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Taehyung's pov

Mi alzai dal mio comodissimo letto per andare a lavarmi e portai il cellulare con me.
Lessi il buongiorno da parte di Jungkook: non ci fu modo migliore di iniziare la giornata.
Misi un'accappatoio e andai a fare colazione in cucina, dove trovai mia madre quasi saltellante di gioia.
«Taetae, indovina chi ha trovato lavoro?»
La guardai stranito.
Ero felice, non per la notizia,
ma perché finalmente vidi mia madre sorridere dopo tanto tempo.
«Raccontami di questo tuo lavoro» dissi e lei così fece.
«Quindi smetti di lavorare part-time, okay?»
A quelle parole accennai un sorriso e l'abbracciai.
«Grazie figlio mio, di tutto.»

Andai a scuola e incontrai Jungkook, il quale mi diede un piccolo bacio sulla guancia e incrociò le dita della sua mano destra con la mia.
Passeggiando per i corridoi, un branco di bulletti catturò la mia attenzione.
Dissi a Jungkook di andare avanti e così fece.
Vidi la vittima di quel gruppo: Park Jimin.

«Guardate questo frocio come ha appena ammesso la sua omosessualità»'
Diceva uno di loro, mentre gli altri continuavano a pestarlo.
Non riuscivo a vederlo in quello stato,
m'intromisi.

«Non avete nient'altro da fare? Ridicoli. Ve la prendete con un vostro coetaneo, bello schifo.
Chi siete voi per giudicare una persona? Chi minchia siete?
Andate a fare i duri da un'altra parte, prima che quelle teste di minchia che vi ritrovate le prendo, conservo ed utilizzo come decorazione a Natale».

Una cosa che proprio non sopporto è il bullismo.

Per fortuna se ne andarono, e porsi la mano a Park Jimin per sollevarlo da terra.
Nel frattempo intravidi Jungkook applaudire rumorosamente per la mia eroica impresa.
Jimin mi ringraziò e si inchinò.
Era un bravo ragazzo, dolce e sempre disponibile.
O, almeno, questo credevo...

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