Da quando l'aveva visto per la prima volta, quel ragazzo con gli occhi scurissimi e bellissimi lo aveva scombussolato del tutto. L'aveva visto e non ci aveva capito più niente, l'aveva visto e tutto intorno a lui sembrava non esistere più, c'erano solo loro due.
"Piacere Miguel" gli aveva semplicemente detto, ma gli era bastato per prendersi una bella sbandata per il ballerino di Lugano.
All'inizio cercava di scacciare via il pensiero di Miguel dalla sua testa, pensava che fosse qualcosa che sarebbe durato solo un paio di giorni, ma più le settimane e i mesi passavano, più Vincenzo si rendeva conto che Miguel gli piaceva e anche tanto. Credeva addirittura di esserne innamorato.
I due passavano sempre del tempo insieme, riuscivano sempre a ritagliarsi qualche ora per stare da soli, ovunque si trovassero, quel tempo era solo ed esclusivamente per loro due.
Un giorno Miguel gli chiese di andare al mare, faceva ancora freddo ovviamente ed era abbastanza distante dal loro hotel, ma a Vincenzo sembrò una bellissima idea, quindi si organizzarono e ci andarono, solo loro due, senza dire niente a nessun altro.
Una volta arrivati a destinazione, si avviarono sulla spiaggia e dopo aver steso un telo da mare sulla sabbia, si sedettero.
"Ascoltiamo qualcosa, ti va?" gli chiese il più piccolo.
"Certo" rispose Vincenzo, e a quel punto Miguel tirò fuori dalla tasca il cellulare e "scegli tu una canzone, dai" gli disse dandogli il suo cellulare e uno dei due auricolari, per poter ascoltare la musica.
Vincenzo allora aprì Spotify e fece partire "Anche fragile" di Elisa, canzone che gli ricordava tanto Miguel, loro due, il loro rapporto e tutto quello che avevano costruito in pochi mesi.
Miguel appoggiò la sua testa sulla spalla di Vincenzo e quest'ultimo appoggiò la testa su quella del più piccolo, mentre ascoltavano quella canzone che descriveva perfettamente la loro situazione e guardavano il tramonto in riva al mare. Fu un momento magico.
Ad un certo punto Vincenzo gli prese la mano, e Miguel non esitò un attimo a fare lo stesso e ad intrecciare le sue dita con quelle dell'altro. Erano piccole cose, ma che li facevano stare bene, piccole cose che loro in realtà consideravano tutto tranne che piccole.
Vincenzo si chiedeva se Miguel potesse in qualche modo ricambiarlo, se anche lui avesse sentito un piccolo brivido percorrergli la schiena quando le loro mani si erano intrecciate, se anche lui avesse provato qualcosa fin dalla prima volta che si erano visti.
A volte pensava che anche l'altro provasse lo stesso, per come si comportava con lui, però poi lo vedeva appiccicato a qualcuno, che fosse Federico, Rafael, Valentina o chiunque altro e pensava che forse era davvero solo il suo modo di fare.
Miguel era così, abbracciava tutti, stava appiccicato a tutti, era un amore con tutti e quindi Vincenzo pensò semplicemente di star viaggiando troppo con la mente, però delle domande gli sorgevano spontanee: guardava anche gli altri nello stesso modo in cui guardava lui? Intrecciava le sue mani anche con quelle degli altri?
Ad ogni modo, semmai Miguel provasse lo stesso per lui, non avrebbero mai potuto stare insieme. Vincenzo era troppo incasinato e aveva una fottuta paura di fargli del male, per lui Miguel era la cosa più preziosa e fragile del mondo e se per proteggerlo ed evitare di ferirlo il prezzo da pagare era non poter stare con lui, così sarebbe stato.
"Vince?" la voce di Miguel lo riportò alla realtà.
"Sì?" rispose lui, notando che Miguel gli teneva ancora la mano e non la staccava dalla sua. Quella cosa lo fece sorridere.
"Fra poco si fa sera, stavo pensando, ti va di rimanere a guardare le stelle? O vuoi tornare in hotel?"
