2016.

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Tutto quello che non avevo mai avuto nella mia vita era lì, a portata di mano.
Tutto ciò di cui avevo bisogno era accanto a me, nonostante gli alti e bassi, nonostante non riuscissi a capire quanto nociva fosse la situazione, ero felice. Non mi serviva nient'altro, davvero.
Avevo tutto quello che una ragazza di 19 anni poteva chiedere alla vita: la persona che ama al proprio fianco, una vita tranquilla (ma non troppo), degli amici che le vogliono bene e una sorella, non biologica, che ormai da 10 anni è dietro le sue spalle e la completa come nessun altro può anche solo immaginare di fare.

Avevo tutto questo, avevo la scuola, gli amici, lui, lei, avevo tutto. Di solito non ti rendi conto di quanto importante sia quello che hai fino a quando non lo hai più ("Only know you've been high when you're feeling low" canta Passenger), e di solito sono d'accordo.. ma non per quel periodo della mia vita.
Ricordo l'esatto momento in cui ho pensato "Wow.. sono davvero fortunata ad avere tutto questo.." guardando uno stupido selfie inviatomi da Meredith, mentre io ero al lavoro, in cui c'erano lei col suo sorriso smagliante che mette su in ogni foto, e lui, il mio Burke, col suo sorrisino furbo e gli occhi accesi, quel suo sorrisino che a distanza di anni mi fa scappare a mia volta un sorriso.. nonostante tutto, nonostante tutti.
Quando guardai quella foto, realizzai quanto perfetta fosse la mia vita in quel momento.. e quanto importanti fossero loro due per me, e ricordo perfettamente quello che le risposi: "Mio dio, siete la perfezione, e siete la cosa più bella che abbia mai avuto" ed era così.
Ero davvero felice, e per la prima volta in vita mia mi rendevo conto di quanto fossi fortunata ad esserlo.

Ma partiamo dall'inizio, questa era solo una premessa, un piccolo spiraglio di quella che ritenevo, e che una parte malata di me ritiene ancora, la vera felicità.

Non sono mai stata una persona facile da amare, né tanto meno da comprendere. Sono lunatica, cambio idea, stato d'animo e opinioni in continuazione, sono tempesta, un costante infrangersi delle onde contro gli scogli, ma quando arriva il sole, quando sono nei miei momenti migliori, riesco a dare tutto, pure quello che non ho, lo invento solo per far felice la persona a cui tengo. Sono quello che si può ritenere quanto di più lontano dall'essere perfetti, ma faccio del mio meglio per far schifo ogni giorno un po' meno del giorno precedente. Ho commesso tanti errori, alcuni mi hanno insegnato tanto, altri mi hanno solo fatto del male inutile senza che imparassi la lezione, ma penso che sia quello che succede un po' a tutti, tutti sbagliano, quello che conta è come reagisci ad una cazzata che hai fatto, o che ti è successa.. Puoi incazzarti con te stesso, puoi intristirti e darti dello stupido, puoi fingere che non sia successo nulla e fregartene delle conseguenze delle tue azioni, o puoi imparare, puoi sbattere il muso sui tuoi errori e imparare a non commetterli più.
Ecco, su questo punto, io sono una a cui piace sbattere ripetutamente il muso sugli stessi errori, sempre nello stesso punto, e ogni volta mi do della stupida, mi dico che è l'ultima volta che succede, ma puntualmente ecco che a cadenza quasi regolare sono punto e a capo, di nuovo col culo per terra, a raccogliere le briciole che restano della mia essenza, bruciata per l'ennesima volta da qualcosa che potevo benissimo prevedere ed evitare.

Premettendo tutto questo, ora posso iniziare a raccontare questa storia. La storia di come Cristina si è innamorata di Burke, di come la vita ha preso una strana piega da Freak Show, come se fossi su una giostra degli orrori, e non potessi scendere.. nella vita, la giostra non smette mai di girare. 

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