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È più o meno mezzanotte e  siamo tutti seduti attorno al fuoco su delle sedie da campeggio. Indosso il mio maglione grigio preferito, largo e morbidissimo, del quale cerco di allungare le maniche sempre di più, fino a coprirmi le mani mentre le avvicino al volto per appoggiarle sulle mie guance. Percepisco la pelle del viso scottare a causa della troppa vicinanza al fuoco. Sulle mie gambe però compaiono dei brividi. Porto ancora i pantaloncini corti  e comincio ad avvertire un po' di freddo per colpa del lieve vento della notte estiva.  Sfrego le mani sulle cosce nude per riscaldarmi e poi avvicino leggermente la mia sedia verso il braciere. I miei amici stanno ridendo attorno ad esso e cerco di riprendere il filo del discorso, essendomi persa come al solito nei miei pensieri. Sbatto più volte le palpebre per abituare i miei occhi verdi alla nuova fonte luminosa e alla sua elevata temperatura e riesco nuovamente a distinguere le figure che mi circondano.
"Tieni Lu, assaggia questo" dice Martina passandomi un bicchiere di plastica trasparente, pieno sicuramente di qualche super alcolico scadente.
La guardo un po' diffidente ma accetto senza tante lamentele l'intruglio violaceo che la mia amica mi ha appena offerto. Il liquido scende lungo la mia gola e lo sento bruciare, ma è una sensazione a cui sono abituata ormai. Il drink è decente ma nulla di che, chissà cosa ci ha messo dentro quella svitata... Ha una strana passione per inventarsi i miscugli più stravaganti e talvolta nauseanti.
"Allora?!" Mi chiede alzando un sopracciglio, in attesa che esprima il mio giudizio su quella bevanda improvvisata.
"Beh..." alzo gli occhi al cielo e fingo di pettinare una barba che non ho, come fossi un critico, un sommelier " non è così male. Un 7 direi. Sa di sciroppo per la tosse." dico rigirando il liquido nel bicchiere con fare teatrale. " cosa c'è dentro?" Domando curiosa.
"K-guar e lemon soda. Particolare vero?! A me piace!" Mi risponde con un sorriso.
Martina è proprio una persona genuina, capace di tirarti su il morale con la sua allegria travolgente. Ciò che più mi piace di lei è il suo avere sempre una buona parola per tutti, la sua positività. Sposto lo sguardo dai ricci ribelli della mia amica e ritorno a prestare attenzione alla conversazione generale, cercando di capire di cosa stanno parlando.
"Luca, obbligo o verità?"
"Verità"
Ah, stanno facendo quel giochetto da immaturi...
"Hai mai fatto le corna a Jessica?"
Che domanda stupida, la sua ragazza è seduta proprio in parte a lui, anche se lo avesse fatto non lo ammetterebbe mai in sua presenza. A volte Marco è davvero un cretino. Continuo a sorseggiare il mio drink mentre alzo gli occhi al cielo e assumo una posa ben poco femminile.
"Certo che no! Che domande sono?!" Risponde Luca indignato. La fidanzata, che prima aveva rizzato le orecchie, assume ora una postura più rilassata e riprende la conversazione con l'amica vicina, fingendosi indifferente. Ha avuto paura per un attimo, patetico. Lui Scuote la testa e fulmina Marco con un'occhiata, ma poi lascia correre. Poi abbassa lo sguardo e inizia a squadrare le facce delle persone attorno al fuoco per cercarne una a cui fare la prossima domanda. "Giulia, obbligo o verità" dice infine, puntando gli occhi sulla bionda seduta dalla parte opposta del cerchio.
"Obbligo" risponde lei con aria di sfida.
"Ti obbligo a finire tutta la vodka!"
Lei accetta e si fa passare la bottiglia, della quale afferra il collo con le lunghe unghie laccate di rosso. Il liquido è ormai quasi finito e lo beve tutto d'un fiato. Alla fine si passa il dorso della mano sulle labbra per asciugarsi le gocce che le sono scivolate sul mento e punta i penetranti occhi azzurri, ora leggermente arrossati, nei miei. La sua bocca si piega in un sorriso inquietante e poi parla, con tono provocatorio "Luna, obbligo o verità?"
