To smile

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No, non sono tatuaggi, me li disegno ogni giorno con la matita furono le parole che pronunciai più spesso- almeno per i primi giorni della mia permanenza- a Roma, e quelle che, dopotutto, sceglierei per meglio descrivere la mia esperienza nella calda capitale italiana.

Avevo acquistato il biglietto in treno da Gorizia soltanto la sera prima del giorno in cui avrei dovuto esibirmi. Partii senza preavviso e fu una sorpresa perfino per me il fatto che mi fossi realmente decisa a partecipare ad una trasmissione che non avevo mai seguito nemmeno da casa.

In treno ripassai le canzoni che avevo scelto per presentarmi davanti la commissione dei professori, le stesse che cantavo nei video di Luca, spediti per partecipare ai provini. Avevo portato violino, per la gioia di mamma, e chitarra classica, per quella di mio fratello, che aveva speso la scorsa estate a insegnarmi con scarso successo a strimpellare qualche accordo.
Nella cover del telefono, avevo abbandonato il pezzetto di carta su cui scrissi in fretta il nome dell'hotel, prenotato per una settimana- il tempo di finire sta cazzata- su Internet.

Al momento di salire sul mezzo, al solo pensiero che sarei arrivata dopo sei ore di viaggio, ripensando a quello che stavo facendo, scoppiai a ridere e per poco non lasciai la stazione per tornarmene a casa a dormire. Poi mi venne in mente che, se mia madre avesse saputo che stavo per andarmene senza averla salutata, mi avrebbe rinchiusa a casa come minimo per un mese, quindi decisi di andare davvero. Così l'avrei rivista soltanto dopo alcuni giorni, e la rabbia per una videochiamata in cui le mostravo il Colosseo alle mie spalle, mentre me la ridevo per la sua reazione, si sarebbe smorzata senza possibilità che a rimetterci fossi io.

Le avevo lasciato un biglietto sul tavolo della colazione, prima di darmela a gambe come una fuggitiva alle due di notte, sottolineando che le volevo bene e che sarei stata attenta. Sarei stata disposta a pagare con la mia anima, pur di vedere la sua faccia in quel momento. Boris- ovviamente a lui mi ero confessata- mi racconta tuttora che era un misto tra la confusione e la disperazione più totale e che se non l'avesse tranquillizzata lui, informandola del fatto che sapeva tutto, sarebbe di certo svenuta e poi partita a piedi per raggiungere Roma e riportarmi a Gorizia a calci.

In effetti, il nostro rapporto era strano. In verità, ero in strani rapporti con tutti i miei conoscenti e Amici ha corretto molti difetti, ma non il mio essere cangiante come la luna e pazza come una da ricoverare in manicomio. Non dimenticherò mai la reazione ai miei capelli della vecchietta che avevo di fronte in treno.

La sua faccia stranita quando le chiesi se quel posto era libero e lei si affrettò a rispondermi di sì, mentre mi scrutava da capo a piedi sorpresa- mi chiedo ancora se non le avessero fatto più effetto le calze a rete che la mia capigliatura... originale, per farla breve- era la stessa con cui mi guardavano un po' tutti, in città. Eppure lei non lo fece per tutto il viaggio.

All'inizio mi guardava male, certo. Poi, come se avesse capito qualcosa di me, cominciò a sorridermi e mi rivolse più volte la parola, prima per chiedermi dove stessi andando e più spesso per strapparmi un sorriso con qualche battuta che non faceva ridere.

Io ridevo per farle piacere, lei invece rise di gusto quando mia mamma chiamò disperata e io per poco non crollavo a terra dalle risate, dimenandomi sul sedile e urlando tra le lacrime di gioia che era troppo tardi per venirmi a prendermi e farmela pagare. Chiusi la chiamata al un giorno tornerai e faremo i conti Tijiana e fu allora che i miei occhi incontrarono quelli complici dell'anziana signora che mi fece i complimenti per il nome, gli occhi, addirittura per i capelli e le calze, rivelandomi che lei era scappata di casa, ai suoi tempi, lusingata dalle avance di un piacione più grande di qualche anno, troppi per il burbero padre.

Quando ebbe finito di narrare l'avvincente racconto delle loro avventure amorose per il sud d'Italia, mi chiese se io fossi in viaggio contro il volere dei miei genitori per lo stesso motivo e allora le raccontai quanto potei su di me e su Amici, disgustandomi al solo pensiero di passare sei ore in treno per un ragazzo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 28, 2019 ⏰

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