"No, restiamo, mi sembra un'ottima idea" rispose sorridendo.
Vincenzo amava guardare le stelle e se mentre lo faceva era in compagnia di Miguel, beh, tutto era ancora più bello.
"Perfetto" disse Miguel ricambiando il sorriso.
I due iniziarono a parlare e anche quel giorno si raccontarono cose della loro vita che nessun altro sapeva, erano cose che Vincenzo voleva condividere solo con Miguel e cose che Miguel voleva condividere solo con Vincenzo. Si fidavano ciecamente e totalmente l'uno dell'altro, più di quanto si fidassero di qualsiasi altra persona che faceva parte della loro vita.
Ad un certo punto si stesero entrambi per poter guardare meglio le stelle, pochi centimetri a dividerli e questa volta fu Miguel a prendere la mano di Vincenzo, quest'ultimo lo guardò e quando anche Miguel fece lo stesso gli sorrise. Si guardarono negli occhi per dei secondi che sembravano infiniti, mano nella mano, mentre continuavano a sorridersi.
Iniziarono pian piano ad avvicinarsi sempre di più l'uno all'altro, i loro visi e i loro corpi erano sempre più vicini, ma non abbastanza, pensò Vincenzo.
Vincenzo continuava ad avvicinarsi sempre di più a Miguel e vide lui fare lo stesso, "che cavolo sta succedendo?" pensò il ballerino siciliano.
All'improvviso le labbra di Miguel erano sulle sue, lo stava baciando, si stavano baciando. Vincenzo si sentì terribilmente bene, ma ad un tratto si staccò e "no, non posso, scusami" disse, per poi alzarsi e cominciare a correre, lasciando Miguel lì, da solo, a non capire niente di quello che stava succedendo.
"Perché non può?" pensò Miguel, poi si alzò a sua volta e lo rincorse, lo chiamava sperando che si fermasse e gli spiegasse che diavolo stava succedendo.
"Vince, fermati!" gli urlò per la terza volta, al che Vincenzo finalmente si fermò e Miguel lo raggiunse.
"Perché? Perché non puoi?" gli chiese.
"Non capiresti"
"Se non me lo spieghi, di certo non posso capirlo"
Vincenzo esitò, se gli avesse detto il motivo per il quale non potevano baciarsi e stare insieme non avrebbe capito e forse l'avrebbe preso per pazzo.
"Per favore" gli disse Miguel.
Vincenzo scosse la testa, non voleva dirgli nulla.
"Ma non sei stanco di tutto questo?" chiese il più piccolo.
"Di cosa?"
"Del fatto che ci comportiamo da tutto tranne che da amici, poi finalmente ci baciamo e tu mi dici che non puoi? Per quale motivo allora ti comporti così con me? Perché mi prendi la mano, mi guardi in modo diverso dagli altri? Almeno questo me lo spieghi?"
"Miguel, ti prego.."
"No, Vi, ti prego niente. Se non vuoi stare con me, basta dirlo, anche se non ne capisco il motivo, se è così, dimmelo, così la smettiamo di comportarci in questo modo"
Vincenzo stava evitando in tutti i modi di guardarlo negli occhi, perché altrimenti non avrebbe resistito e l'avrebbe baciato, gli avrebbe detto che stare con lui era tutto ciò che voleva, ma non poteva farlo. Non poteva farlo per il bene di Miguel, perché era sicuro che l'avrebbe ferito e non voleva assolutamente farlo, perché per lui Miguel era la cosa più preziosa e fragile del mondo, e se l'avesse ferito, non se lo sarebbe mai perdonato. Allontanarlo era la cosa migliore, si sarebbe dimenticato di lui, si sarebbe innamorato di qualcun altro e sarebbe stato meglio.
"Allora? Almeno mi degni di una risposta?"
"No, Miguel, non voglio stare con te" disse Vincenzo cercando di mostrarsi il più sicuro e convincente possibile, anche se dentro si sentiva morire.
