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Ti regalerò una rosa.  (Viola)

Una cosa Viola l'aveva capita sull'amore nel tempo passato con Paolo: se tieni a qualcuno glielo dici o glielo dimostri.

Paolo le aveva scritto una lettera struggente dopo un paio di settimane che si conoscevano, gliela aveva consegnata una sera in riva al mare, in quella cittadina della Cornovaglia che aveva un che di suggestivo, in una notte di luna piena, dopo aver trascorso un pomeriggio a sfidarsi sui campi da tennis e proseguito a cena fuori insieme, con altri ragazzi del gruppo della vacanza studio.
Quel pomeriggio Paolo, al tennis club, aveva assistito alla consegna di una missiva, di cui ipotizzava il contenuto così simile al suo, da parte di Enrico a Viola. E nonostante temesse i suoi sentimenti non fossero corrisposti, o che l'altro pretendente lo avesse battuto sul tempo, a fine serata, con insperato coraggio, gliela aveva messa fra le mani, timoroso.
Viola era tornata presso la famiglia ospitante, e col favore delle tenebre, aveva letto quei sei fogli, in cui ogni sera, Paolo, combattuto per il suo interesse per lei, si metteva a nudo procrastinando l'inevitabile: dichiararsi perché coinvolto. Sei notti in cui le raccontava il tormento che lo rendeva insicuro; e notte dopo notte, facendo violenza alla sua indole schiva, aveva ammesso quel sentimento, a lui nuovo, aveva deciso di cedervi incondizionatamente. E Viola aveva pianto commossa; perché grazie alle sue parole anche lei aveva fatto chiarezza in sé stessa.

Per Viola quindi se una persona non dichiarava i suoi sentimenti, questi non esistevano, ma credeva altresì vi fossero persone più riservate, che usassero la gestualità per esprimersi: un tocco fugace, le mani intrecciate, piccole attenzioni, come poggiare un braccio, possessivo, sulla spalla anche in mezzo ad altri, preoccuparsi...
Paolo aveva conciliato tutto questo.

E per Viola l'amore poteva essere vissuto solo secondo quello schema che aveva amato e che avrebbe saputo riconoscere.
Ecco perché Viola si era convinta che Oliver, nonostante non avesse mai dichiarato apertamente i suoi sentimenti a Caterina, avesse verso la ragazza quel fare esclusivo, intimo che preclude il resto del genere umano e confina la coppia in una bolla solo loro, e non se ne rendeva conto.

Caterina a lezione, raccontava a Viola dei messaggi in cui avrebbe presto incontrato il ragazzo in paese, e sebbene non lo avesse detto chiaramente, perché lui tenesse al riserbo circa la nuova canzone cui stava lavorando, si era lasciata scappare che lui la stesse scrivendo per lei: Caterina.

Viola non era più così convinta di voler partecipare alla serata di Halloween e non trovava, nei giorni che inevitabilmente si avvicinavano, alcuna scusa per evitare un incontro che temeva l'avrebbe ferita, perché quel cantante l'aveva ammaliata e portata davvero a credere che lei fosse degna di trovare un altro Paolo, qualcuno disposto ad amarla, ma non così codardo, poi, da lasciarla.

Il giorno antecedente la festa solenne, Viola, dopo il corso di letteratura inglese, era stata colta alla sprovvista da Caterina, che ormai terminate le lezioni per quel giorno, voleva raggiungessero insieme i ragazzi della band agli studi di registrazione, siti in Porta Romana.
Caterina veva ricevuto un messaggio da Marzia che le invitava a raggiungerle perché avrebbero avuto uno stacco di due ore, fra una sessione e l'altra.
Viola aveva provato ad accampare una banale scusa, ma il finto pranzo con Martina era stato boicottato da un messaggio di Caterina a quest'ultima, scusandosi perché bisognosa del sostegno dell'amica. Nel messaggio aveva aggiunto poi che avrebbe avuto piacere di rivederla, magari all'evento al Bloom.
Viola aveva rimirato con orrore l'sms spedito.
Temeva che Martina, alla quale non aveva ancora accennato dell'evento, ne sarebbe stata entusiasta pur trovando Caterina talvolta irritante e pedante con Viola.
E così si era ritrovata seduta sul tram 23 verso gli studi, senza che nessun'altra idea brillante le evitasse di incontrare cantante e congrega.
Passando davanti la clinica Mangiagalli e il parchetto annesso pensò anche di simulare un malore, poi si riscosse dall'idea malsana e si diede della sciocca.

L'amore secondo Viola.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora