La partita del cuore

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L'allenatore esce dallo spogliatoio chiudendo dolcemente la porta lasciandoci da soli con il compito di trovare la giusta motivazione per affrontare l'ultima partita di rugby di campionato con la quale ci giochiamo l'accesso in Elite.

Personalmente non amo aspettare e preferisco molto di più prendere l'iniziativa, forse è anche per questo che sono il capitano della mia squadra, interrompo il silenzio e l'austera meditazione della squadra chiamandoli uno ad uno e consegnandoli personalmente la maglia che si sono guadagnati con lo sforzo di tutta una stagione, non voglio neanche perdere tempo a provare a replicare il discorso di Al Pacino mi limito solamente a ricordare a tutti lo sforzo fatto per arrivare a giocare questa partita e che ero felice di essere uno dei 15 leoni a scendere in campo quel giorno.

Cosi' da quel momento basta parole solo fatti, scendiamo in campo con la testa giusta e con tutto il cuore  contro degli avversari che fanno altrettanto, l'adrenalina aumenta placcaggio dopo placcaggio e uno scatto dopo l'altro aspettando solo l'occasione giusta.

Ecco infatti che dopo un inizio equilibrato un giocatore avversario prende la palla e avanza per linee dirette, nessun problema lo placchiamo in due uno alle gambe l'altre alto al corpo, tirandogli una bella botta perde la palla, ora dobbiamo sfruttare bene l'occasione, facciamo viaggiare la palla con delle belle mani fino all'ala, deve superare un 1 vs 1 ma essendo 190cm * 90kg non ha problemi a rompere il placcaggio e a schiacciare la palla in meta,  è festa ma la partita è ancora lunga.

Tuttavia  fortunatamente per noi riusciamo a restare sempre avanti di qualche punto fino agli attesissimi tre fischi dell'arbitro che ci consentono di liberarci e di sfogare tutta l'ansia in urla di gioia, SIAMO IN ELITE mi sento felice libero e spensierato tutto questo in un momento.

Ma la vita non ci consente di godere di queste sensazioni per troppo tempo, infatti al momento di ringraziare il pubblico per il caloroso sostegno non solo per quella partita ma per tutta la stagione, guardai tutte le persone tra il pubblico, cercandola e sperando di vederla, ma invano.

                  Cosi' cerco di dimenticarmi di lei rientrando nello spogliatoio e facendo festa con i miei compagni, rimpiangendo comunque il fatto che non sia venuta a vedermi in quella partita che sapeva essere importante per me.

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