capitolo uno

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sapete quelle giornate orribili dove vi succedono cose che non stanno né in cielo né in terra? quelle giornate dove la sfiga sembra ce l'abbia con voi? come per esempio quella strana mattina di primavera.
erano solo le 7.30 di mattina ed era già successo un casino dopo l'altro. Mi svegliai in ritardo, e quindi sarei arrivata in ritardo al lavoro, perché la sveglia non suonò. Uscì subito di casa e andai in un bar a prendere il caffè. La sera prima ha piovuto e le strade erano infangate, a tal punto che una macchina mi passò di fianco in fretta e furia e mi sporcò tutti i jeans. Presi il caffè da portare via in un bar ed era talmente bollente che appena posai le labbra sul beccuccio del coperchio, me le bruciò tutte. Camminai veloce per non arrivare tardi al lavoro, che era a tre isolati da quel bar, e all'improvviso, mi trovai tutto il caffè, bollente, sulle scarpe nuove. Alzai lo sguardo, e una ragazza bionda con gli occhi color azzurro cielo mi disse "stai attenta la prossima volta" con tono ironico. "em veramente sei stata tu a venirmi addosso, potresti anche scusarti" alzai, forse un po' troppo, la voce.
Fece un ghigno e se ne andò.
non poteva andare peggio di così la giornata
pensai. Mi stavo sbagliando.

appena arrivai alla caffetteria, corsi in bagno e mi pulì quel che rimaneva delle scarpe. Mi sistemai il trucco e uscì. La caffetteria era un piccolo lavoro per pagare le spese dell'università, quelle minime, e dell'appartamento.
Mi misi la divisa, un semplice grembiule con il logo del locale, e andai a prendere le ordinazioni ai tavoli.

"jade, vieni qui un attimo, ti devo presentare una persona" sentì dire dal mio capo, il proprietario.
Appena vidi una ciocca bionda speravo non fosse lei. Ma poi vidi gli occhi, quell'azzurro cielo inconfondibile, che la prima volta mi avevano guardata in modo disprezzante. Non potevo crederci. Non lei.
"ti presento la tua nuova collega, perrie edwards"
allora è quello il nome della vipera, pensai.
"abbiamo già avuto modo di conoscerci" dissi seccata.
"chi non muore si rivede eh" disse con sarcasmo e arroganza.
la odiavo.
"lei ti sostituirà la sera, così potrai andare a casa prima, buon lavoro ragazze" disse il mio capo.
"grazie toby" gli diedi del tu, ha sempre insistito a immaginarlo collega, non capo.

"ciao leigh, appena senti il messaggio chiamami, devo parlarti" lasciai un messaggio in segreteria alla mia migliore amica, colei che c'è sempre stata, e colei che mi fa sempre ridere. Questo è il suo dono, sa come far passare il malumore in poco tempo. è la persona migliore che abbia conosciuto. le devo tutto.

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