trattenere le risate, ma il biondo continuò imperterrito a muovere le sue dita sulla pancia e sui fianchi del ragazzo facendogli il solletico.
Ethan finalmente riuscì a reagire e gli afferrò i polsi con le mani, facendolo allontanare la lui. Poi rigirò il suo corpo arrendevole e lo bloccò sotto di sé sul letto. Si concesse un attimo per sentire la consistenza scheletrica dei suoi polsi ed ammirare il suo corpo perfetto e pallido, ancora da adolescente.
"Dai amore, dobbiamo preparaci per uscire" si lamentò Thomas, cercando di liberarsi dalla stretta.
"Non mi va di uscire, voglio stare a letto con te" disse Ethan, abbassandosi e strofinando il naso contro quello dell'altro. Era sempre Thomas quello che voleva uscire, quello che voleva fare le cose. A Ethan sarebbe bastato stare insieme a lui nell'intimità della propria camera, soprattutto adesso che non c'erano i suoi.
"Anche a me piacerebbe. Ma Damiano e Vic ci ammazzano se non andiamo" aveva ragione, era un concerto importante quello di stasera, il primo a cui sarebbero stati pagati, ma Ethan davvero non aveva né le forze né la voglia di alzarsi da quell'ammasso morbido di coperte, e soprattutto non aveva voglia di staccarsi da Thomas.
"Altri cinque minuti e poi andiamo" disse e, per non dargli tempo di rispondere, lo baciò, sperando di distrarlo dai suoi intenti. E Thomas si fece distrarre, e anche con piacere.
"Thomas" forse l'ha detto ad alta voce, anche se probabilmente l'ha sussurrato.
I ricordi riaffiorarono immediatamente e immagini del ragazzo, più giovane di una decina d'anni, si sovrappongono a quelle dell'uomo davanti a sé.
Prima di rendersene conto si ritrovò stretto in un abbraccio, subito interrotto e sostituito da due baci sulle guance, come si fa con un amico che non si vede da tanto tempo. Ethan lo studiò, trovandolo incredibilmente simile a come lo aveva lasciato tanti anni fa. Sempre alto e ossuto, sempre con il ciuffo e sempre con quegli occhi verdi tristi.
Rimase a fissarlo in silenzio.
"Quanto tempo, eh?" disse Thomas. Ma Ethan non voleva questo, non voleva parlare di banalità come quanto anni sono passati dall'ultima volta che si sono visti, non voleva fare questi discorsi vuoti con Thomas, dopo tutto quello che hanno passato.
"Già" si ritrovò però a dire, trovando scortese non rispondere.
"Che ci fai qui?" chiese il biondo, e Ethan capì che quel "che ci fai qui" si riferisce all'America. Che ci fai qui a New York? Che ci fai qui dall'altra parte del mondo?
"Lavoro. Ho appena posato per una pubblicità" spiegò brevemente, e si ricordò che fino a pochi istanti fa il suo unico pensiero era togliersi quella giornata di set da dosso, andare a casa e dimenticarsi del fotografo che ci provava spudoratamente con lui e della truccatrice antipatica che non faceva altro che parlare dei suoi cani. Mentre invece adesso si trovava di fronte a Thomas, a Thom.
"Wao, sei un modello? Lo sapevo che avevi del potenziale" scherzò Thomas, e lo guardò da capo a piedi. Lo fa con uno sguardo innocente, come glielo aveva visto tante volte.
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Albergo - Maneskin - Ethmas
Fanfiction"Ethan! Ethan!" Si sentì chiamare, ma non volle voltarsi. Era stanco e agitato, voleva solo tornare a casa e farsi la doccia più lunga della sua vita. Ma l'istinto agì prima di tutto e si voltò in automatico verso la voce. Un ragazzo, un uomo, venn...