AU Hunger games (2)

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*leggete l'angolo autrice*

Un urlo in lontananza mi fa aprire gli occhi, sembra una ragazza, ma non ne sono sicuro. Ce ne dobbiamo andare, i favoriti stanno arrivando. Liam dorme ancora, lo potrei uccidere facilmente, ma qualcosa mi dice di non farlo. Mi potrà tornare utile in futuro. Lo inizio a scuotere provando a svegliarlo.

Lui scatta in piedi, c’è solo un problema: Sul ramo non c’è posto per stare in piedi.  Lui cade all’indietro. La mai mano scatta avanti, gli afferro la caviglia, tenendolo sospeso a testa in giù. Giuro che non volevo farlo, è stato un riflesso involontario. Con un po’ di forza lo tiro sul ramo, lui è paralizzato, guarda fisso davanti a se con gli occhi lucidi come se stesse per piangere, si volta verso di me e mi si lancia addosso.

Per un attimo sono stato convinto che volesse uccidermi, spingermi giù dall’albero e farla finita, invece no. Mi ha abbracciato. Mi sta stringendo le braccia intorno al collo con un po’ troppa forza. Qualcosa di bagnato cade sulla mia maglietta, una lacrima. Sta piangendo. – Grazie…- - uhm, prego?- esce più come una domanda che come un affermazione, ma sembra non accorgersene.

L’ ho appena salvato da una morte certa, quando lo scopo di questo “gioco” è propria quello di uccidersi a vicenda. COSA MI STA SUCCEDENDO?

Me lo scrollai di dosso e gli dissi che i favoriti ci avrebbero presto trovato, così scesi dall’albero e senza controllare se lui mi seguiva o meno inizia a correre. Un coltello si infilò nel terreno a pochi centimetri dal mio orecchio, mi girai. Un gruppo di ragazzi mi correva dietro, in testa al gruppo c’era Quinn. Avevo lasciato le armi sull’albero, non avevo nulla con cui proteggermi, ero un uomo morto.

Una scarica d’adrenalina, dovuta alla paura, entrò in circolo nel mio sangue, corsi più veloce che potevo, ma ero stanco, mi voltai un'altra  volta. Era rimasta solo Quinn a inseguirmi, gli altri se ne erano andati chissà dove, magari a cercare altri tributi da uccidere. Liam. Mi venne subito in mente quel nome. Chissà dov’era ora? Se si trovava alle strette come me o se si era salvato? Non avrei più rivisto quegli occhi azzurri, ne avrei risentito la sua voce, ma non potevo pensarci ora, avevo altre priorità al momento.

Un peso mi piombò addosso. Era Quinn, mi aveva raggiunto, mi avrebbe ucciso.

Si era messa a cavalcioni su di me,  le mie mani erano incastrate tra il suo corpo e il mio braccio, non potevo liberarmi.

Lei avvicinò il coltello alla mia gola, poi sorrise,- Non pensavo che sarei riuscita a ucciderti così presto. Ti facevo decisamente più forte Raeken, sai…- non la feci continuare – Senti, possiamo evitare  il monologo in cui dici come hai fatto a trovarmi e passiamo al sodo?- Lei sorrise,- come vuoi tu, Raeken- lei iniziò a calare il coltello verso la mia gola. Bene, è così che deve finire allora, devo morire in una cazzo di arena, lo accetto. Ma ti prego, se esiste qualcuno lassù fallo vincere, fai vincere Liam. Se lo merita. Lo vedo nel suo sguardo, come si dice, “gli occhi di chi ne ha viste tante, il sorriso di chi le ha superate tutte.” Ti prego, falli superare anche questa. Pensai. Tutto d’ un tratto Quinn   divenne rigida, iniziò a tossire, ma non era tosse normale, era sangue.

