Capitolo 1.

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Capitolo 1

Echo

"Mio padre è un maniaco del controllo, odio la mia matrigna, mio fratello è morto e mia madre ha...be'...dei problemi. Come crede che stia?"

È così che avrei voluto rispondere alla domanda della signora Collins, ma mio padre dava troppa importanza alle apparenza perché replicassi con onestà. Perciò sbattei tre volte le palpebre e dissi: «Bene».

La signora Collins, la nuova psicologa della Eastwick High, si comportò come se non avessi aperto bocca: spostò una pila di cartelline al lato della scrivania già stracolma e frugò tra i vari documenti, mettendosi a canticchiare quando trovò il mio fascicolo, spesso quasi otto centimetri, poi si premiò con un sorso di caffè, lasciando un impronta di rossetto rosso sul bordo della tazza. L'odore di caffè scadente e di matite appena temprate riempiva l'aria.

Alla mia destra, mio padre sbirciò l'orologio mentre, alla mia sinistra, la Perfida Strega dell'Ovest si agitava impaziente sulla sedia. Stavo perdendo la prima ora di calcolo, mio padre una riunione molto importante, e la mia matrigna di Oz...? Di sicuro stava perdendo la concentrazione.

«Non trovate che gennaio sia fantastico?» domandò la signora Collins aprendo la mia cartellina. «Anno nuovo, mese nuovo, un nuovo programma a cui lavorare» senza aspettare una risposta, prosegui: «Vi piacciono la tende? Le ho fatte io».

Con un movimento sincronizzato, mio padre, la mia matrigna e io ci volgemmo verso le tende a pois rosa appese alle finestre che davano sul parcheggio degli studenti. Facevano un po' troppo Casa nella Prateria, un veri e proprio pugno in un occhio per i miei gusti. Nessuno di noi rispose, e il silenzio creò un pesante imbarazzo.

Il Blackberry di mio padre vibrò. Con uno sforzo esagerato, se lo sfilò dalla tasca per controllare il display. Ashley tamburellò le dita sulla pancia arrotondata, mentre io leggevo le varie targhe dipinte a mano appese al muro, così da concentrarmi su qualsiasi cosa che non fosse lei.

"Il fallimento è il tuo unico nemico. Se vuoi salire non guardare in basso. Abbiamo successo soltanto se ci crediamo. Sopra la panca la capra campa; sotto la panca la capra crepa."

Ok... L'ultima frase non c'era, ma se ci fosse stata l'avrei trovata divertente.

La signora Collins mi ricordava un Labrador troppo cresciuto, con i suoi capelli biondi e il suo atteggiamento troppo amichevole.

«I risultati dei test attitudinali di Echo sono favolosi. Dovreste essere molto fieri di vostra figlia» Mi sorrise sincera, mostrando tutti i denti.

Timer partito. La mia ora di terapia era ufficialmente iniziata. Circa due anni fa, dopo l'incidente, i servizi sociali avevano "fortemente incoraggiato" la terapia... e papà aveva imparato in fretta che era meglio dire di si a qualsiasi cosa "fortemente incoraggiata". Le sedute si tenevano in un ufficio separato alla scuola, dove andavo regolarmente come un qualsiasi paziente. Grazie ai fondi dello Stato del Kentucky e a un' assistente sociale troppo zelante, ero entrata nel programma sperimentale. L'unico incarico della signora Collins era gestire un gruppo di ragazzi del mio liceo. Che fortuna!

Mio padre si raddrizzò sulla sedia. «I suoi voti di matematica erano bassi. Voglio che rifaccia i test.»

«C'è un bagno?» s'intromise Ashley «Al piccolo piace starsene seduto sulla mia vescica.»

Almeno quanto a lei piaceva stare al centro di tutto.

La signora Collins le rivolse un sorriso tirato e le indicò la porta. «Attraversi la sala principale a vada a destra.»

Da come si mosse per alzarsi, sembrava che Ashley portasse in grembo una palla di trenta chili invece che un bambino. Scossi la testa disgustata, cosa che attirò un occhiataccia da mio padre.

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