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Esco dalla doccia e mi guardo allo specchio.
Oggi è il primo giorno di università e la mia ansia è alle stelle.

Calmati Lana, non è così difficile fare amicizia, basta solo... parlare.
Ed è quello il problema. Quando incontro persone nuove divento impacciata e inizio a dire cose stupide.

Forse sono strana.

Faccio un respiro profondo e attacco il phon.
Ho passato tanti anni a pensare al mio futuro e a quanto avrei amato studiare letteratura, non posso tirarmi indietro adesso, ora che ho trovato finalmente i soldi per poter raggiungere il mio primo vero obbiettivo.

Osservo i miei occhi verdi e le mie lentiggini sparse sul naso e sulle guance, forse le uniche cose che davvero apprezzo di me.

"Un po' più di autostima" oppure "un po' più di vita" mi ripeteva sempre mia madre fin da quando ero un adolescente.

Ed io provavo ad ascoltarla, ma non era mica facile.

Metto un jeans e una maglietta grigia insieme a delle scarpe alte.

Sono pronta.

***
Osservo l'edificio davanti i miei occhi stringendomi il piccolo zainetto in una spalla.

Coraggio, ce la puoi fare non è così complicato.

Mi avvio per i corridoi finché non raggiungo la segreteria nella quale una donna sta compilando dei documenti. 

-Scusi mi può dire dove si trova la classe di letteratura inglese?- chiedo sporgendomi dal vetro.
La segretaria mi squadra e poi mi porge un foglio -grazie- le rispondo neutra.

Inizio a camminare per i corridoi seguendo le indicazioni sul foglio.

Secondo piano, corridoio di destra, terza porta.

Improvvisamente sento un forte colpo nella spalla.

Ho già accennato di essere maldestra?

Un ragazzo dai capelli dorati mi rivolge uno sguardo sorpreso e io mi affretto a raccogliere i due fogli che ho fatto cadere a terra, restituendoglieli.

-Oddio scusami non volevo- gli dico con voce dispiaciuta -ero distratta-.

Lui scuote la testa e infila i fogli in una carpetta -sta tranquilla- mi mordo il labbro inferiore.

-Tutto bene?- mi chiede -si sto cercando la mia classe- lui mi squadra e i suoi occhi castani puntano i miei -che corso segui?- chiede gentilmente. Io distolgo lo sguardo non riuscendo a sostenere il contatto visivo e gli mostro il foglio -letteratura-.

Mi concede un sorriso -seguo anche il quel corso, se vuoi ti accompagno-.

Dentro sento un'esplosione di felicità, magari sono riuscita a trovare qualcuno su cui fare riferimento il primo giorno -sarebbe gentile- dico ricambiando il sorriso.

-Trevor Jones- dice allungando la mano -Lana Clark- rispondo stringendogliela.

***
-Simpatico il professore- dico ironicamente camminando accanto a Trevor. Lui risponde con una risata -ci farai l'abitudine-.

Il professore di letteratura, in breve Mr Stephenson, è forse la persona più noiosa e severa sul pianeta e le lezioni sembravano infinite mentre lui parlava.

-Potrebbe farsi una risata ogni tanto- dico scocciata, il ragazzo accanto a me alza le spalle -è fatto così-, io giro il viso verso di lui -lo conosci da molto?- chiedo -in realtà è un amico di famiglia. Sinceramente non ho mai capito cosa ci trovassero di tanto interessante in lui i miei genitori dato che quando veniva a cena era sempre serio e composto senza fare mai una battuta- risponde girando anche lui il viso verso di me.

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