Una lacrima rigò il volto di Miguel, che dopo una manciata di secondi cominciò a correre il più lontano possibile da Vincenzo, non avrebbe resistito un secondo di più vicino a lui, dopo quello che gli aveva detto. Come aveva potuto comportarsi così per tutto quel tempo, come aveva potuto ricambiare il suo bacio e poi dirgli che non voleva stare con lui? Forse si divertiva a prendere in giro le persone, ad illuderle.
"Che cazzo ho combinato" disse Vincenzo mettendosi le mani nei capelli, poi continuò, "devo rimediare, non posso permettere che le cose vadano così, non posso perderlo".
Il ballerino siciliano allora cominciò a correre nella stessa direzione in cui Miguel era corso via, sperando di trovarlo e di poter sistemare le cose. Stare con lui era ciò che desiderava da quando l'aveva visto per la prima volta e sì, non voleva ferirlo, non voleva stare con lui e fargli del male, non voleva incasinargli la vita, ma in quel momento era sicuro che avrebbe sofferto di più se non fossero mai stati insieme.
Dopo dei minuti passati a correre, si ritrovò fuori dalla spiaggia, su un marciapiede e, per fortuna, vide Miguel in lontananza intento a camminare, Vincenzo iniziò a camminare verso di lui e lo raggiunse. Lo prese per un braccio per farlo girare e quando si trovarono faccia a faccia, senza esitare un attimo, Vincenzo gli prese il viso tra le mani e lo baciò. Fu un bacio lento, un bacio di cui entrambi sentivano disperatamente il bisogno. Dopo essersi staccati, Vincenzo continuava a tenere il suo viso tra le mani e guardandolo dritto negli occhi pronunciò due parole, due semplici parole, ma che dicevano tutto.
"Ti amo" disse, per poi stampargli un bacio sulle labbra, dopodiché continuò a parlare, "voglio stare con te, Miguel, e scusami se sono stato uno stronzo prima, ma avevo paura e in realtà ce l'ho tuttora"
"Di cosa hai paura?"
"Di ferirti, di farti star male, di incasinarti la vita, perché io sono così, sono incasinato e tu sei talmente fragile, sei qualcosa di talmente prezioso e io non voglio causarti nemmeno il minimo dolore. Così ho pensato che non stando insieme non ti avrei fatto del male, ma quando ti ho visto correre via con quell'espressione in viso ho capito che ti stavo facendo più male così"
"Perché hai pensato che a me importi qualcosa di stare male? Voglio dire, fa parte della vita, dell'amore, si soffre in tutte le relazioni, sarebbe strano e assurdo il contrario, ma tu non puoi pensare al futuro, a cosa succederà, tu devi pensare al presente e vivere ogni istante come se fosse l'ultimo, devi prendere tutte le cose belle che ti capitano, non devi lasciarle scappare solo per paura"
"Lo so, sono uno stupido e mi dispiace" disse Vincenzo abbassando lo sguardo.
"Sì, lo sei, sei parecchio stupido, ma insomma, a me va bene anche così" disse Miguel, sollevando il mento del più grande con un dito, in modo da poterlo guardare dritto negli occhi.
"Ti amo anch'io, Vi" disse, stampandogli un bacio sulle labbra.
Vincenzo sorrise e "quindi Miguel, vuoi essere il mio ragazzo?"
"E' tutto ciò che voglio" rispose il più piccolo sorridendo e baciando l'altro.
Appena si staccarono Vincenzo gli disse "Ti prometto che non ti farò mai del male" e Miguel gli sorrise, per poi abbracciarlo, Vincenzo quindi lo strinse ancora più forte e restarono così, abbracciati e in quell'arco di tempo tutto intorno a loro sparì, c'erano solo loro due, a stringersi sempre di più, come se fosse l'ultima volta.
CIAO A TUTTI!
Eccomi con un'altra OS su questi due che mi hanno letteralmente rubato il cuore, non sono soddisfatta al 100% come le altre volte, ma spero ugualmente che vi piaccia ♡
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fragile » miguel e vincenzo
FanficPerché per lui Miguel era la cosa più preziosa e fragile del mondo, e se l'avesse ferito, non se lo sarebbe mai perdonato.