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Peso troppo, dopo  poco mi lasci cadere come un sacco di patate, ma le mie gambe hanno ripreso a funzionare, ti corro dietro per stare al passo con te. Dopo tanto o poco, chissà, siamo davanti a casa dei cugini di Ahmed. Lui è sulla porta che mi guarda ma sta zitto. "giochiamo a calcio?" dice, dopo che l'ho fissato imbambolato per diversi secondi. 'tira' dico io, correndo veloce all'indietro e andando a piazzarmi davanti una ipotetica porta. Tu te ne vai subito di corsa, la mamma di Ahmed mi offre dei dolcetti, il padre mi chiede se ho sete, se ho fame, caldo, freddo, se ho bisogno di qualsiasi cosa, basta che lo domandi. Ne approfitto per mangiare più dolci possibili, sono buonissimi e pieni di zucchero.
Quando arriva sera, la mamma di ahmed mi fa vedere dove dormo e mi infila nel letto col mio amico. Facciamo testa e piedi, è divertente: sento uno dei piedi di Ahmed sfiorarmi il torace, mentre io provo a fargli il solletico sotto l'ascella. Ma dov'è Mohammed? Dov'è mio fratello? Chiedo a sua madre.
"è in giro... A sbrigare delle commissioni"
'ma mamma e papà quando tornano?'
"mi dispiace che partite" dice Ahmed, e ancora una volta non capisco cosa sta dicendo. "dormi Alì dormi" mi consola sua madre, spegnendo la luce.

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