Cerco di mantenere il controllo del mio corpo, altrimenti sarei già schizzata in piedi per prenderla a schiaffi su quella sua faccia tosta. Ha un odio nei miei confronti questa povera ragazza che non capisco da cosa possa nascere. È la più bella della classe, per non dire della scuola, ma si ostina a prendere di mira me. Non voglio rischiare di scegliere obbligo con lei, chissà cosa mi imporrebbe di fare, ma se scegliessi verità potrebbe essere ancora più imbarazzante. Non so proprio cosa fare . Sto esitando troppo, si accorgerà che è riuscita a mettermi in difficoltà con una semplice domanda ed un'occhiataccia e ne sarà soddisfatta.
"Obbligo" rispondo con calma, come se nel mio cervello non avessi appena contemplato tutte le figuracce che mi sta per far fare. Le peggiori immagini di me rossa in volto per l'umiliazione si susseguono nella mia mente e le mie labbra si piegano in un sorriso nervoso. Cavolo le sto concedendo troppo potere. Cerco di riacquistare la mia sicurezza schiaffeggiando mentalmente la mia autostima per darle una svegliata mentre lei sfodera un ghigno malefico, si prepara a sganciare su di me la bomba di cattiveria e, senza mai staccare gli occhi dalla mia figura, dice "ti obbligo a baciare uno dei presenti". Bersaglio colpito e affondato. Spalanco gli occhi e mi raddrizzo sulla sedia, sporgendomi verso di lei.
"Come scusa?" Fingo di non aver capito. Non può averlo fatto davvero. Improvvisamente provo un caldo soffocante.
Lei con una risatina diabolica mi deride e poi avanza anche lei con il busto nella mia direzione " Ho detto che ti obbligo a baciare un ragazzo, hai capito o vuoi che ti faccia un disegnino, una dimostrazione pratica o qualcosa del genere?" Ripete scandendo ogni singola parola con tono saccente. Questa è cattiveria gratuita, bullismo, terrorismo psicologico! Non può farmi questo, sapevo fosse una stronza di prima categoria ma non credevo sarebbe arrivata fino a questo punto!
Ok, niente panico Luna, è solo un bacio. L'importante è non scegliere lui.
"Tutto qui?! Facile! Sinceramente mi sarei aspettata di peggio da te Giulia" dico alzando le spalle per cercare di non darle l'opportunità di mettermi i piedi in testa. Fingo che non mi abbia messo per niente in difficoltà e con l'atteggiamento più disinvolto che riesco ad assumere inizio a guardarmi intorno per scegliere il ragazzo da baciare. Ovviamente Filippo sarà l'ultimo della mia lista, infatti il mio sguardo si tiene ben lontano dalla sua figura. Della mia cotta per lui ne sono al corrente praticamente tutti, e a quanto pare anche la mia acerrima nemica che ha ben pensato di tirarmi un colpo basso. Passo in rassegna ogni ragazzo della compagnia seduto attorno a quel fuoco: Luca, Francesco e Diego sono fidanzati quindi off limits, Simone è dell'altra sponda e ha un rifiuto naturale per qualsiasi contatto, anche solo parziale, di tipo sessuale con le donne quindi gli risparmio i conati di vomito, e poi c'è Marco, ma Marco è Marco. È un no a prescindere. Rimane solo lui. Scegliendolo gli confermerei quelle voci che probabilmente gli sono già giunte all'orecchio ma che ho cercato faticosamente di smentire. I miei occhi sono ora su di lui. Indossa una felpa senza cerniera nera e tiene il cappuccio alzato per proteggersi dal vento, coprendo così i lunghi capelli castani che probabilmente tiene come suo solito raccolti in uno chignon disordinato. Il suo viso è completamente esposto alla luce del fuoco e tale illuminazione fa sembrare i suoi zigomi ancora più pronunciati e perfetti. Le ombre mostrano anche la piccola gobba sul suo naso, danno permanente che un ragazzo più grande gli aveva lasciato durante una rissa fuori da un locale. Anche lui ha ancora i pantaloni corti, ma i suoi gli arrivano sopra le ginocchia, mostrando i suoi polpacci sviluppati, risultato di molte ore di allenamento con la squadra di calcio della scuola. Si vede solo una parte del tatuaggio del lupo sulla sua gamba. Alzo lo sguardo e noto la sua mandibola definita contrarsi. Arrivo a guardarlo dritto negli occhi, azzurri e freddi come il ghiaccio.
