Il taccuino che tengo tra le mani è tormentato dalle mie unghia che sbattono freneticamente sopra di esso.
Strano come avvicinandomi al suo tavolo lui distolga lo sguardo.Sfodero il mio miglior sorriso e faccio passare lo sguardo dal taccuino al suo viso -Prego vuole ordinare?-.
Ha il volto serio, senza far trasparire emozioni -cioccolata calda-.Mi affretto a scrivere e lui si gira verso la finestra -giornata piovosa oggi-.
Porto anch'io lo sguardo sul cielo attraverso la finestra e annuisco, -e la sua giornata com'è?- chiedo -cosa intende?- domanda girando lo sguardo verso di me -intendo.. anche la sua giornata è piovosa come là fuori?-.
Perchè devo dire sempre cose incomprensibili?
Mi sembra di intravedere un sorriso sulle sue labbra rosate
-splendente-.
Forzo un piccolo sorriso e torno al bancone con l'ordinazione per poi prendere una tazza e riempirla di cioccolata.
Scrivo sul foglietto il costo della cioccolata dopo averlo cercato sul menù e porto tutto al tavolo numero 7.-Lei come si chiama?- mi chiede l'uomo mentre poso la cioccolata sul tavolo -Lana Clark- rispondo dopo aver controllato che il suo sguardo fosse riferito a me e non all'altra cameriera.
-Christian Lewis, piacere-
-il piacere è tutto mio- mi affretto a rispondere.
-Viene qui molto spesso?- gli chiedo tenendo il vassoio tra le braccia e la pancia -direi di sì- mi risponde girando con un cucchiaino la cioccolata.Decido di togliere il disturbo e mi dedico agli altri clienti.
***
Mi avvio per il corridoio dell'università tenendo tra le braccia e la pancia gli appunti della lezione. Mr Stephenson oggi si è proprio divertito ad espandere ogni singolo concetto che usciva dalla sua bocca, ma infondo è il suo lavoro, forse dovremmo ringraziarlo di sforzarsi ancora alla sua età.
-Sono stanco morto- dice Trevor spuntando al mio fianco e stiracchiandosi.
-Dovrebbe essere una novità?- gli chiedo ironicamente. Lui tocca la tasca dei jeans procurando un rumore di monete, poi gira il viso verso di me -ti va di andare a pranzare da qualche parte?-. Penso immediatamente agli orari del Carolina's cafè e dentro di me prego di riuscire a mangiare in tempo o per non dover scaricare Trevor nel locale -sì, credo di sì, ma devo essere in caffetteria alle 4-
-va bene- dice il ragazzo accanto a me, per poi con l'indice e il medio della mano destra, scostare delicatamente una ciocca di capelli dal mio viso e metterla dietro l'orecchio.
Il suo tocco è leggero, delicato e quel piccolo contatto tra le sue dita e il mio viso mi trasmette tanto affetto.
Giro gli occhi davanti a me e noto una figura familiare.
Christian.
Lo stesso Christian che ogni giorno siede al tavolo del Carolina's cafè.
Continuo a camminare per il corridoio seguita da Trevor al mio fianco e stringo ancora di più gli appunti. -Qualcosa non va?- mi chiede il ragazzo accanto a me con aria gentile -oh, no va tutto bene-.
So per certo di non dare l'aria di una persona tranquilla, mi mordo il labbro e faccio passare lo sguardo dai muri del corridoio tappezzati di poster e attestati, all'uomo in piedi accanto alla finestra mentre analizza degli scatti in una fotocamera che porta al collo.
Chissà cosa ci fa qui.
Esattamente nel momento in cui passavo accanto a lui, alza lo sguardo e incrocia il mio.
-Signorina Clark- dice con un timbro di voce caldo. Si avvicina lentamente a me e lascia andare la fotocamera al collo.
Deve costare un bel po' quella.
Magari è un professionista.
-Salve- rispondo con una voce strana.
Dio, cerca di parlare in modo normale almeno con le persone che non conosci Lana.
Mi schiarisco la voce -cosa ci fa qui?-. Lui punta gli occhi su di me e alza la fotocamera mostrandomela -sono un fotografo, mi hanno chiesto di fare degli scatti per la pagina dell'università-.
Ha gli occhi azzurri, sono molto belli.
-Lei invece?- mi chiede senza abbassare lo sguardo.
Stavolta sono io ad alzare gli appunti e a mostrarglieli -studio- mi sorride e aggiunge -effettivamente, cosa studia?-.
Alzo lo sguardo e i nostri occhi si incontrano nuovamente -letteratura-.
Lui si tocca la barba non del tutto scura -dev'essere bello- un piccolo sorriso mi sfugge dalle labbra.
Trevor tossisce come per attirare l'attenzione e sia io che Christian ci giriamo verso di lui -oh, lui è Trevor, Jones-. I due si stringono la mano e resto un po' perplessa per la freddezza che mettono.
Trevor mi rivolge uno sguardo -noi non dovevamo andare?- guardo l'orologio e il mio cervello analizza un'ennesima volta il tempo rimanente per fare le mie cose prima di lavorare nonostante siano passati solo cinque minuti.
-Si, hai ragione- rispondo.
-Credo che ci rivedremo molto presto- dico riferendomi a Christian con un sorriso -lo credo anche io- mi risponde ricambiando il sorriso.
Mi porge la mano facendomi notare due anelli, un all'indice e l'altro al medio, e gliela stringo con meno forza rispetto alla sua presa.
Mi giro e io e Trevor ci incamminiamo per il corridoio, ma sono sicura che se mi girassi noterei il suo sguardo su di me.
Cerco di camminare nel modo migliore possibile, certa del suo sguardo addosso.
-Chi era?- mi domanda Trevor -Christian Lewis, un cliente abituale della caffetteria-.
-Capisco, dove vuoi andare a mangiare?- ormai siamo arrivati all'uscita dell'edificio; -che te ne pare della pizzeria dove siamo andati l'altra volta?- gli chiedo ricordando il sapore della pasta sotto quella distesa di pomodoro e formaggio.
-Da Jamie's Pizza? Si direi proprio che mi piace come idea-.
-Hai la macchina no?- gli chiedo -certo- mi risponde lui.
Effettivamente viene tutti i giorni a scuola con la sua macchina.
-Ti dispiacerebbe accompagnarmi dopo pranzo più vicino alla caffetteria?-. Lui mi guarda come se stessi facendo una domanda stupida, -certo- risponde alla fine.
Saliamo in macchina e ci dirigiamo verso la pizzeria, il cielo si è coperto di qualche nuvola per l'ennesima volta in questi giorni, il che non mi da troppo fastidio, ma il mio umore è molto dipendente dal tempo e per quanto possa amare osservare le gocce di pioggia sui vetri, non sono una grande fan del cattivo umore.
Ad ogni modo mi sento tranquilla.
Essere amica di Trevor mi permette anche di fare qualcosa nelle mie noiose giornate che stanno diventando sempre di più giornate interessanti.
Questo dovrò assolutamente segnarmelo quando stasera arriverò a casa.
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Scusate se non ho più aggiornato la storia, oltre a dover studiare per tutto maggio e circa due settimane di giugno ho avuto anche problemi personali, spero di poter aggiornare più spesso adesso che si stanno sistemando le cose
❤️.
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RomanceLana Clark è una giovane ragazza di 22 anni con tanta voglia di cambiare vita. Si trasferisce dalla Georgia fino al South Carolina per lasciarsi i problemi alle spalle insieme alla madre e per studiare Letteratura Inglese. Trovato finalmente un la...