Mind games

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Si era dovuta ricredere. L'idea che aveva avuto Alberto era effettivamente geniale e un po' le dispiaceva non esserci arrivata per prima. All'inizio quelli della produzione si erano mostrati reticenti, condividendo il timore che una mossa del genere potesse andare troppo a favore di Arianna. Pur riconoscendo questa possibilità Tish si era ritrovata a spalleggiare il collega come ai vecchi tempi, asserendo che comunque, in un modo o nell'altro,avrebbero contributo a confezionare una base per la ragazza.

Installo cronico, dopo più di mezz'ora, avevano richiesto anche l'intervento di Maria che, con stupore dei più, aveva concesso loro carta bianca su questa decisione.


-Credo di non essere mai stato così affamato in vita mia.- disse Alberto posando il menù sul tavolo dell'unica osteria che avevano trovato aperta a quell'ora.

-Io invece credo di non averti sentito dire altro nella vita.- scherzò Tish osservando i turisti che, fotocamera alla mano, scattavano all'impazzata oltre la vetrina del ristorante.

Il sole pomeridiano, ormai prossimo alla discesa, gettava ombre morbide sui passanti e sulle facciate delle case. Adorava quel momento della giornata perchè si riusciva quasi a toccare la vera essenza delle cose. Era come se le ombre strappassero piccoli pezzi di anima a chi le attraversava, diventando man mano più scure.

-Comunque grazie per prima- continuò Alberto -non ero sicuro che mi avresti spalleggiato.-

-Era una buona idea- si giustificò Tish ripescando il cellulare dalla borsa e ricacciandolo subito indietro quando lesse sullo schermo l'innumerevole quantità di messaggi ricevuti.

-Beh non era scontato, perciò grazie.- disse Alberto versando ad entrambi il vino rosso che aveva ordinato con così tanta perizia.Evidentemente, pensò Tish, con il tempo aveva affinato il proprio gusto in fatto di bevande.

Ora che la musica non era più l'argomento principale delle loro conversazione, Tish si rese conto che del nuovo Alberto che aveva davanti conosceva ben poco. Tutto quello che sapeva di lui era frutto di pettegolezzi tra addetti al lavoro e di chiacchierate filtrate coni loro vecchi amici nel corso degli anni. Passati i primi tempi aveva perfino smesso di controllare i social del ragazzo, fermamente convinta che non vedere più nulla che lo riguardasse l'avrebbe aiutata a superare la cosa. Quella consapevolezza, di dover per forza formulare delle domande per sapere la qualunque, la colpì inaspettata. Tanto da non riuscire a comprendere appieno come si sentisse a riguardo.

-Tish tutto ok?-

La voce di Alberto la risvegliò dai suoi pensieri, costringendola a buttare fuori le parole -Certo, certo è tutto ok!-

-Sicura?-la rincalzò lui mentre il cameriere posava sul tavolo le ordinazioni.

-Sì sicura- asserì sistemandosi il tovagliolo sulle gambe -anzi no.- sbuffò.

Nascose il viso tra le mani sentendolo avvampare dall'imbarazzo quando Alberto scoppiò a ridere.

-Ok Tijana, con calma.- la tranquillizzò lui, incrociando le braccia inattesa.

Grazie a quel movimento Tish riuscì a scorgere quasi per intero il grosso tatuaggio che gli ricopriva gran parte del braccio. Oltre alla musa Euterpe e allo spartito musicale che già conosceva, vi erano ora anche tanti piccoli simboli e una scritta ad occupare l'incavo del gomito.

-Come fai?- chiese stranita -Voglio dire..ti comporti come se non fosse successo nulla. Siamo a pranzo dopo non esserci parlati per anni e tu lo fai sembrare così...normale.- cacciò fuori, incapace di trasformare i pensieri che le si affollavano in testa.

-Non mi sto comportando come se non fosse successo nulla- si giustificò lui cambiando espressione e afferrando la forchetta -ma credo che sia inutile rimanere impantanati ancora nello stesso punto. O stai forse per sputare fuori la verità del secolo?- concluse, addentando una quantità spropositata di bucatini.

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