Sbatto lo specchietto della macchinata chiudendolo, per poi volgere annoiata gli occhi verso il mio compagno.
Siamo rinchiusi nel traffico stradale di New York da almeno tre ore a causa di un set di riprese di un nuovo film.
Dobbiamo andare a New York, dal mio migliore amico Harry, quest'ultimo vuole farmi conoscere i suoi nuovi amici con cui ha creato un gruppo, di conseguenza ora mi ritrovo a percorrere un viaggio di circa cinque ore dall'Indiana, ma a causa di questo ingorgo stiamo perdendo tempo sotto il sole cocente della Pennsylvania.
C'è da dire che queste ore di interruzione non sono state un classico "il tempo è volato" infatti non parliamo da quando siamo partiti e inoltre ho il telefono troppo scarico per vedere un film di quelli che ho scaricato per il viaggio o per sentire la musica.
Accendo la radio ignorando l'occhiataccia che mi invia mister muscoli di stocazzo qui accanto, così almeno posso sentire se c'è qualche miglioramento o se finalmente si sono decisi a passare della musica decente nelle stazioni radio, e con musica decente parlo di musica che piace a me, senza togliere niente agli altri eh.
"Per quanto riguarda le notizie passiamo all'ingorgo sull'ottantesima di River Street a est di White Heaven in Pennsylvania, a quanto pare i lavori in corso prefissi per la giornata hanno creato una confusione nel programma delle vacanze estive dei nostri collegiali, ma non solo loro, infatti, per chiunque abbia preso l'Interstate sia dalla novanta che all'ottanta si è trovato irrimediabilmente incastrato nel traffico delle Interstate Highway  più lunghe degli Stati Uniti, sotto il cocente sole a quarantadue gradi di Luglio. Buona fortuna a nostri amici che salutiamo dai nostri studi possidenti di aria condizionata. E ora un urlo per la versione di Justin Bieber di "Despacito", per digerirvi queste ore di blocco." Conclude con una risata lo speaker facendo fare sia a me che a Logan, il mio straordinario compagno di avventure (nota il sarcasmo), uno scatto con la mano per spegnere la radio prima che cominciasse la canzone. Logan si rimette composto, con il gomito sul finestrino e lo sguardo fuori, sulle altre macchine, io, per irritarlo di più, mi metto a gambe incrociate sul sedile con braccia incrociate e testa rivolta verso il bar di fianco a noi. Potrei andare lì nel bar fin tanto che siamo bloccati, però ci sono delle persone, poche, ma pur sempre troppe, però è anche vero che qui c'è Logan e quasi quasi sono meglio gli sconosciuti...
Sposto lo sguardo da Logan al bar ripetutamente fino a quando un suo determinato movimento non mi fa rimanere con gli occhi fissi e uno sguardo disgustato su di lui.
Con la mano che aveva precedentemente abbandonato fuori dal finestrino si tira, ora, indietro la ciocca di capelli neri e con l'altra apre il cruscotto davanti a me e afferra il pacchetto di sigarette regalandomi uno sguardo pieno di finta dolcezza che ovviamente da persona colta e intelligente prende come uno sguardo pieno di prese per il culo. Fottiti.
"Se vuoi fumare vai fuori." Gli dico prima che la possa accendere.
"Perché dovrei?" Mi domanda compiaciuto.
"Perché sai che mi da fastidio il fumo e che non posso innervosirmi." Gli riferisco bonaria con voce soave e le sopracciglia sollevate, mentre lui mi fa il verso facendomi incazzare ancora di più.
"Beh questa è la mia macchina se ti da fastidio," si allunga verso di me, io al contrario mi schiaccio verso il sedile non volendo entrare in contatto con lui neanche con l'ombra. Raggiunge la maniglia schiacciandola ed aprendomi lo sportello,"esci." mi dice sorridendo.

Lo guardo serrando le labbra tra loro e con uno sbuffo prendo il mio zaino con dentro portafoglio, telefono, documenti e tutto, per poi dirigermi fuori dove pare ci sia un party all'interno di un furgone che ha la musica sparata al massimo. Alzo uno sguardo di confusione verso i ragazzi in quel furgone per poi andare verso il bar con il mio zaino tra le braccia.

Sono qua dentro da più di un'ora a leggere un libro e non è cambiato nulla, c'è ancora traffico per la strada, c'è ancora la musica alta di quei ragazzi, c'è ancora quel coglione in strada; riabbasso lo sguardo sul mio libro dando un morso al panino che ho comprato per togliermi la fame che avevo da quella mattina anche se, visto chi sono e che mi conosco piuttosto bene, sono sicura che a me questo panino grosso quanto il mio avambraccio mi basti come un aperitivo, senza alcool, che tristezza la mia vita.
Faccio un piccolo broncio a quella mia constatazione mentale fissando per un po' il panino sul piattino ripensando alle mie scelte di vita per poi riprendere a leggere.

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