 Mi cadde addosso, morta, portai una mano dietro la sua schiena e afferrai il manico di un coltello, glielo sfilai dalla schiena e mi alzai in piedi, pronto a combattere. Un ragazzo uscì da un cespuglio, ero pronto a tirare quando questo alzò le mani, - sono io, tranquillo- era Liam, mi aveva salvato. – grazie…- sussurrai – non c’è di che, ti dovevo un favore-, rispose lui, ammicando verso il corpo di Quinn. Risi. Iniziai a ridere fortissimo, dopo poco anche Liam si unì a me. Avevo fatto bene a non lasciarlo cadere.

***

Dopo la mia quasi morte, la mattinata passò tranquilla. Liam aveva catturato un coniglio selvatico , così a cena mangiammo quello invece delle strisce di carne essiccata. La notte salimmo su un  altro albero e aspettammo di sentire gli spari del cannone. Cinque. Quattro escludendo Quinn. Così dopo il secondo giorno di giochi rimangono solo altri otto giocatori a parte me e Liam, sembra proprio che questi giochi dureranno poco.

***

Nei giorni seguenti Liam è riuscito a finire il mio arco, mi sta insegnando a cacciare. Di solito questo è proprio il punto debole di noi “favoriti”. Non saper cacciare. Non ci viene insegnato perché a casa non ne abbiamo bisogno, anche perché il bracconaggio è severamente punito dalla legge. Se ti trovano oltre la recinzione del tuo distretto ti fucilano. Sono pochi quelli che osano, e ancora meno quelli che riescono, almeno così ci hanno sempre detto.

 Oggi è il quinto giorno dei giochi. Io e Liam abbiamo abbastanza acqua per tirare avanti due giorni e siamo rimasti in sette nell’arena. Tra un po’ dovremo troncare questa alleanza, non voglio trovarmi al duello finale con lui davanti, sapendo di essere stati alleati per tutto questo tempo. Tiro la mia freccia addosso  a uno scoiattolo, lo centro. –si, cazzo!- urlando forse un po’ troppo forte.

Un coltello mi sfiora il braccio, vedo un cespuglio muoversi, era da un po’ che non incontravamo altri avversari. Un ragazzo biondo esce dal cespuglio, ha altre armi con se, sorride, sembra sicuro di quello che sta facendo. Liam, in questo momento disarmato, fa un passo indietro e l’altro tributo non lo degna di uno sguardo. Incocco la freccia nell’ arco e miro al biondino, ma non faccio in tempo a scoccare la freccia che lo spadino che Liam aveva preso alla cornucopia si conficca tra gli occhi del ragazzo che cade a terra morto. Mi giro verso il  Castano che ora sta per raccogliere il pugnale tra gli occhi del tributo. – Ma fai sul serio? Mi hai salvato una volta e ora pensi che non sappia difendermi?- urlo io, arrabbiato. Liam mi guarda negli occhi. – cercavo solo di aiutare.- -bhe, così non mi aiuti!- un lampo di rabbia attraversa gli occhi del ragazzo di fronte a me – Non ti sto aiutando!? Ho appena ucciso quello che ti stava ammazzando… e non ti starei aiutando. Sei serio?!- dopo di che mi spinge addosso all’ albero più vicino, allinea il pugnale con la mia gola, ma io sorrido – oh, Liam, Liam… non mi uccideresti mai, lo sai te come lo so io-

Dico, continuando a sorridere, poi aggiungo, - siamo rimasti, con noi due, in soli sette in questa arena. Credo sia ora di chiudere questa alleanza.- Sguscio fuori dalle sue braccia e me ne vado, lasciandolo là, ancora con le braccia poggiate sul tronco.

// Note autrice //
Lo so, è molto più corto rispetto all'altro, solo che ero in ritardo con la stesura quindi vi dovrete accontentare. Manca solo un capitolo, preparatevi, ne vedrete tante. Prometto che nel prossimo ci sarà tanta Thiam. Vi ringrazio per le visualizzazioni e per i voti del capitolo passato e vi chiede gentilmente di comunicarmi eventuali errori.
Una sola domanda: vi piacerebbe un AU ambientata nell'universo Marvel?
 

 

//Love-Hate//ThiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora