Someone you loved

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Louis è nervoso.

Non gli piace ammetterlo, specialmente non di fronte alle sue sorelle, ma lo è — tanto. Anche se è abbastanza bravo a nasconderlo.
Nessuna di loro sembra essersi resa conto del leggero strato di sudore che gli riveste la fronte, né delle dita che tremano quando vanno a scansare i capelli in un movimento quasi isterico.

Lottie è occupata con Ernest, Daisy sta acconciando i capelli di Doris in una treccia e Phoebe è impegnata col cellulare. Fizzy se ne sarebbe accorta, pensa Louis distrattamente.
Fizzy era quella che osservava di più, sempre attenta ai dettagli e ai piccoli particolari. Si sarebbe avvicinata, gli avrebbe carezzato la guancia affettuosamente e con un solo sguardo sarebbe riuscita a rassicurarlo. Ti voglio bene, gli avrebbe detto, e quello sarebbe bastato ad infondergli coraggio.

Louis scuote la testa: non è il momento di farsi prendere dalla nostalgia. Dovrà salire sul palco tra più o meno un'ora e cantare di fronte a quindicimila persone. Deve restare lucido e cercare di calmarsi.

Saluta i suoi fratelli con un abbraccio quando decidono che è arrivata l'ora di andare a prendere posto sugli spalti, poi si siede sul divano del suo camerino e chiude gli occhi.
Non è mai stato così agitato, neanche quando aveva perso sua madre solo un paio di giorni prima e si era ritrovato a cantare sul palco di Wembley per mantenere una promessa.

La voce di Lewis Capaldi gli arriva alle orecchie forte e chiara, specialmente mentre canta 'Hold me while you wait'.
Quel ragazzo scrive dei testi incredibili, ed incredibile è anche il modo in cui Louis è in grado di trovare un piccolo pezzo di sé in ognuno di loro.

È proprio quando le note della canzone cominciano a scemare, che lo schermo del cellulare riposto al suo fianco si illumina.
'Buona fortuna per stasera, Lou. Andrà tutto bene. H.'

Il liscio ridacchia con amarezza. Non ha avuto neanche il coraggio di chiamarlo. Se ne è andato, quella mattina dopo il funerale di Fizzy, con gli occhi ancora pieni di lacrime e l'espressione distrutta, senza salutarlo né rivolgergli la parola.

E adesso, un'ora prima dell'esibizione più importante degli ultimi anni, quella che gli farà capire se ha ancora la forza — e la voglia — di cantare per gli altri, tutto ciò che gli riserva è un misero messaggio di buona fortuna.

Niall lo ha chiamato ed hanno parlato per ore, Liam lo ha raggiunto a Londra il giorno prima solo per dargli un abbraccio che sapesse almeno un po' di casa.

Harry, ormai, non riesce neanche più a sentire la sua voce.

Louis non gli risponde. Posa l'iPhone sul tavolo di fronte al divano e rilascia un sospiro affranto, mentre Capaldi, a pochi metri da lui, inizia a cantare 'Someone you loved'.

I'm going under and this time I fear there's no one to save me
this all or nothing really got a way of driving me crazy

Louis si sente solo, e forse è questo che lo rende nervoso. Ha già sentito la mancanza invadergli ogni parte del corpo. Non è la prima volta che si ritrova a dover fare i conti con il vuoto incolmabile al centro del petto, e lo sa che è una sensazione che non se ne andrà mai, quella di non essere più la stessa persona che era un tempo.

Ma la solitudine — quella gli è completamente nuova. È difficile trovare un attimo per se stessi quando si crescere in una casa piena di persone. Louis non ha mai avuto il tempo per sentirsi solo, neanche quando credeva di averne bisogno.

Anni dopo, poi, quando il successo era un peso enorme da portare, quando l'insicurezza sembrava più grande di lui e si sentiva sempre inadeguato, c'erano un paio d'occhi verdi sempre pronti ad accoglierlo, e delle braccia forti disposte a rimettere insieme con cura ed attenzione ciò che andava in pezzi.

Someone you loved | Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora