Ero appena scesa dalle scale e stavo imboccando il corridoio del secondo piano per raggiungere la mia classe. ''E' finalmente primavera'' mi ripetevo legando i miei capelli biondo scuro in una coda alta e specchiandomi sulle finestre. Abbassai lo sguardo dalla mia immagine proiettata e mi sistemai le maniche della camicia per poi continuare a camminare, ma mi fermai presto. C'era un ragazzo davanti ad una delle tante finistre del corridoio, stava fotografando qualcosa puntando sul cortile quando, abbassando la macchina fotografica, si mise ad ammirarla ad occhio nudo. La luce dell'alba gli faceva brillare gli occhi nocciola e risplendere i riflessi rossi dei suoi capelli castani. Rimasi a guardarlo per qualche secondo :"Cosa stava guardando di così interessante?" ma lui si girò. Bastò quello sguardo a farmi sussultare così corsi in classe senza riuscire a vedere l'oggetto del suo interesse e lasciando lui perplesso. "Siamo in ritardo Serena. Eravamo con qualcuno?" commentò la professoressa, mi andai a sedere. Davanti a me c'era Martina la quale girandosi mi disse: "Ti sei persa la scenata più imbarazzante del secolo! Praticamente Tommy si è proposto alla Giggi la quale..."
"Che succede?!" pensai, improvvisamente non riuscivo più a capire le parole del mio interlocutore. Non fraintendetemi, sentivo ancora: gli uccelli fuori cinguettavano, il gesso sulla lavagna strisciava, le matite picchiettavano sui banchi... ma le voci, quelle non le sentivo più. Tentai di rispondere ma non ci riuscì. Cosa stava succedendo? Caddi nel panico, così Martina chiamò l'insegnante la quale mi portò velocemente in infermeria. L'infermiera mi diede un quadernino ed una penna dove scrisse :"Cos'hai?" "Non sento più le voci, non riesco neanche a parlare." "Ma senti ancora i suoni?" scrissi :"Sì." A quella risposta capii dall'espressione che si sorprese, così scrisse :"Prova a riposarti un po'. Se non stai meglio chiamiamo i tuoi genitori e ti mandiamo a casa." se ne andò portando con lei il quadernino. La stanza non era grandissima ma molto luminosa, mi sdraiai sul lettino ed iniziai a pensare. Fino ad allora un solo pensiero mi aveva assillato :"Cosa stava guardando quel ragazzo?" e da lì altri mille si erano ramificati. "Chi è? Cosa faceva lì? E' di questa scuola?" e come una lampadina che si accende in una stanza buia capii :"Dev'essere lui la causa di tutto questo!" e feci uno scatto in avanti con la schiena entusiasta per aver trovato la risposta, ma mi ributtai indietro velocemente :"Ma perchè mi avrebbe voluto mai fare questo?". Mi girai su un fianco ed iniziai a guardare fuori dalla finestra. Presi il mio telefono dalla tasca della felpa e mi sistemai la gonna blu nel caso rientrasse l'infermiera. Scorsi i contatti e scrissi a Erika, una ragazza abbastanza popolare conosciuta da tutto l'istituto. Eravamo molto legate così pensai di confessarglielo e chiederle informazioni su questo ragazzo. Se c'era qualcuno che lo poteva conoscere era certamente lei. "Hey" le scrissi. La sua risposta non tardò ad arrivare :"Hey bella, ma non sei in classe?" "No, ma ho bisogno di una mano" "Serena che pacca?? Mi devo preoccupare? " ridacchiando le scrissi "No ahaha, solo che ho visto un ragazzo e vorrei sapere se lo conosci" "Uhh, sei interessata a qualcuno? Dimmi pure" "Non è così! Solo che credo abbia fatto una cosa e lo devo rintracciare, tutto qui." "...Non sto capendo, ma se questo è il tuo modo per dire che ti piace okay. Allora com'è questo tipetto?" "Alto, occhi marroni, capelli castani..." "Mezza Italia ha queste caratteristiche. Un po' più specifica su" "Aveva una macchina fotografica, sembrava molto concentrato nel fotografare qualcosa" "O qualcuno... Oddio, ho capito. Devi starci lontana da quello Sere, fammi 'sto favore." "Perchè? Chi è?" "Si chiama Andrea, è conosciuto da tutto l'istituto per aver scattato delle foto alla Jessica e averla anche pedinata! Me l'ha raccontato lei stessa, non è uno normale. E' uno stalker." subito dopo arrivò un altro messaggio "Merda! Devo andare, mi hanno beccata. Ci vediamo ciaoo." e si mise offline.
Tornò l'infermiera informandomi che sarei potuta tornare a casa da sola visto che i miei genitori non rispondevano. Presi il mio zaino e mi avviai. Imboccate le prime strade il resto del cammino verso casa lo seguii in automatico, visto che ero ancora troppo occupata ad interrogarmi su questa strana situazione... Fin quando, arrivata ad una via che non conoscevo, vidi che lì in fondo c'era un parco. ''Strano'' pensai. Un parco qui? Com'è possibile? Percorrevo quella strada tutti i giorni per tornare a casa e non me ne ero mai accorta. Guardai l'ora: erano le undici, visto che era ancora presto entrai. C'erano altissimi alberi di ciliegio dai quali cadevano grandi petali rosa sulle panchine, le quali costellavano il parco, e sulla strada in pietrisco, tinta di rosa e verde dai petali e dal muschio. Percorrendola mi accorsi che il parco era completamente vuoto, c'era un solo ragazzo seduto su una panchina particolarmente assorto a disegnare: i capelli neri gli ricadevano sulla fronte dove gli occhi azzurri controllavano ogni passo della mano sulla carta. Arrivai al centro del parco. Guardai la piazzetta: in tutto c'erano quattro strade principali, opposte fra loro, che portavano tutte ad una grande fontana centrale rappresentante una donna seduta su una colonna in pietra. Questa figura bellissima aveva un'espressione struggente, pensierosa, e con il viso tra le mani guardava il cielo. Era vestita da un tessuto vellutato che sembrava quasi duttile. Una folata di vento passò in quell'istante come se stesse provenendo dalla strada a me laterale, mi mosse i capelli biondi e dovetti tenere ferma la gonna con una mano. Guardai dal lato da cui proveniva il vento e lì c'era Andrea. I capelli ondeggiavano al vento. Sembrò sorpreso nel vedermi e penso che dal mio volto trasparì altrettanto stupore. Improvvisamente mi venne incontro.
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Giardini di primavera
RomanceLa primavera annuncia il suo arrivo facendo correre la sua lieve voce tra le foglie rosa dei ciliegi, i fiori sbocciano sopra i tronchi degli alberi mentre nell'ombra passanti si scambiano sguardi che un giorno saranno carichi di amore. Perchè è qu...