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Era da più di due ore che la musica a palla dei BTS risuonava nella nostra casa.
Si vedeva che Jungkook era abituato a quel clima di caos.
<Posso farti una domanda?>
<Dimmi> rispose girando la testa verso di me.
<Perché proprio me? Insomma, non mi piace la tua musica, sono un hater per te, come mai vuoi passare del tempo proprio con me?>
Si mise a sedere e mi guardò.
<Non sempre chi ti ama ti dice la verità. Una fan può dirmi tutto quello che vuole, ma quando la mia carrierà finirà, mi mollerebbe senza pensarci due volte: ho un carattere strano, sono testardo e non so prendermi cura delle persone, poche di quelle che mi amano starebbero con il vero Jeon Jungkook. Sono così e basta. Prendere o lasciare?>
Un ragazzo che parla così non lo avevo mai sentito.
Una volta smesso di parlare, cominciò ad aprire dei cassetti vicino al mio letto.
Here we go again...
"Non ha mai imparato a non toccare tutto quello che vede?" pensai.
<Cosa stai cercando?> chiesi, senza muovermi.
<Dove tieni i fogli con sette ragazzi impiccati disegnati> disse ridendo.
<Non mi permetterei mai di farlo>
<E allora non sei una hater. Non ti piace la nostra musica, cosa c'è di strano?> domandò sorridendo.
Perché tutto quello che diceva suonava così saggio? Perché mi faceva pensare così tanto?
Tornai a guardare il tetto.
Sentii qualcuno salire le scale e pensai al peggio.
<Spero solo che Jackson o Bambam non entr->
La porta interruppe la mia frase.
<Y/n, sei così silenziosa, volevo sapere se stavi ben- EH?>
Jungkook saltò in piedi dallo spavento alzando le mani.
Jackson cadde a terra, per poi rialzarsi dopo pochi secondi.
Jungkook mi guardò.
<Jackson...> dissi sbuffando.
"Jackson?" mimò Jungkook con le labbra.
Feci un 'si' con la testa.
<Y/n, io non volevo disturbarvi, volevo solo sapere se stavi bene, comunque tu...> spiegò guardando Jungkook.
Quest'ultimo fece un sorriso isterico.
<Me ne vado, Y/n, mi dovrai delle spiegazioni> affermò Jackson andandosene.
Quando chiuse la porta, si sentirono delle urla.
A quel punto, scoppiai in una risata.
<Ti ama>
<L'ho notato> sorrise lui.
<Dovresti aiutarmi a farli smettere di mettere le tue canzoni a tutto volume> lo pregai.
<Cosa vuoi che faccia?>
<Va' da Bambam e digli di smetterla. Con tutto il rispetto del mondo eh, però non li sopporto più>
Jungkook fece un "si" con la testa e andò verso la porta.
In quel momento a Jungkook arrivò una chiamata.
<Pronto? Namjoon...>
Alzai lo sguardo così da poter osservare i suoi movimenti.
<So che dovrei essere lì da tempo...> continuò, mordendosi un labbro.
Mi auguravo che nessuno sarebbe venuto a sapere della mia esistenza.
Ero un'amica passeggera, che magari l'indomani avrebbe già dimenticato.
<Sono da una ragazza> disse lanciandomi un'occhiata.
Feci un sospiro profondo e posai lo sguardo sulla finestra, ancora aperta.
<Non so quando tornerò, non ora di certo>  affermò guardando l'ora.
<Senti, se non puoi stare qui allora va' via. Non voglio creare alcun tipo di problema a te e a tutta quella gente che ti sta intorno> spiegai.
Allontanò il telefono dall'orecchio e lo coprì con la mano.
<Stai tranquilla, posso restare.
E anche se dovessi andarmene ti porterei con me> disse lui, sicuro delle sue parole.
La determinazione nel voler sempre fare tutto di testa sua, il suo essere convinto che le cose vanno fatte come dice lui, erano le cose che odiavo di più.
<Chi ti ha detto che voglio venire con te?> Domandai.
Sbuffò e senza rispondere tornò al telefono.
<Joon, tornerò domani o sta notte> affermò lui, sfogliando dei libri dalla mia scrivania.
Dopo pochi secondi chiuse la chiamata, mise il telefono in tasca e venne vicino a me.
<Bene, possiamo stare insieme quanto vuoi> mi disse sorridendo.
Gli sorrisi anch'io, in modo annoiato.

Paradise  [ Jungkook x Reader 〕Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora