Prologo

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"Tesoro, la mamma ti vuole tanto bene non dimenticarlo mai, perdonami se ho fatto tutto questo senza chiedere il tuo consenso..." Clarissa inginocchiata davanti alla figlia di appena 2 anni, invocò il potere della Dea Luna, con lo scopo di potare a termine il rito: avrebbe dato la sua vita in cambio della protezione della bimba dagli occhi argento, davanti a lei. La donna iniziò a dondolarsi avanti e indietro leggermente, come in trance, totalmente in balia del potere. Non una goccia cadde dagli occhi della donna, la quale, aveva accettato ormai la morte. Gli occhi argento, come quelli della figlia, divennero bianchi, privi di iride e pupilla...non appena iniziò a recitare uno strano cantico nell'antica lingua, la lingua primordiale. Un fuoco azzurro le avvolse il corpo partendo dalle dita dei piedi, fino ad arrivare ai capelli, i quali schizzarono in aria avvolti dalle fiamme blu.

La stanza, che fino a quel momento era immersa nella più totale oscurità, venne invasa da così tanta luce da diventare bianca, tanto che la bimba, a causa della troppa luce, dovette chiudere gli occhi e, un attimo dopo, svenne.
L'aria così carica di potere diventò ben presto pesante, il fuoco della donna continuò ad ardere incurante però, del fatto che il suo calore fece svenire la piccola.

Clarissa, sorridendo, prese in braccio la bimba svenuta, trasmettendole con quel tocco il fuoco che la circondava, e poi con parole cariche di tristezza e risentimento, è un pizzico di speranza, disse flebilmente:"Con questo tocco io Clarissa Milay ti passo la mia forza e il potere del mio lupo, e con questo fuoco blocco il potere del tuo lupo affinché tu possa vivere nascosta agli occhi di coloro che sterminarono il tuo branco. Il giorno però in cui ti troverai davanti uno dei mostri che contribuì allo sterminio, il tuo lupo si risveglierà, affinché tu possa fare giustizia." Il fuoco lasciò la stanza assorbito dalla bimba, lo spazio prontamente ritornò nel buio più totale nascondendo i due corpi abbracciati l'un l'altro. La donna ormai immersa in una pozza fatta del suo proprio sangue, dedicò un pensiero d'amore al proprio compagno nonché padre della bimba e un "ti voglio bene" a quest'ultima, per poi lasciare che la morte la portasse con sé in un luogo freddo e lontano dall'angioletto che dormiva sereno tra le sue braccia.

La porta della cantina si aprì con un tonfo facendo sobbalzare la piccola.

Una strana figura entrò nella stanza, prese in braccio la bimba e con gli occhi velati di tristezza, si inginocchiò e chinò il capo davanti al cadavere della donna, per poi dirle:"Mia Luna, veglierò su sua figlia come un'ombra, la proteggerò da quegli stolti è da chiunque vorrà farle del male" l'uomo si lasciò scappare un sospiro, un misto di tristezza, delusione e rabbia. Rabbia verso gli idioti che costrinsero la sua Luna a sacrificarsi per la figlia, rabbia verso il suo Alpha per non aver protetto Clarissa come doveva, rabbia verso se stesso per essere troppo debole e rabbia verso la donna davanti a lui, per non averlo ascoltato, perché non aveva scelto lui come compagno di vita, perché sapeva che lei non sarebbe mai stata sua. "Clarissa io..." proseguì l'uomo"... Lo so che questo era necessario, ma non mi importa niente della bimba a me importa solo di te, ti amo, ti amo dal primo giorno in cui ti ho vista fare il bagno il quel lago, quello che tanto ti piaceva da piccola, ti ricordi come eravamo felici insieme? Ti ricordi il nostro primo bacio, mi dicesti che ti serviva tempo che non eri pronta e io ti dissi di sì, che ti avrei aspettata, perché ti amavo, perché volevo stare con te, perché volevo che con me vicino ti sentissi protetta"un ghigno, una smorfia carica di dolore si dipinse sulla faccia del licantropo"ma poi incontrasti lui... io ero appena stato nominato suo beta e lui ti vide, poi... "
Senza nessun preavviso il beta baciò le labbra fredde della sua Luna, della donna che aveva sempre desiderato, dimenticandosi di avere una bimba in braccio che lo scrutava come se volesse staccargli la testa per aver baciato sua madre, dimenticandosi che era lì per salvare la stessa bambina, dimenticandosi che fuori imperveva una guerra di dimensioni bibliche. Di punto in bianco l'uomo venne scaraventato via dal cadavere di Clarissa da un onda d'urto. Di fianco alla madre la bimba fluttuò a mezz'aria circondata da un aurea viola che si estendeva anche davanti alla madre, come un muro che separava entrambe dal mondo, dai problemi del mondo, poi l' autrice di tale azione cadde a terra con un tonfo e svenne, stavolta per davvero.

Il beta ancora scioccato riprese in braccio la bimba e uscì correndo dalla stanza. Aveva promesso alla donna che amava di salvare sua figlia, niente e nessuno lo avrebbe fermato dal raggiungere il suo obbiettivo, nemmeno quegli sporchi traditori.

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