11. Il primo e l'ultimo

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«Mi raccomando, segui tutte le indicazioni che ti ho dato e se hai dubbi chiamami… almeno per le prime settimane

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«Mi raccomando, segui tutte le indicazioni che ti ho dato e se hai dubbi chiamami… almeno per le prime settimane. Togli l’involucro di plastica tra un paio di orette e poi assicurati di mettere sempre la pomata; i primi giorni cerca di avvolgerlo con un pezzo di carta, la pelle è ancora sensibile, sarà normale avere qualche fastidio» disse Jungkook a Minjun, mentre gli porgeva il resto.

Il nipote alzò gli occhi al cielo. «Ti ricordo che non è il primo tatuaggio che faccio» ribatté quasi seccato.

«Non ricordarmelo» il maggiore incrociò le braccia sopra il bancone «riesco ancora a immaginare lo sguardo assatanato di tua madre… anche tu, potevi dirglielo che saresti venuto» lo rimproverò.

«E a quale scopo? Sono maggiorenne e autonomo… di certo non dovevo avere la sua approvazione» alzò le spalle in segno di indifferenza.

«Sei sempre uguale, la tua testardaggine non cambierà mai» scosse la testa Jungkook.

«Papà dice che è il marchio di fabbrica di noi Jeon» rispose con orgoglio Minjun «dice anche che tu ti sia rammollito grazie a Taehyung» ridacchiò infine.

Non fece in tempo a replicare, perché il minore ricevette una chiamata; Jungkook capì che era al telefono con suo fratello, molto probabilmente era arrivato per portarlo a casa.

«Devo andare» disse Minjun rivolgendosi allo zio «salutami Taehyung».

Jungkook annuì e chiese al nipote di salutare a casa.

Quando arrivò al suo appartamento, Jungkook lo trovò silenzioso e buio; lo trovò strano, di solito il suo ragazzo tornava sempre prima di lui.

Prese il cellulare e notò che gli era arrivato un messaggio di Taehyung qualche minuto fa, che diceva di raggiungere da solo il locale in cui si sarebbero dovuti trovare con i loro amici, perché lui e Namjoon stavano ancora cercando di risolvere un problema tecnico; quindi, fattosi una doccia veloce e preparatosi per la serata, si diresse al bar.

Seduto a un tavolo vicino al piccolo palco – allestito per l’occasione – trovò Seokjin, impegnato a giocare con il proprio cellulare per ammazzare il tempo.

«Seokjin-hyung!» lo chiamò Jungkook, mentre si sedeva di fianco all’amico.

«Ehi Jungkook-ie» il maggiore gli sorrise «fra poco dovrebbe arrivare Tae, hanno appena finito e Namjoon si sta preparando per salire».

In effetti, dopo un paio di minuti andò a sedersi al loro tavolo anche Taehyung, non prima di aver salutato Jungkook con un bacio a fior di labbra.

«Canterai anche tu?» chiese il più piccolo.

Il suo ragazzo annuì, «sì, alla fine».

Quando Namjoon salì sul palchetto accese il microfono che teneva in mano e – appurato funzionasse – si schiarì la voce: «buonasera a tutti… per chi non mi conoscesse sono RM e stasera canterò le canzoni del mio nuovo mixtape mono che troverete anche sul mio profilo di SoundCloud, spero vi piaceranno» detto questo cominciò a introdurre ogni singola canzone e a svelare qualche curiosità sul testo, prima di cantarne ognuna.

Poi fu il momento di chiamare Taehyung sul palco, per cantare insieme a Namjoon 4 o’clock, canzone scritta da entrambi.

«Prima di concludere questa serata, che spero sia stata piacevole per tutti, lascio il posto a V, il quale vorrebbe dirvi due parole» dopo avergli dato una pacca amichevole sulla spalla in segno di incoraggiamento, il maggiore scese dal palco, per sedersi con Jungkook e Seokjin.

«Cosa significa?» chiese Jungkook in un sussurro, mentre i suoi due hyung si scambiarono degli sguardi complici.

«Dedico questa canzone, interamente scritta da me, a una persona speciale che è tra il pubblico stasera… vorrei dirgli che anche se le cose non andassero per il meglio, lei rimarrà il mio più grande amore, e che se per qualsiasi circostanza ci dovessimo separare, io per lei ci sarò sempre, e custodirò ogni singolo nostro ricordo felice… il titolo della canzone è Scenery, spero sia alla tua altezza, l'ho scritta con il cuore in mano».

Lo stomaco di Jungkook si chiuse tutto d’un tratto, gli mancò il respiro e un nodo cominciò a formarsi in gola, mentre il cuore perse un battito, per poi esplodere dentro la cassa toracica.

La voce profonda e roca – ma allo stesso tempo soave - di Taehyung, mentre recitava quella poesia dedicata a lui, lo fece tremare d’amore, e gli entrò sottopelle; difficilmente si sarebbe scordato di quel momento.

Taehyung era stato il suo primo amore e, in quel frangente, si rese conto che – molto probabilmente – sarebbe stato anche l’ultimo.

Taehyung era stato il suo primo amore e, in quel frangente, si rese conto che – molto probabilmente – sarebbe stato anche l’ultimo

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