Teddy

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K:"Nancy! Sei pronta tesoro?"
N:"Devo cambiare i collant a Barb mamma! Si è versata il succo addosso!"
H:"Forza! Dovremmo essere già in Chiesa noi!"
N:"Holly non aiuti!"

Il caos regnava nella casa bianca con le rifiniture blu alla fine del cul-de-sac di Maple Street; decorata di festoni bianchi e argentati per festeggiare un giorno importante:
Il Matrimonio tra Mike ed El

Nella casa volteggiava l'odore di profumo per donne e shampoo. Il phon che si accendeva e spegneva nel bagno ed il ticchettio dei tacchi sulla moquette creavano una sinfonia piuttosto irritante, ma che suscitava quella sensazione di appartenenza ad un posto, il calore che solo una famiglia ti può dare, e anche nel caos più totale puoi comunque tirare un sospiro e mormorare 'Casa' a fior di labbra. Quella era l'atmosfera che danzava stanza per stanza nella casa della Famiglia Wheeler; pronta, quel giorno, ad allargarsi e a dare ufficialmente il benvenuto a quella ragazza snella e che aveva totalmente rubato il cuore al giovane Wheeler. Jane Hopper.
Quella mattina, tutti i membri della famiglia erano indaffarati in qualcosa più o meno importante.
Karen saliva e scendeva le scale, correva di stanza in stanza nel vano tentativo di aiutare Nancy con la nipotina Barb; che non accennava il minimo segno di collaborazione per facilitare il lavoro a sua madre e sua nonna; e trovare un modo per rendere presentabile la sua ormai adolescente e ribelle figlia Holly che, annoiata, aspettava la sorella e la madre camminando avanti e indietro davanti alla porta d'ingresso. Ma in una stanza della casa regnava il totale silenzio.
L'odore di colonia volteggiava anch'esso silenziosamente attorno a quelle due persone che si erano rifugiate là dentro per sfuggire dalle attenzioni delle donne di casa. Mike e Ted Wheeler si stavano mettendo in tiro per il grande giorno, però non parlavano, non si rivolgevano molti sguardi, ma si limitavano alle conversazioni minimali che avevano sempre caratterizzato il loro rapporto Padre-Figlio.
M:"Papá, potresti passarmi i gemelli?"
Disse Mike mentre era intento a mettere il fiore dentro l'occhiello.
Ted prese il cofanetto blu scuro di velluto dal tavolino dove una volta si trovavano i trucchi ed i profumi di sua moglie, e ora invece era riempito di un leggero strato di polvere e quel cofanetto che si trovava al centro, appoggiato da Karen lì sopra la sera precedente.
Si avvicinò a Mike, poggiando il cofanetto sul letto e allungando le mani verso il fiore, facendo intuire a Mike che glielo avrebbe messo lui.
T:"Prima prendi lo stelo...lo giri...dentro l'occhiello e...ecco fatto"
Ted passò lentamente le sue mani sulle spalle di suo figlio, ormai alto quanto lui, per togliere qualsiasi piega fosse rimasta sulla giacca.
Li faceva sbocciare un leggero sorriso quella situazione a Ted. Suo figlio ormai aveva 24 anni, fra qualche mese anche lui sarebbe diventato un padre, eppure si ritrovava ancora ad aiutarlo e insegnarli volta per volta, giorno per giorno, nuove cose, ma infondo, era quella la magia di essere un genitore. Per quanto tempo passasse, la situazione non sarebbe mai cambiata; e Ted aveva capito col tempo che a lui i cambiamenti non piacevano affatto.
Mike con uno sguardo fece intuire a suo padre che doveva passargli i gemelli
T:"Oh...giusto. Te li metto io, così facciamo prima. Te solo...tieni su i polsi"
Mike obbedì in silenzio mentre tutti e due si sedevano sul bordo del letto.
Ted aprì il cofanetto e si ritrovò davanti i suoi vecchi gemelli, quelli che aveva messo lui al suo matrimonio, che splendevano come il giorno in cui li indossò lui, come se dentro quel cofanetto si fosse fermato il tempo, come se lá dentro fosse rimasta l'atmosfera di 32 anni fa...
Quante cose erano successe dopo? Ted non se ne era neanche accorto; eppure la prova che il tempo fosse andato avanti senza aspettarlo era proprio davanti a lui, concretizzato in quell'uomo che suo figlio era diventato. Un uomo...eppure...eppure per Ted era ancora quel piccolo, indifeso e gracile bambino protetto da tutte quelle copertine blu, che dormiva sereno tra le sue braccia...

