Allora ero un giovane monenh, un essere dalla lunga coda ed il corpo parzialmente ricoperto di peli.
Vivevo nelle più profonda parte della foresta, dove gli alberi possiedono radici lunghe chilometri ed il silenzio si traduce in fruscii e versi di animali.
Laggiù mi trovavo riparato da alberi alti più di trenta metri da quel costante pericolo che erano i draghi.
Quel giorno stavo sfrecciando tra gli alberi, con indosso una leggera toga fosca, che mi copriva le uniche parti non ricoperte da quei peli color albero, oltre alla faccia ed alle piante delle mani e dei piedi.
Agile quanto bastava mi dondolavo tra i rami della foresta, sfruttando anche la mia coda, così da arrivare a destinazione il prima possibile.
Se cadi a terra sarai cibo per draghi! mi ricordavano in continuazione gli adulti del villaggio, se così possiamo chiamarlo, ed in effetti avevano ragione, cadere a terra da trenta metri di altezza significava dare in pasto ai draghi ed altri animali della zona una succulenta poltiglia di monenh, ecco perché avevo imparato a spostarmi efficientemente, nonostante il mio fisico poco agile e muscoloso, o comunque non agile e muscoloso come il fisico del resto dei monenh.
Dopo quella lunga coreografia tra gli alti tronchi della foresta arrivai a destinazione.
Non dovevo far altro che estrarre quei grossi e succosi frutti tondi e gialli dai fori degli alberi, per poi inserire nei suddetti fori nei nuovi semi, che tra qualche settimana sarebbero diventati dei grossi e succosi frutti tondi e gialli, dal sapore dolce e lievemente aspro, esattamente come i frutti di prima.
Niente di più semplice. -Pensavo io, mentre per ogni foro ripetevo sempre le stesse mosse; prendere il frutto, metterlo dentro la sacca, piantare il seme, andare al prossimo foro.
Quel giorno doveva solo raccogliere dei nirvhi, niente di stancante, certi giorni invece per raccogliere qualche frutto dovevo sudare parecchio, solitamente quando si trattava di frutti che crescono in alberelli, che a loro volta crescono in orizzontale, sempre dentro i grossi alberi della fitta foresta.
Poi però, quando la sacca che tenevo sulle spalle si iniziò a riempire, persi la salda presa a quel tronco, e scivolai all'indietro, cadendo nel vuoto.
<AAAHH!!>Urlai, preso dal panico, mentre precipitavo cercavo disperatamente di aggrapparmi ad un ramo o ad una liana, senza però riuscirci.
Venni salvato quando da terra mancavano praticamente cinque o sei metri, un grosso aggrovigliato di liane mi afferrò per il piede, e facendomi rimbalzare come una molla mi salvò da morte certa.
Dopo aver realizzato ciò che accadde sospirai sollevato, svuotando tutta l'aria contenuta nella mia cassa toracica, contento di non essere diventato cibo per draghi, ma la mia allegria venne interrotta da delle grasse risate.
E così alzando leggermente la testa lo vidi, un gruppo di cinque monenh, della mia stessa età, su un ramo in cima, che rideva di gusto.
Cinque monenh di diverso sesso e statura, ma tutti comunque più forti e muscolosi di me.
<Com'è la vista da laggiù, Tiliter?>Mi domandò il monenh che più spiccava nel gruppo, un giovane ragazzo dal fisico parecchio muscoloso, una toga bianca ed il pelo chiaro.
Nel sentire quelle provocazioni diventai paonazzo, sebbene fossi più interessato a liberarmi e non morire piuttosto che rispondere al muscoloso monenh.
Era evidente che tra noi due non scorresse buon sangue, al tempo ovviamente lo odiavo con tutto il cuore, anche se non sembrava, non era altro che una testa vuota, uno spaccone idiota ed impertinente, mentre per Kolan il discorso era diverso, per lui io ero soltanto un povero idiota senza speranze, che si divertiva a prendere in giro e provocare.
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Cronache di un Monenh
FantasyIn una tribu tra gli alberi della foresta, i Monenh vivono pacificamente, lontani dai draghi e le altre mostruose creature, la vita scorre pacifica nel villaggio fino a che, inspiegabilmente, i draghi iniziano a diventare irrequieti, uno dopo l'altr...