Capitolo 4

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Il giorno dopo mi risvegliai steso supino sul divano di casa mia con la testa dolente, di quel ragazzo nemmeno l'ombra

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Il giorno dopo mi risvegliai steso supino sul divano di casa mia con la testa dolente, di quel ragazzo nemmeno l'ombra.

Mi alzai a sedere e mi presi la testa tra le mani, serrando gli occhi così forte che presto davanti alle palpebre abbassate incominciarono a danzare tantissimi puntolini neri; solo a quel punto li riaprii.

Ero così dannatamente confuso, non capivo e quel mio non capire si ripercuoteva su tutto il mio corpo: lo sentivo pesante nei movimenti, quasi come non mi appartenesse più, quasi come fossi diventato estraneo di me stesso.

Sospirai profondamente e mi passai una mano sul volto, teso, prima di alzarmi dal divano con calma e guardarmi attorno.

Avevo come la sensazione che quel ragazzo sarebbe potuto piombare di nuovo in casa da un momento all'altro.

Quella stessa sensazione non mi abbandonò nemmeno quando raggiunsi la mia camera, al piano di sopra, anzi si accentuò. Mi guardai attorno nervosamente per almeno un paio di minuti e solamente quando fui sicuro di essere effettivamente da solo riuscii a rilassarmi.

Il sogno che avevo fatto nella vasca prima della comparsa di quel ragazzo che mi ossessionava, il ragazzo stesso, le sue parole, i suoi occhi rossi come un fiume di sangue e ciò che vi avevo scorto all'interno non volevano saperne di lasciarmi stare. Fissavo la porta della mia stanza ma senza vederla davvero, al suo posto rivedevo tutto quanto come in un flashback, così ricco di particolari e sfumature da sembrare reale, davanti agli occhi spalancati.

Era il mio personale tormento quello di rivivere all'infinito quelle vicende, risentire quelle voci, che per me non significavano nulla eppure, allo stesso tempo, sentivo che significassero tutto. Non seppi spiegarmi quella sensazione.

Da quel giorno passò su per giù una settimana, una settimana in cui avevo cercato con tutto me stesso di dimenticare quegli strani avvenimenti

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Da quel giorno passò su per giù una settimana, una settimana in cui avevo cercato con tutto me stesso di dimenticare quegli strani avvenimenti.

Non passavo mai davanti a quel locale, preferendo allungare il percorso piuttosto, e addirittura provavo ansia perfino quando mi ritrovavo a casa da solo; i primi tre giorni dopo aver sorpreso quel ragazzo in casa erano stati i peggiori, quando tornavo da lavoro infatti avevo preso l'abitudine di sprangare porte e finestre per far sì che non entrasse nuovamente ma comunque l'ansia non spariva mai del tutto e anche la notte non dormivo bene.

Black Angel - Anthem of darkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora