𝑬̀ 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒇𝒂𝒄𝒊𝒍𝒆 𝒎𝒐𝒓𝒊𝒓𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒗𝒊𝒗𝒆𝒓𝒆.

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Che brutta cosa pensare che l'amore svanisce,
ma che nei cuori più fragili riesce sempre a lasciare il segno. Perché per gli animi gentili la fine di una relazione è una guerra, una delusione, una ferita difficile da guarire, fin troppo profonda da lasciare aperta, ed è per questo che si lotta.

Dopo un amore finito si cerca sempre di riscoprirsi,
di guardarsi allo specchio e di piacersi come si piaceva a chi era affianco a noi, si cerca di ritrovarsi, di sentire dentro la forza di andare avanti, di capire che nulla nella vita è sicuro.

Quando una relazione finisce si cerca sempre di ricordare i momenti felici, per soffocare quelli tristi che verranno, e si tende a dimenticare che, in realtà, quando la vita ti toglie qualcosa significa che forse meriti di meglio, che essa ha in serbo qualcosa di migliore per te, qualcosa che ti farà sentire ancora più bella, più amata che mai, perché se riesci ad esser felice con una relazione sbagliata, immagina come ti puoi sentire con l'amore vero.

Mi ci è voluto tanto tempo per arrivarci, soprattutto mi è servito più di un anno per ritornare ad amare, dopo lui. Sì perché, superare una relazione spezzata è una sfida che la vita ti pone e che ti fa crescere, ma un modo per uscirne lo si trova sempre, no?

Mia nonna diceva sempre "a tutto c'è rimedio, tranne che alla morte" e pensandoci, è più facile morire che vivere.  Sì perché, la morte, mi fa pensare ad una città sulle nuvole dove non esiste cattiveria, dove un'anima viene rispettata nonostante ciò che ha fatto nella sua vita, nonostante gli errori, perché chi è che non li compie? Ho sempre immaginato la morte come un posto bello, dove non piove mai ma i fiori crescono lo stesso, dove l'aria profuma di erba tagliata e libri nuovi, dove le rose non appassiscono e tu sei libero.

Invece la vita è un misto di felicità e sofferenza. Quando sembra vada tutto bene, ci si prepara sempre al peggio. Eppure non dovrebbe essere così, perché l'allegria va vissuta a pieno, andrebbe bevuta fino all'ultimo goccio quando ci viene donata. Andrebbe ricercata, aspettata, ma noi sappiamo solo sprecarla.

Nonostante ciò, da quando lui mi ha lasciata, io non sono più la stessa. Ho perso la vitalità che avevo negli occhi e il sorriso che mi portavo sempre dietro.
Ho perso la voglia di fare e di far compiere agli altri delle buone azioni. Perché ho sempre avuto fiducia nella vita, ma poi ho smesso. Ho smesso di ricercare l'allegria, e ho iniziato a credere che l'esistenza fosse fatta di tristezza e oscurità, perché non riuscivo a ricordare la mia vita prima di lui, prima di noi. Ma poi ho capito che l'amore svanisce, ma il ricordo resta, e sta a noi saper affrontare tutto ciò. Ho capito che la tristezza è un seme che va innaffiato e va curato, e che il frutto dell'amore che riponiamo su di esso è la felicità.

Infatti, da quando non faccio più parte della vita di Luca, mi sono spenta come faccio con l'abat-jour prima di andare a dormire, non sono mai riuscita ad elaborare il lutto. Sinceramente, tutt'ora sto provando ad andare avanti, e non nego che è difficile.

Spesso mi appare in sogno, e lì penso sia il diavolo che ama mettere il sale nelle ferite. Sì, perché qualsiasi volta io provi a dimenticarlo, ad andare avanti, mi blocco all'ultimo passo. È come se rivedendo il suo viso, anche solo immaginandolo, avesse il potere di riaprire ogni cicatrice, di spezzare di nuovo ciò che avevo riparato, e non importa quanta colla, quanto scotch o attack io usi per ripararmi, ogni suo respiro mi riporta indietro alle origini.

E io odio tutto il potere che ha su di me, perché vorrei essere l'unica ad avere la capacità di distruggermi, di disintegrare il mio cuore come mi pare e piace. Non mi va che qualcun altro, men che meno lui, possa prendere la mia vita e girarsela tra le mani, scombussolando l'ordine che tento di mettere ogni volta.

Odio piangere sapendo che lui, dall'altro lato, se la spassa come fosse Danny prima di conoscere Sandy. Odio pensare che lui ha il mio cuore e che non ha intenzione di ridarmelo, nonostante si sia ripreso il suo. Odio il fatto che ci gioca a pallone, e poi a pallavolo, e poi lo usa come plettro per la sua chitarra. E odio sapere che lo usa per cantare il nome di un'altra donna.

E poi dire che lo odio, quando nel mio cuore so perfettamente che è il contrario.

Vorrei scrivergli uno di quei messaggi chilometrici che si trovano solo nei libri, o nei film, ma non posso perché ora lui stringe lei tra le sue braccia. Sono stata una stupida a non farlo prima, a nascondere le mie lettere come fossero oro, quando alla fine erano solo cocci di cuore. Avrei dovuto mandarle, anche se per posta, ma avrebbe davvero dovute leggerle.

Però, mettiti pure nei miei panni: ci siamo lasciati in uno di quei modi orribili che ti lasciano un graffio sulla pelle che nessuno potrà mai cancellare o riparare, come avrei potuto mai pensare che lui tenesse a me anche solo un po'?
Infatti, dal 22 agosto 2018, io non ero riuscita a capire se ogni sorriso che mi spuntava sul volto fosse vero o no, figuriamoci se avessi solo pensato che lui in un qualsiasi modo volesse restare con me. Infondo, quando i miei gli hanno detto di andar via, lui non ha mica esitato.

Eppure non ho mai capito dove ho sbagliato, alla fine io ho cercato di dargli tutto il mio amore, e sono finita a dargli tutta me stessa, ogni briciolo della mia anima, perché io avrei fatto di tutto per quel fuoco che mi bruciava nel petto. E lui anche faceva lo stesso, eh. Non credo avesse finto nei due anni di relazione che abbiamo vissuto, o almeno spero.

Anzi, l'unica cosa che spero oggi, è che io riesca ad andare oltre. Perché ciò che mi distrugge è quel noi che non c'è più, quell'assenza in cui mi sono persa, quegli occhi in cui sono intrappolata ma che non vedo da mesi, e quei ricordi che mi stringono come gabbia, ma che mi cullano il cuore.

Forse dovrei smettere di pensarlo, dovrei smettere di controllargli ogni giorno le storie su instagram, i suoi post, e dovrei finirla di pensare a come sta andando la sua relazione, perché così mi faccio solo male, ma alla fine ho sempre la speranza di riuscire a fermare il battito accelerato ogni volta che vedo una sua foto con lei, di riuscire a non provare più nulla, ma risulta  abbastanza impossibile. Almeno per ora.

Spero sempre che arrivi qualcuno a salvarmi, a portarmi fuori dal mondo oscuro in cui vivo adesso. Prego spesso che arrivi qualcuno che riesca a darmi la forza di ricercare l'allegria, di ritrovare la pace con me stessa.

Che poi la pace con me stessa e con il mondo, non sono mai riuscita ad ottenerla.

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