We will rock you

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Il viaggio in treno non era stato dei migliori per Tish. Ostacolata dai continui ritardi, era riuscita ad arrivare a Roma Termini solamente dopo la mezzanotte. Esausta si era infilata nel primo taxi disponibile e, solo allora, si era potuta concedere di godere delle bellezze della capitale che correvano veloci oltre i finestrini dell'auto.

Anche se andava spesso a Roma per lavoro, i ricordi delle serate spensierate in cui, senza meta, vagava per le viuzze del centro erano ogni giorno più sbiaditi. Le erano rimaste solo delle sensazioni bellissime che conservata gelosamente in alcuni cassetti ben nascosti sul fondo del cuore e nei testi di qualche canzone.

Oltrepasso' l'ingresso dell'hotel con il naso ancora carico dei profumi della notte romana. Grossi lampadari davano bella mostra di sé nella hall mentre un ragazzo, rigido nella propria divisa, le sorrideva dal banco della reception.
-Ben arrivata Signorina Boric- disse riconoscendo la rossa e posando subito dopo lo sguardo sul grosso registro delle prenotazioni -abbiamo già provveduto alla sua registrazione, perciò non mi resta che consegnarle la chiave della sua stanza e augurarle una buona nottata.-
-Grazie.- rispose sorpresa Tish recuperando la chiave posata sul legno lucido -È sicuro che non le serve altro?-
-Sicurissimo signorina, hanno provveduto ad effettuare la registrazione per lei data l'ora tarda in cui si prospettava arrivasse.-
L'impegno con cui quel ragazzo, probabilmente suo coetaneo, si sforzava di parlarle in termini così forbiti la fece sorridere. Congedandosi, se lo immaginò in un altro contesto circondato dai suoi amici e non le risultò difficile, a quel punto, captare la sua cadenza romana. Probabilmente fuori da quelle mura, un po' per liberazione, un po' per abitudine, era di quelli che faceva del dialetto stretto il proprio biglietto da visita.



La camera, resa grande e luminosa grazie agli arredi in legno chiaro, era bellissima, ma tutta la sua attenzione fu catturata dal mazzo di girasoli posato ai piedi del letto. Sorrise, riconoscendo in quell'omaggio floreale la firma di Maria.
La stanza, che si affacciava su una piccola vietta del centro storico, era illuminata debolmente dalle luci che circondavano il Colosseo. I suoi occhi stanchi si riempirono di meraviglia osservando il modo in cui le ombre morbide del monumento si stagliavano nitide sui mattoni a vista; mentre il marmo bianco di una chiesa baluginava spettrale nella notte.
Roma, Tish ne era certa, possedeva qualcosa di magico. E fu proprio con gli occhi carichi di quegli scorci fiabeschi che, esausta e ancora perfettamente vestita, crollò in un sonno profondo senza sogni.



-Allora Tish tu entrerai dall'ingresso B, accederai in un secondo momento quindi non sarai in studio al momento della messa in onda.- l'accuratezza con cui l'assistente di regia le stava impartendo ordini era encomiabile.
Quella mattina aveva cercato in ogni modo di rubare informazioni dalle persone che la circondavano. Aveva sottoposto ad uno stretto interrogatorio perfino la truccatrice che, professionale e fedele a Maria, si era limitata a sorriderle mentre copriva con un filo di trucco le sue adorate lentiggini.
-Posso almeno sapere la scaletta della puntata? Ho fatto le prove e mi avete detto da che parte dovrò entrare...ma potete essere più precisi sul quando e sul come?- Tish cercò di sfoderare invano la sua migliore faccia da cucciola con Daniela, una delle signore della sala trucco che l'avevano coccolata ai tempi della scuola.
-Sei una rompipalle amica mia.-
Il suono di quella voce alle spalle la fece scattare in piedi. Umberto ebbe solo il tempo necessario per spalancare le braccia mentre l'amica, che alzandosi aveva quasi ribaltato lo sgabello che occupava, gli atterrava addosso.
-Umby!!!! Sei uno stronzo, sono due giorni che ti mando messaggi!- disse Tish, stampando un bacio sulla guancia irsuta dell'amico e stritolandolo in una morsa ferrea.
Indossava la divisa dei professionisti ed era, come al solito, un gran bel vedere. Nero dalla testa ai piedi, sembrava un leone con la sua criniera di ricci biondi.
-E chiediti un po' perché non ti ho risposto stronzetta- replicò lui, sciogliendola dall'abbraccio -mi avresti tormentato con le tue domande e non avrei potuto dirti nulla in ogni caso.-
-Sei comunque un pessimo amico.- sentenzio' la rossa sistemandosi un ciuffo sulla fronte e ravvivando i capelli che ora le scendevano lunghi sulla schiena. -Come stai?-
-Non mi lamento, sono un po' agitato per il nuovo anno ma nel complesso va tutto alla grande. Comunque sono venuto qui per darti questo.- disse Umberto mostrandole la stoffa cremisi che teneva tra le mani.
Quel panno si rivelò essere un mantello che, una volta indossato, le arrivava ai piedi. L'ampio cappuccio, se ben calcato sul capo, le copriva completamente il viso rendendola irriconoscibile.
-Sono pronta per Hogwarts a quanto pare..- scherzò Tish dando di gomito all'amico.
-Però questo lo devi indossare così!- aggiunse lui sistemandole il cappuccio sulla testa di modo che non vedesse più niente.
-Stai scherzando vero?!-
-Assolutamente no e ora dammi la mano che dobbiamo andare.- concluse lapidario Umberto afferrando la mano dell'amica e avviandosi verso lo studio.

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