Un tonfo, uno sparo. Mi guardo intorno, sangue. Sono circondato da rosso. Il mio cuore non rallenta il battito, ho paura.
Voglio gridare ma la voce non esce poi un altro tonfo, ancora un altro, un grido, un altro sparo. Chiudo gli occhi, non riesco a respirare.
Poi silenzio, troppo silenzio. Riapro piano gli occhi e delle gambe coperte da dei jeans neri sono fissi davanti a me, guardo la mano che afferra la pistola alzo lo sguardo ma subito li serro vedendo puntarmi l'arma. Poi uno sparo...Sobbalzo dal letto sudato, mi osservo intorno realizzando che era solo un incubo.
Guardo la sveglia '5:32'La vita fa schifo.
Mi siedo sul letto, bevendo quel poco d'acqua rimasta nel bicchiere. Lo lascio al suo attuale posto, mi sento vuoto come esso. Cosa sto facendo della mia vita? Apro la finestra in modo tale che l'aria possa cambiare, il cielo ricoperto da tanti puntini bianchi, nemmeno una nuvola nera, nemmeno un po' di vento. Aria secca che mi fa chiudere tutto e tornare a dormire.
Mi butto una mano in faccia, il viso che prende fuoco.
"Non voglio andare a scuola" prendo coscienza e ricordo di aver lasciato la finestra aperta. "Ma che diamine" il sole mi ha fatto ironicamente abbronzare. Qualcuno bussa alla porta e per poco cado per lo spavento.
<<Chi è?>> <<Sono la mamma>> sento un fruscio di metalli. Apro capendo che mi ha portato la colazione. <<Ti ringrazio>> faccio un lieve sorriso che poi viene ricambiato calorosamente. <<Posso entrare?>> Mi allontano dalla porta per poi sedermi sul letto, lei mi segue.
<<Korin, so che probabilmente non ti importa>> dice con voce tremolante. So già dove vuole parare "devi lavorare, devi uscire, così non puoi continuare, devi darti da fare". Non la caccio dalla stanza solo perché è mia madre e la rispetto. Ha fatto tanto per me, ha sofferto tanto ma io più di un amore del figlio non posso fare altro.
<<Sai che posso trovarti un lavoro, non qui, lo sai. Ti dovresti spostare, però pensaci!>>
Tiro su l'ultimo goccio di succo di frutta rimasto nel bicchiere
<<Faresti nuove esperienze. Ti servono! Ti piace vivere così? A nessuno piace, quindi non dire di sì!>>
<<Mamma, io sto bene>> i nostri occhi si riflettono per un po'. <<Non ci crederò mai>> prende il vassoio e si alza.<<Prima o poi, Korin, dovrai muoverti. Se non ora, presto. Io non vivrò per sempre, e quando ti troverai solo, affamato senza un tetto, lì dovrai darti da fare>>
Chiude la porta lasciando quelle sue ultime parole riecheggiare nella stanza. Non ha torto ma io, per ora, non me la sento. So che ci tiene a me, so che vuole un nipotino prima o poi, ma non posso, non riesco ad accontentarla. Mi dispiace mamma che non sono il figlio perfetto, per il fatto che è per me ogni piccola cosa che per gli altri è un "niente" per me è una cosa grossa. Chiedo scusa. Adesso è meglio che mi stenda, mi gira la testa.
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Vita da Hikikomori (Bozza)
RastgeleUn Hikikomori alle prese con la vita. Se vi piacciono le storie avvincenti questa fa per voi.