Chapter Three

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Chapter three.

Sobbalzai al rumore della porta, avevo paura di girarmi e vedere quella persona, avevo timore di guardarlo negli occhi, avevo paura di scoprire che non era la persona che io credevo fosse..

‘Sei qui..’ sentii la sua voce emettere una risatina

Mi girai, dovevo farlo nonostante avessi paura..

‘Già..’ ingoiai un nodo di timore di paura.

‘Togliti la giacca..’ disse lui andando a posare una bottiglia d’acqua nel mini frigorifero

‘Sì..’ la tolsi a malavoglia..la poggiai sulla piccola poltroncina e io rimasi lì in piedi al centro della stanza, aspettando qualche sua mossa..

‘Sai perché sei qui stasera?’

‘Certo, per l’intervista, e a proposito di questo..’ la sua voce bloccò la mia frase

‘Perché..sei bella..e mi piaci.’ Mi disse guardandomi negli occhi e avvicinando sempre di più il suo corpo al mio..mi prese il fianco e mi diede una specie d’abraccio, credo che gli facesse piacere sentire i miei seni sui suoi pettorali..

‘Io..?’ chiesi con un filo di voce..

‘Sì..tu..piccola..’ sorrise e mi guardò..

Cercai di liberarmi da quella presa potente sul mio fianco..ma non ci riuscii

‘Secondo me ti stai sbagliando..e riguardo l’intervista, la mia amica Merijei è rimasta  molto delusa, mi spieghi perché non le hai permesso di venire stasera?’

‘Giorgie, per un periodo devo seguire solo la tua intervista, devo conoscerti bene e tutto il resto..chiaro?’

Appoggiò la sua testa sulla mia spalla..dopo qualche istante mi sollevò, io sobbalzai facendo un urlo coperto da un sospiro..

Non sapevo cosa fare, ero spaventata a morte, ma avevo paura di fare mosse brusche..

‘Puoi passare la notte qui?’ chiese lui togliendosi la maglia..

‘Perché?’ dissi io ancora seduta sul letto..

‘Abbiamo tanto da fare, le interviste non si fanno da sole’ mi sorrise e successivamente prese il telefono che era sul comodino e digitò un numero di quattro cifre. ‘ Due bicchieri e una bottiglia di champagne, il migliore che c’è.’

Attaccò la cornetta e iniziò a farmi qualche domanda.

‘Emh, allora vediamo..dove sei nata?’

‘In Italia, ma sono 8 anni che vivo in Inghilterra.’ Risposi alla domanda e poi iniziai a guardare il pavimento..

‘Sei un tipo timido a quanto vedo.’ Fece uno dei suoi sorrisetti a mezza luna

‘Abbastanza..’ dissi imbarazzata

Per qualche secondo ci fu il silenzio più totale il quale per fortuna fu interrotto da qualcuno che bussava alla porta.

‘Vado io.’ Disse per poi andare verso la porta di legno scuro.

‘Champagne servito.’ Mi porse il bicchiere di cristallo davanti

‘Amore devi usare la bocca per berlo non gli occhi.’

‘Simpatico, ma io non bevo..di sera.’ Dissi allontanandomi qualche centimetro dal bicchiere

‘Brutte esperienze?’ Chiese mentre versava lo champagne nel suo  bicchiere

‘Sì, qualcosa del genere..’ risposi molto vagamente, non mi piaceva parlare del mio passato.

‘Fammi indovinare, party con gli amici un bicchiere tira l’altro e tu ti ritrovi sul letto di qualche sconosciuto.’ Disse dopo aver sorseggiato dal bicchiere

‘ Peggio!Sul pavimento del bagno di uno sconosciuto.’

‘No, davvero non ci credo, anche io ho fatto lo stesso, mi ritrovai sul pavimento del bagno di uno sconosciuto.’

Scoppiamo entrambi in una sonora risata poi ci guardammo io tirai un bel respiro e iniziai a bere il primo bicchiere.

**

Mi stese sul letto, e mi fece stendere accanto a lui, mi tolse le scarpe , e mi mise sopra di lui, avevo la mani sopra il suo petto per mantenere un po’ le distanze..

‘Perché tremi?’ aggrottò le sopracciglia

‘No..niente..’ dissi con la voce tremolante..

Mi accarezzò i capelli, e io rimasi a vedere tutte le sue mosse..

‘davvero io ti piaccio?’ chiesi mentre mi accarezzava dolcemente

‘Certo perché?’ disse senza distogliere il suo sguardo e le sue dita dai miei capelli..

‘No nulla..’

‘Io ti piaccio?’

‘Scherzi vero? Certo.’ Dissi con le lacrime agli occhi

‘Davvero?’ mi sorrise, quel sorriso stupendo che mi faceva star bene, ogni singolo giorno..

‘Sì..’ dissi un po’ rattristita..

‘Perché sei triste?’ Mi alzò il mento, per farmi avvicinare al suo viso

‘Ho sentito le guardie..’

‘E che dicevano?’

‘Che stanotte farai di nuovo sesso..’

Zayn abbassò gli occhi, e iniziò a giocare con il mio ciondolo a stella..

‘Zayn..mi stai usando.’ Mantenendo un nodo in gola per non scoppiare a piangere..

‘Forse non dovevamo bere quello champagne.’

Furono le ultime parole che ricordai di aver detto e di aver sentito.

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