jade's pov
Dal giorno in cui perrie mi disse cosa successe veramente durante l'incidente, la vidi molto poco. E in quel lasso di tempo non riuscivo neanche a parlarle. Non capivo perché ogni volta che facevamo una conversazione normale, i giorni seguenti non mi rivolgeva più la parola.
La conoscevo da un mese, e sembrava non la conoscessi affatto. Forse, la parte della prepotente menefreghista era solo uno scudo. Forse in fondo un animo dolce ce l'aveva, e io avrei fatto il possibile per farglielo tirar fuori.Arrivata alla caffetteria le dissi che dovevo parlarle. Uscimmo e andammo in un laghetto nelle vicinanze.
"di cosa dovevi parlarmi?" ci sedemmo sul prato e le dissi
"non ti ho detto tutta la verità"
"riguardo che cosa?" si girò verso di me per ascoltarmi meglio
"sai quando ero in ospedale? prima di aver aperto gli occhi ho sentito delle voci, la tua.
mi dicevi qualcosa sul perdonarti, ma non compresi bene tutte le parole"
"oh.." abbassò lo sguardo e iniziò a torturarsi le dita
"perrie,
perdonarti per cosa?"
alzò lo sguardo e mi disse
"n-niente" si alzò e prima che potesse andarsene mi alzai, le presi il braccio e la girai.
Guardandola negli occhi le dissi
"dai perrie so che era importante"
Continuò a fissarmi indecisa se parlare o no. Poi fece due passi in avanti e posando gli occhi per terra mi rispose
"per averti trattato male sin dall'inizio, per la corazza che mi sono costruita col tempo, per non riuscire a fidarmi di te, per aver paura di soffrire ancora"
le scese una lacrima, gliel'asciugai.
Mi avvicinai a lei e la strinsi forte a me
"non ti preoccupare"
inizialmente rimase sorpresa, poi si lasciò andare e mi abbracciò a sua volta
"grazie jade, ne avevo bisogno""senti perché non ricominciamo? siamo partite col piede sbagliato" le dissi staccandomi da lei
"o-okay, ma non ti prometto che sarà tutto rosa e fiori, non riesco a fidarmi delle persone facilmente" le sorrisi e lei ricambiò.-
Passarono altre settimane in cui legai molto con perrie. Scoprì il suo lato migliore, gentile, premuroso, generoso, divertente.
Ma dovevo dare l'ultimo esame dell'anno e non riuscì ad andare a lavorare, quindi non vedetti più neanche perrie. Dovevo studiare.Il gran giorno era arrivato, ed io mi svegliai in ritardo, come al solito.
Presi la macchina e superando il limite di velocità, arrivai in orario a scuola.
Feci l'esame e decisi di andare in caffetteria per salutare perrie. Quando uscì in cortile per andare al parcheggio, sentì dei singhiozzi. Cercai la persona che stesse piangendo e vidi una ragazza seduta sotto ad un albero con le mani sulla faccia e le gambe alzate al petto.
Non ero sicura di conoscerla, e socchiusi gli occhi per cercare di riconoscere la sagoma.
Mi avvicinai lentamente alla ragazza. Aveva i capelli biondi. Un biondo molto familiare.
Dopo qualche passo mi ritrovai davanti a lei. E capì subito di chi si trattasse.
Era perrie.
Il mio cuore cessò di battere per un istante. Stava piangendo sotto un albero.
La chiamai, lei alzò lo sguardo e riuscì a vedere che il colore dei suoi occhi non era il solito azzurro cielo. Erano spenti. Al suo posto c'erano occhi rossi e gonfi.
La prima cosa che feci fu abbracciarla. Mi abbassai e la strinsi forte. Lei ricambiò subito e iniziò a piangere ancora più forte. Le accarezzai la testa, poi la schiena. Rimanemmo così per un bel pò di minuti.
"sono qui perrie, sfogati pure" cercai di confortarla.
Poi mi staccai dall'abbraccio. I nostri visi erano molto vicini. Con la mano le asciugai le lacrime. Iniziai a fissarle le labbra, sembravano così soffici. Tornai subito a guardarla negli occhi.
"t-ti prego n-non andartene" mi disse con la voce strozzata dalle lacrime.
"non ci penso nemmeno perrie, sono qui. È tutto okay tranquilla" La riabbracciai.
Mi alzai, e le diedi la mano per aiutarla a fare lo stesso. La portai alla macchina.
"ti porto a casa mia?"
Annuì entrando in macchina.Arrivate a casa, perrie si sedette sul divano e io andai a preparare un po' di tè.
Mi sedetti di fianco a lei, le porsi la tazza e le feci la domanda.
"perrie cosa è successo?" con voce dolce.
Stette in silenzio per qualche minuto, poi iniziò a parlare.
"l-lucas mi ha lasciato" iniziò a piangere
"d-dopo avermi tradita" mise le mani davanti alla faccia e iniziò a singhiozzare più forte.
Le dissi che mi dispiaceva, che era solo un coglione e che non se lo meritava. La abbracciai cercando di darle conforto, di farla sentire a casa. Avrei fatto di tutto per lei.