K:"Ted? Tutto ok?"
Le manine di suo figlio appena nato erano strette al suo dito, e Ted gliele accarezzò leggermente con la costante ed attanagliante paura di svegliarlo, di rovinare quel momento così perfetto
T:"Quanto pesa?"
Chiese di punto in bianco, come se non avesse sentito la domanda che sua moglie li aveva appena posto
K:"3,400kg"
Ted lanciò un dolce sguardo verso Karen e sorrise riportando le sue attenzioni di nuovo verso suo figlio
T:"Sará un'ometto forte allora!"
Nancy, che fino a quel momento era rimasta accoccolata sul divanetto vicino al letto d'ospedale di sua madre, alzò la testa
N:"Come si chiamerá?"
Karen girò lo sguardo verso la sua bambina dandole un dolce sorriso
K:"Beh...è tradizione della famiglia Wheeler che il maschio prenda il nome del nonno e così via"
N:"Quindi si chiamerá come nonno Frank?"
Karen stava per rispondere a sua figlia, ma il suo impercettibile sospiro da inizo frase fu stroncato dalla risposta fredda e secca di suo marito
T:"No."
Nancy girò il suo sguardo, ora confuso, verso suo padre non capendo, ma Karen invece abbassò gli occhi verso le sue mani che torturavano il bordo della coperta. Si sentiva in colpa...non doveva farlo. Non doveva parlare di suo padre.
Gli occhi di Ted persero la luce che avevano fino a poco fa, il sorriso si spense e iniziò a fissare il viso del piccolo bambino che ancora dormiva tra le sue braccia. No. Non poteva condannare sè stesso a risentire di nuovo quel nome in casa sua; non poteva consegnare a suo figlio il fardello di mantenere la memoria dell'unico uomo che Ted abbia mai disprezzato in tutta la sua vita, l'unico che li faceva venire il mal di stomaco soltanto sentendo il riecheggiare del suo nome nell'aria. No. Lui non disprezzava suo figlio, lo amava con tutto sè stesso. Non poteva darli un nome così tanto odiato.
T:"Micheal."
Karen rialzò lo sguardo verso Ted
T:"Si...Micheal. Era...era il secondo nome di mio nonno quindi in un certo senso..."
K:"Micheal è bellissimo come nome"
I coniugi Wheeler si presero per mano, felici come non mai. Si erano capiti con uno solo sguardo, e a questo loro li era sempre bastato, almeno...nei momenti in cui uscivano dalla loro vita ordinaria.
N:"Se lo dite voi..."
I due si girarono verso la piccola Nancy che, assonnata, si rimise a dormire sul divanetto, e Karen notò come la luce negli occhi di Ted ritornò più forte di prima. Era felice, felice come non lo era stato da diversi anni. E in quello rivide il Ted che le aveva rubato il cuore, il Ted che metteva l'amore davanti a tutto, il romanticone che le portava una rosa al giorno ogni mattina quando si incontravano al college e che le regalava sempre un sorriso; e il suo cuore le stava dicendo che anche il loro piccolo Micheal, forse, sarebbe stato come suo padre; un uomo rispettabile e amorevole, e pensava che il suo gesto sarebbe stato un lungo e permanente porta fortuna nella vita di suo figlio.
K:"Che ne dici di Micheal Theodore?"
Ted non credette alle sue orecchie. Vide il sorriso di sua moglie mentre accarezzava le guance rosse del piccolo che ora si trovava in mezzo a loro due, un momento Perfetto.
'Come hai fatto Ted...come hai fatto a perderla?' Li stava dicendo la sua coscienza.
T:"Micheal Theodore Wheeler...è perfetto"
K:"Il nostro piccolo Mike"
"Papá...papá?..."

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