1. Trouvaille

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21 Marzo 2019.

La galleria di Tracey Emin era piena, nonostante fosse giovedì. Un via vai ininterrotto di persone, che si mescolavano ed osservavano i capolavori appesi alle pareti. Ed io stavo in un angolo; dopo quasi un mese passato a lavorare li dentro conoscevo ogni singola sfaccettatura di quel posto, persino le macchioline sui muri bianchi.

"Dalit, esci dal mondo dei sogni" mi sussurrò Liz passandomi accanto "tra poco arriveranno degli amici della Signorina Emin, non vorrai passare per sbadata e nullafacente" e come era arrivata si volatilizzò dietro le spalle di un uomo poco distante da me.

Mi piaceva l'arte, mi ero laureata in Storia dell'Arte a Roma, ed ero tornata a Londra solo per fare qualche tirocinio in vista di una miglior occupazione lavorativa. Forse le gallerie d'arte non erano il mio pane quotidiano, ma per arrivare a lavorare negli archivi di qualche grande museo bisognava fare un po' di gavetta.
O almeno così continuano a dirmi.

Tracey aveva accettato senza problemi la mia candidatura come tirocinante, nonostante l'arte contemporanea non fosse una cosa che m'interessasse più di tanto. Facevo piccole e semplici mansioni, tipo portare caffè e cibo a chi stava sopra di me.
Quindi a tutti.
Non che mi lamentassi, sarei potuta finire a rattoppare vecchi costumi di scena di una compagnia teatrale formata da Donne divorziate in crisi di mezza età, esattamente come Freya, la mia coinquilina.

La scalata verso il successo si stava rivelando molto più simile alla discesa nell'Ade.

"Ma quello è Harry Styles?" e alla menzione di quel nome mi girai di scatto setacciando tutta la sala, con il cuore in gola. Vedevo i corpi delle persone sfuocati, come se nessuno m'importasse davvero; ma nonostante ciò mi sembrava una grossa bufala la sua presenza nella galleria.
Continuai a guardarmi attorno, poi decisi di riportare l'attenzione al libro di museologia appoggiato sul tavolo davanti a me; avrei dovuto sostenere un esame per poter entrare nel corso indetto dal Victoria and Albert Museum.

Museology or museum studies is the study of museums. It explores the history of museums and their role in society, as well as the activities they engage in, including curating, preservation, public programming, and education.
The words that are used to describe the study of mus...

"Scusi, signorina, sa per caso dove posso trovare Tracey Emin?"

Trouvaille. Mi ricordai quella parola appresa al corso di Filologia Francese. Al nostro professore piacevano le parole strane, di una qualsiasi lingua. Affiancati agli appunti della sua materia avevo mille asterischi e riquadri riempiti con le parole più disparate.

Parola francese che traduce una scoperta casuale, un incontro del tutto fortuito con qualcosa di inaspettato e meraviglioso. Si usa solitamente in campo artistico, ma può valere anche in viaggio, ad esempio quando si sale una scalinata, si gira l'angolo o si arriva alla fine di un vicolo e si rimane a bocca aperta davanti ad una meraviglia.

E in quel momento, all'interno di quella galleria d'arte, mi voltai trovando davanti a me qualcosa di inaspettato e meraviglioso. Harry Styles, vestito in modo casuale, con un sorriso cordiale che mi osservava. Le mie orecchie fischiavano, come quando si sale ad alta quota. E non sentivo nemmeno più il mio battito cardiaco. L'unica volta che avevo avuto una reazione del genere fu quando mi trovai dinnanzi ad una delle mie opere d'arte preferita, La Libertà che guida il popolo. Dentro quel marasma di gente che era il Louvre nel suo giorno di entrata gratuita io mi ero fermata ad ammirare senza fiato la magnificenza del dipinto di Delacroix.

"Oh Harry sei qui, scusami se non sono venuta all'entrata a prenderti ma ero impegnata con un potenziale acquirente" Tracey era arrivata e come un fulmine a ciel sereno mi aveva risvegliata dal mio stato di trance, facendomi rendere conto di aver fissato Harry per qualche minuto senza dire nulla. "Vedo che hai già conosciuto Dalit, la mia stagista" continuò osservandomi negli occhi e lanciandomi uno sguardo infuocato. Che avessi la bava alla bocca e gli occhi lucidi? Mi ricomposi in un attimo e allungai una mano verso l'uomo "Sono Dalit, e scusa se non ti ho risposto, mi hai colto un po' alla sprovvista" lui mi sorrise, come per rassicurarmi e semplicemente mi disse il suo nome. Come se non ci fosse nient'altro da aggiungere.

Si voltò verso Tracey e proseguirono nella visita. Ed in quel momento mi resi conto di aver fatto la figura della psicopatica. Riabbassai lo sguardo sul mio libro, cercando di concentrarmi ma finendo sempre a rileggere la stessa frase. Bloccata su quella riga mi chiedevo perché dovessi sempre risultare imbarazzante allo sguardo delle persone. La ragazzina sbadata, a cui si leggevano tutte le emozioni solo attraverso le espressioni del viso. Probabilmente in quel momento ero rossa e con gli occhi lucidi, come quando si stanno trattenendo le lacrime perché non è il momento ne il luogo opportuno.

"Frefre, riesci a passare da Lola
e prendere tipo 20 cupcake in cui
affogherò i miei dispiaceri?"

"L'unica cosa che vorrei affogare
è la signora Brown.
Comunque vedo cosa riesco a prendere
con le poche sterline che ho nel portafogli"

Sorrisi soddisfatta alla risposta della mia coinquilina, e sperai mi comprasse gli Unicorn Vanilla Cupcake. O i Salted Caramel. O i Rocky Road, anche i Black Bottom mix- perchè Harry Styles sta venendo verso di me?

"Tu hai sempre la testa altrove o sono io il problema?" mi chiese sorridendo scherzosamente. Lo guardai allibita, con tanto di occhi sgranati e bocca socchiusa.
"No in realtà penso sia l'insieme delle due cose" sussurrai torturando la pagina del libro.
"Beh mi dispiace infierire, ma Tracey mi ha detto di venire da te per la guida, visto che lei è impegnata con un signore Giapponese che vuole comprare quasi tutte le sue opere."

Ed ora chi glielo spiegava che io di arte contemporanea non ne sapevo quasi nulla e che in quel posto ci stavo solo per portare caffè e brioche a colazione?

Lay your head down || h.s.Where stories live. Discover now