Isaac's pov
Sapevo già di non essere un ragazzo normale da.. Beh, diciamo da sempre. La mia famiglia, gli Achard, è sempre stata una di quelle che non tradisce il proprio sangue, infatti molti dei nostri si sposavano e mettevano su famiglia con cugine di secondo o terzo grado,e sapevo che sarebbe toccato anche a me prima o poi, ma la cosa non mi allarmava perché per noi era una cosa normale. La nostra famiglia era conosciuta e temuta da tutti, anche perché il nostro cognome esisteva ed esiste da secoli. Ma a parte questo, un'altra cosa che ci apparteneva e ci distingueva dagli altri abitanti del mondo. Da generazioni, ogni singolo componente della famiglia detiene un potere, tutti lo stesso: la telecinesi,il potere di spostare oggetti o persone.Fin da quando ne ho memoria sentivo parlare i miei genitori di questo potere e all'età di tre anni ho cominciato a spostare i giocattoli solo col movimento degli occhi da un posto all'altro e i miei genitori erano sempre più orgogliosi. All'età di cinque anni mi hanno cominciato ad allenare, a migliorare sempre di più per poter controllare il mio potere. All'età di otto anni sono riuscito a spostare le persone, a farle lievitare solo con lo sguardo. I miei mi dicevano sempre di non usare le mani, era molto pericoloso usarle, specialmente sulle persone perché bastava solo un movimento di distrazione della mano per spappolarle oppure uccididerle. Usando le mani era come avere delle bambole tra di esse, se le schiacci troppo puoi rompere loro le ossa, o strangolarle. Per questo mi era vietato usarle. All'età di nove anni, mi è comparso sul palmo della mano una specie di tatuaggio, il marchio del nostro potere: era un puntino nero al centro circondato da un cerchio più grande e tre triangoli, uno che puntava al nord, uno a sud est ed un altro a sud ovest. A tutti coloro che facevano parte della famiglia compariva a dieci anni o alcuni anche più tardi. Ricordo ancora il dolore che sentì quando mi si disegnò durante la notte, mentre stavo dormendo. Sentí come un bruciore che saliva e ancora la luce rossa che emetteva mentre poco a poco prendeva forma. Ma questo marchio stava a significare anche che tutti coloro che lo possedevano, facevano parte di una ristretta cerchia, che non avrebbero mai tradito gli altri componenti della famiglia e molti, sopratutto con poteri, sapevano l'esistenza della cerchia. Eravamo una specie di organizzazione male intenzionata che da sempre ha cercato di distruggere l'Awkward Institute e con lei la sua presidentessa. Era solo una stupida scuola che aiutava i ragazzini più che altro senza genitori a controllare i propri poteri e farli sentire a loro agio fino al compimento dei diciotto anni. Non ho mai capito il motivo che mio nonno - che presiedeva le riunioni- e tutti gli altri componenti della famiglia odiassero tanto quella scuola e perché volessero distruggere tutto quanto,ma sapevo solo che c'erano cose ben più grandi sotto.
A dieci anni i miei genitori morirono. Era stato un traditore della famiglia a farlo. Cosi mi sono ritrovato in questa stupida scuola. Mia madre, aveva intuito che c'era un traditore ed anche se nessuno lo sapeva, lei era molto amica con la preside della scuola, infatti grazie a lei sono ancora vivo e nessuno sa della mia esistenza.
Ormai sono sette anni che architetto la mia vendetta. Lui non la passerà liscia, lo impediró.
Cristel' s pov
"Ok Cristel conto fino a 10 e poi ti vengo a cercare, va bene?" sorrido a Marie e scappo via dal salotto.
Marie ride e comincia a contare mentre io arrivo al corridoio che porta alle camere, vedo la porta della camera dei miei genitori. Entro attenta a non fare rumore
"7...8..." sta per arrivare al dieci, mi guardo attorno e vado a nascondermi sotto il letto.
"10, che tu sia pronta o no arrivo" mi immagino Marie cercarmi e mi viene da ridere ma mi copro la bocca con le mani. Sento i suoi passi avvicinarsi lungo il corridoio e mi sposto al centro del letto, lontana dai bordi.
La porta si apre e la vedo entrare, comincia a cercare e si avvicina sempre più al letto. Vedo le sue scarpe fermarsi proprio sul bordo.
"Lo so che sei qui..." le sue dita afferrano il bordo delle coperte.
Chiudo gli occhi e nascondo il viso tra le braccia incrociate, sento il fruscio delle coperte che vengono spostate.
Alzo lo sguardo non sentendo nulla e mi trovo il viso di Marie vicinissimo al mio. Rimette a posto la coperta e si alza in piedi
"Cristel dove sei?" esce dalla camera lasciando la porta appoggiata.
Esco dal mio nascondiglio e guardo verso la porta ma Marie non rientra e continua a chiamarmi. Guardo verso lo specchio per un attimo...nulla...mi avvicino allo specchio e lo tocco. Non ci sono, non c'è Il mio riflesso, mi copro gli occhi e mi allontano. Sento il letto dietro di me e mi guardo di nuovo. Il mio riflesso mi guarda come se avessi visto un mostro. Esco di corsa dalla camera e corro fino in salotto dove trovo Marie bianca in viso e tremante. Appena mi vede mi abbraccia e mi bacia sulla fronte
"Cristel dov'eri non farmi mai più uno scherzo del genere""Cristel...Cristel mi stai ascoltando?" Mia madre alza la voce distraendomi dai miei pensieri. Alzo lo sguardo verso di lei in piedi davanti a me, le sue labbra si tirano e si assottigliando mentre mi guarda con aria rigida.
"Non voglio andarci" la guardo "non voglio andare in quel posto di sciroccati, non sono come loro" mi alzo in piedi e vado verso il tavolo della cucina prendendo una mela dal centro tavola.
"Non ho intenzione di discutere, ci devi andare" la sua voce mi graffia mentre parla.
Guardo la mano con cui tengo la mela, chiudo gli occhi per un attimo e li riapro. La mela è sparita e con essa la mano, il polso che sfuma in uno strato quasi di carta velina.
Mi giro e guardo mia madre "per questo mi mandi lì vero? Perché non sono normale perché sono un mostro da nascondere vero?"
Mia madre abbassa lo sguardo e non dice una parola, lascio cadere il braccio lungo il fianco lasciando cadere la mela che torna visibile mentre rotola sul pavimento.
Mi si riempiono gli occhi di lacrime e attraverso la stanza di corsa.
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Awkward Institute
FantasyE se in questo mondo non ci fossero solo persone "normali". Se ci fossero ragazzi e ragazze con caratteristiche speciali e venissero tenuti in istituti creati per proteggerli? Cristel 17 anni si ritrova in uno di questi istituti contro la sua volon...