"Beh, non credo di avere altra scelta" dico verso di lui.
Il segreto sta nel non farsi prendere dal panico e restare disinvolte, buttarla sul ridere per fargli credere che non ti interessi veramente , che lui sia uno come un altro e che non lo stia scegliendo perché gli sbavi dietro da anni. Perché mi sta ancora guardando? Io alzo le palle come per chiedergli scusa e mi alzo in piedi, pronta ad andare incontro a lui e al mio destino, ovvero quello di essere presa in giro a vita. Non so con quale coraggio sto per fare questa cosa. Sento le risatine di Giulia e della sua amica, probabilmente già compiaciute dell'umiliazione che stanno per farmi subire. Di colpo lui prende l'iniziativa, si alza di scatto e in due passi è davanti a me. Mi supera in altezza di diversi centimetri e mi sento così piccola e indifesa vicino a lui. Filippo mi prende il viso tra le mani, le sue dita si intrecciano tra i miei lunghi e lisci capelli castani. Mi avvicina velocemente al suo volto guidandomi verso la sua bocca e sono costretta ad alzarmi in punta di piedi. Vedo il suo viso avvicinarsi al mio, leggermente inclinato da un lato, e i suoi occhi che sono già chiusi. Non posso credere a quello che sta succedendo, eppure in pochi secondi le mie labbra toccano quelle sottili di lui, del ragazzo che ho amato segretamente da anni. Anche le mie palpebre si chiudono e realizzo veramente ciò che sta accadendo. Le emozioni sono troppe per poterle comprendere, il cuore batte talmente veloce che sembra poter esplodermi nel petto, il cervello va in tilt e le gambe le sento diventare come di gelatina. Prendo il suo volto nelle mie mani e cerco di coprire la visuale delle nostre bocche che si toccano agli altri, perché sì ci stanno ancora guardando molto probabilmente, ma non mi importa. La mia mente non funziona e tutto ciò a cui riesco a pensare è a noi due. Le mie labbra si schiudono, le nostre lingue si toccano, si rincorrono e io mi sento in paradiso. Ecco le farfalle nello stomaco, ecco la sensazione di non avere la terra sotto i piedi, quella felicità assurda che ti fa credere di essere tre metri sopra il cielo, proprio come diceva Step a Babi nel film. In un angolino remoto e ancora parzialmente funzionante del mio cervello, una vocina mi ricorda che sono sì intenta a limonare il ragazzo che mi piace, ma che lo sto facendo davanti alle facce probabilmente scioccante dei miei amici. Mentre riprendo il controllo della mia mente, del mio corpo e delle mie azioni le nostre bocche si separano. Tutto finisce così come è iniziato, in un battito di ciglia. I nostri corpi si staccano e riapro gli occhi, mentre lui appoggia la sua fronte contro la mia e rilascia un sospiro, ancora con le palpebre abbassate. Le sue ciglia sono così lunghe e scure. Poi si allontana e riprendo il contatto con il mondo reale. Mi volto verso il gruppo, paonazza in viso e incapace di nascondere un sorriso soddisfatto. Mi giro e rivolgo a Giulia la parola con disinvoltura " bene... Martina obbligo o verità?"
Lei mi guarda con gli occhi spalancati poiché essendo a conoscenza della mia cotta sta probabilmente cercando di decifrare la mia reazione.
"V-V-verità" balbetta ancora tutta scioccata.
Mentre fingo di pensare alla prossima domanda, il mio sguardo vaga sulla figura di Giulia, che dopo il bacio è ammutolita e ora sul suo viso è ben distinguibile la gelosia. Poi ovviamente osservo anche lui, con nonchalance. È lì, il cappuccio alzato, le mani incrociate e gli occhi penetranti fissi nei miei.

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