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Camminando per le strade di Granada ti rendi conto di quanto il mondo sia piccolo ed ignorante.
Le persone se sei una ragazza e vai in giro con un paio di pantaloncini oppure con una sigaretta in bocca ti lancia occhiatacce, bisbiglia, sussurra; beh posso dire che da quando mio padre è morto, queste cose mi scivolano addosso per poi scendere sotto la suola dei miei anfibi proprio come cicche insignificanti.
Camminavo da svariati minuti quando rividi dopo anni un luogo tanto familiare quanto misterioso, dove passai metà della mia vita, purtroppo non per divertimento o per attività che dovrebbe svolgere una bambina di 9 anni ma per stare con il mio amato padre anche quando si sbronzava.
Buttai fuori dalla bocca l'ultima nuvola di fumo ed entrai, non era cambiato nulla, il solito tavolo da biliardo, il bancone annerito dal fumo, i diversi alcolici che mi avevano sempre incuriosita.
"Buongiorno, cosa ti servo?" disse una donna di mezz'età che non mi rivolse neanche lo sguardo.
"Salve cercavo il signor. Duran" appena dissi quel nome la signora si pietrificò per poi alzare lo sguardo verso di me.
"Potresti ripetere?" disse "Cercavo il signor. Duran, se vuole glielo scrivo" dissi impaziente "Sei tu Annita?" abbastanza stranita ed infastidita dalla situazione annuì.
"Sei cresciuta, ti ricordavo più piccola ed educata" disse con un mezzo sorriso sulle labbra "Si? Io invece non mi ricordo proprio di lei" lei rise. "Vieni ti porto nel retro" la seguì senza indugio, dovevo assolutamente parlare con quel bastardo di Duran.
Appena giunti sul retro mi guardai attorno, pur avendo passato maggior parte della mia infanzia in questo bar, non mi era mai stato permesso di venire qui.
"Siediti, vuoi qualcosa da bere? Hai l'età?" mi sedetti "Sì e sì una vodka lemon grazie" dissi, marcando il "grazie" per infastidire la donna.
Mentre sorseggiavo la bevanda paradisiaca stavo ben attenta a ogni movimento dell'ancora sconosciuta donna fino a quando iniziò a parlare.
"Mio marito è sempre stato testardo e posso giurarci che anche negli inferi sia così, non mi dava mai ascolto, faceva sempre di testa sua, finché questo suo comportamento lo ha portato al capolinea" avevo ormai intuito che Duran fosse morto ma sopratutto avevo capito che questa donna davanti a me è,o per meglio dire, era sua moglie, ma a pensarci bene io non avevo mai visto nessun tipo di donna affianco a Duran se non delle prostitute.
"È stato un duro colpo, ma sai cara Annita, il tempo passa e il dolore diventa una parte sempre presente, perennemente accanto a te e quindi dopo 2 anni puoi ben capire che dovevo abituarmici o almeno farmene una ragione" continuò, cazzo dovrei chiederle come si chiama.
"Scusami se ti interrompo, ma io non ho mai visto alcuna donna affianco a Duran e mi sembra abbastanza strano non conoscerti" lei diresse il suo sguardo, precedentemente ancorato al vuoto, nel mio, come se la mia voce l'avesse riportata alla realtà, "Hai ragione, come potresti conoscermi, Lui teneva molto alla sua vita privata e non l'avrebbe mai e poi mai mischiata con il lavoro, per cui io e mio figlio siamo sempre stati, per così dire, coperti da un lenzuolo, anche perché se qualche suo rivale avesse scoperto di noi avrebbe facilmente potuto ricattarlo. Mi chiamo Elena comunque" riflettendoci quel bastardo era proprio furbo, niente male Duran.
"Tuo figlio?" decisi di cambiare discorso, non mi sembrava adatto scendere in confidenza con questa povera donna che mi faceva sempre più tenerezza, "Lui sta bene, mi da una mano al bar, mi ha aiutato a costruire qualche camera da affittare per i clienti che sono troppo sbronzi per tornare a casa, lui è la mia salvezza insomma" disse ridacchiando, sorrisi anch'io.
"Hai un posto dove stare?" mi chiese cambiando discorso, "In realtà no, la casa è stata venduta all'asta quando mio padre è morto" Elena sbiancò "Torres è morto? Da quanto?" me ne ero completamente dimenticata, lei è all'oscuro "È morto da circa 2 mesi, overdose" dissi secca, anche se mio padre era un coglione, lo amavo più di ogni altra cosa, lui c'è sempre stato, non mi ha mai fatto mancare niente e quando mia madre si è suicidata lui si è preso cura di me più di chiunque altro "Mi spiace davvero tanto bambolina, puoi stare qui, ti darò la camera migliore" disse cercando di, di fare cosa? Consolarmi? Faccio davvero così pena? "Grazie, davvero, ma non ho i soldi per pagare l'affitto" la donna riflettè "Potresti lavorare qui come compromesso" disse entusiasta, mi sembrava un ottima idea.
Un posto in cui stare, un lavoro, soldi e alcol a volontà, perfetto.

spazio autrice
non spaventatevi non sarà così noioso, spero che più andrete avanti più sarà coinvolgente come per me è scriverlo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 28, 2019 ⏰

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