La chiusura di un percorso

1.9K 81 13
                                    

Per la prima volta in vita mia mi trovo a corto di parole davanti a un foglio bianco.

Ragazzi, io mi scuso, ma non so davvero cos'altro potrei dire, dopo tutti i ringraziamenti, le spiegazioni, le piccole richieste di aiuto, i consigli, le esperienze e gli auguri che ci siamo scambiati, durante gli anni che hanno visto la nascita, l'evoluzione e, oggi, la chiusura di questo progetto.

Sì, come ho detto nei precedenti capitoli è solo un inizio, ma è comunque la fine di un percorso, la chiusura di un ciclo. Ci saranno altri libri da pubblicare, altre storie da raccontare, questioni da approfondire nei volumi successivi. Però questo, La Banalità dell'Omofobia, o Riccardo, la Pandàfeche ed io, finisce qui, oggi, come vi avevo promesso tanti mesi fa.

L'esperienza di Torino è stata un qualcosa di molto prezioso, per me. Dopo un lungo periodo (lungo in termini di anni) trascorso quasi in totale ritiro dal mondo, sono tornata a fare la turista, a parlare e non più solo ad ascoltare, e a condividere qualcosa che ho nutrito e fatto crescere, nel corso del tempo.

Certo, ho balbettato cose non del tutto comprensibili e sensate, durante la presentazione al Salone nell'Arena Piemonte. Ho scarabocchiato dediche e firme con un'imbarazzante grafia da medico della mutua su dei poveri libri intonsi. Ho ascoltato un ragazzo senza capire quasi nulla di ciò che mi ha detto, perché parlava troppo piano, senza guardarmi negli occhi, e non me la sentivo di dirgli di alzare la voce. Ho completamente cannato un'intervista sul surriscaldamento globale postami da degli studenti delle superiori. Sono stata rapita da un intrattenitore ubriaco vestito da Charlie Chaplin sotto la Mole Antonelliana, che mi ha costretta a ballare su una musichetta anni '20. Ho scambiato la guida del museo Lombroso per mia sorella e le ho detto che l'esposizione mi faceva senso. Ci ho messo tre quarti d'ora a capire come accedere alla chiesa della Sindone. Sono rimasta chiusa nelle porte di un tram. Sul treno, invece, sono stata scambiata per una del personale di bordo.

Però ho anche avuto l'opportunità di visitare una città piena di vita, di storia e di progetti. Ho conosciuto tutte le persone che hanno reso possibile la pubblicazione del libro e dalle quali sono stata accolta con calore, gioia e allegria. Ho finalmente potuto conoscere la mia editor, che è stata la principale compagna di viaggio durante la piccola avventura della pubblicazione. Ho conosciuto il direttore della collana, il presidente del comitato scientifico, la direttrice editoriale della Robin e tante altre persone. Ho incontrato anche Marco Giusta, che oltre a scrivere fa parte della giunta della Appendino, e Giorgio Ansaldo, che con la sua simpatia e la sua gentilezza è subito riuscito a conquistarmi. Ho pure visto Neri Marcorè e Zerocalcare da lontano. Infine, ho potuto incontrare una vecchia amica dell'epoca del liceo che non vedevo e non sentivo più da tanti anni.

Insomma, fra alti e bassi, fra glorie e figure di merda, direi che è stata una bella esperienza in toto. Un'esperienza nella quale anche voi avete avuto una parte e per questo non ho mancato di menzionare la nostra community nei ringraziamenti finali.

Spero davvero che la nuova versione del romanzo possa piacervi. Da oggi potrete ordinarla in tutte le librerie, anche online. Se vorrete lasciarmi stelline e recensioni in giro per il web mi farebbe molto piacere, ma ovviamente non prima di aver letto la nuova versione e aver deciso cosa ne pensate. Per quanto i like e i voti sulla fiducia siano un grande segno di stima e di affetto, preferirei che i miei lettori giudicassero con calma e che leggessero con occhio critico, sentendosi liberi di dire cosa è piaciuto e cosa no.

I libri, dopotutto, si scrivono in due. Il lettore contribuisce alla creazione del libro quanto lo scrittore, lo riempie del proprio punto di vista, lo analizza secondo la propria predisposizione e i propri interessi, cercando e trovando ciò con cui ha maggiore affinità. Non esiste, quindi, una chiave di lettura o un'interpretazione sbagliata, così come non esiste una lettura completa e imparziale.

Ora io vi saluto, vi abbraccio forte forte, e vi lascio con la speranza di ritrovarvi ancora, da qualche altra parte, in un altro tempo.

Per ordinare "Riccardo, la Pandàfeche ed io" online:

Robin Edizioni: http://www.robinedizioni.it/nuovo/riccardo-la-pandafeche-ed-io

IBS: https://www.ibs.it/riccardo-pandafeche-ed-io-libro-gaia-micolucci/e/9788872744543

Amazon: https://www.amazon.it/Riccardo-pand%C3%A0feche-ed-Gaia-Micolucci/dp/8872744547/ref=sr_1_fkmrnull_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&keywords=riccardo+la+pandafeche+ed+io&qid=1557735091&s=gateway&sr=8-1-fkmrnull

it/Riccardo-pand%C3%A0feche-ed-Gaia-Micolucci/dp/8872744547/ref=sr_1_fkmrnull_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&keywords=riccardo+la+pandafeche+ed+io&qid=1557735091&s=gateway&sr=8-1-fkmrnull

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
La banalità dell'omofobiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora