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Giova provò a chiamare Andrea per la quinta volta di fila quel giorno. Dovevano parlare e chiarire. L'idea che il ragazzo cinico lo odiasse a vita lo faceva stare di merda. Ed ovviamente l'amico non ci pensava neanche a rispondere per facilitargli le cose. E giustamente, perché avrebbe dovuto? Si stava odiando cazzo. Avrebbe dovuto starsene zitto. Non avrebbe dovuto intromettersi. Non avrebbe dovuto fare quel commento del cazzo. Si passò una mano tra i capelli, facendo avanti e indietro per il soggiorno. Richiamò nuovamente Andrea, finché dall'altro capo del telefono non gli venne detto che il telefono era spento o non raggiungibile. Sbuffò rumorosamente e rinunciò per quel giorno. Camper non gli avrebbe risposto. E chissà per quanto altro tempo non gli avrebbe parlato. Chissà se avrebbe mai ricominciato a farlo. No, l'ultima opzione non era proprio considerabile. O forse, a malincuore, si.

Andrea fissò il telefono appena spento. Cazzo se era insistente quell'idiota. L'aveva tartassato di chiamate tutto il pomeriggio. Con quale faccia, poi? Davvero sperava che avrebbe risposto? Ogni tanto aveva avuto l'idea di rispondergli. Per urlargli contro, per bestemmiare, per minacciarlo di morte se avesse richiamato. O... Solo per sentirlo. Sentire che diavolo avesse da dire. Per... Sentire la sua voce. No, non per quest'ultimo motivo. Era stupido. Davvero. Non avrebbe potuto di certo voler solo sentire la voce di quell'idiota, no? Con uno sbuffò, riaccese il telefono ed aspettò un'altra sua chiamata. Ma non arrivò. Che avesse rinunciato? L'idea che Giova avesse rinunciato a tornare amici lo fece sentir stranamente male. E poi, perché? Non gli sarebbe dovuto importare, no? Poteva stare anche senza di lui. Eppure...
Incavolato, lo richiamò.

Giova fissò il telefono, incredulo. Andrea lo stava richiamando? Perché? Non ci pensò. Rispose velocemente, facendo quasi cadere il telefono che aveva appena poggiato sul divano.
«Andre, io-»
«Sei un idiota! Un fottuttissimo idiota! Deficiente, coglione, figlio di puttana»
«...»
«...
Hai già rinunciato, eh?»
«Cosa?»
«A tornare amici»
«Cos- Che cazzo, Andre! Ti ho chiamato tutto il giorno, come minchia ti è venuto in mente che io abbia rinunciato?!»
«Hai smesso di chiamarmi»
«...
Dovevo continuare? Hai passato la mattinata a chiudermi in faccia finché non hai spento il telefono...!»
«Puoi biasimarmi, cretino?!»
«No! Ma... Che avrei dovuto fare?! Continuare a casaccio?»
«Si»
«...
Si?»
«Si»
«Perché?»
«...
Vai al diavolo»
Andrea chiuse la chiamata, lasciando Giova confuso e pieno di domande. Che diavolo gli era preso?! Prima ignorava le sue chiamate, poi lo chiamava, gli urlava contro, infine gli chiudeva in faccia. Spawn si lasciò cadere sul divano, sospirando. No, non l'avrebbe mai capito.

Andrea si diede dello stupido, non capiva perché avesse reagito così. Nè tantomeno perché l'avesse richiamato. E, effettivamente, non aveva neanche senso essere arrabbiato con Giova. Se è bastato un commento a far cambiare idea ad Erica sulla loro relazione, qualcosa di base già non andava. Alla fine, non era colpa di Spawn e della sua bocca larga. Sarebbe dovuta finire, a quanto pare. Commento o non commento. Doveva scusarsi, ma no. Non l'avrebbe mai fatto. Ma volle far capire a Giova che non era più arrabbiato.

Quando Giova, più tardi, lesse il messaggio che gli era appena arrivato, non potè non sorridere sollevato. Aveva di nuovo il suo amico.

Andre
Porta qua il culo alle 16, testa di cazzo. Dobbiamo registrare

Giova
Va bene, a dopo

Ad un passo dalle tue labbra//CamperKiller Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora