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-Signorina Lorenzo,possiamo partire?- domandò l'autista davanti a me accendendo lamacchina e svegliandomi dal mio piccolo stato di trance.

-Cosa?- chiesi confusasistemandomi nei sedili posteriori e mettendomi gli occhiali da sole,e cercando di guardare l'uomo attraverso lo specchietto.

-Ho domandato se fossepossibile partire- rispose velocemente aspettando una mia risposta etenendo in accensione la macchina.

-Oh, certo- arrossìleggermente dato che non ero abituata a questo tipo di servizio, anziera la prima volta che entravo in una macchina così seriosa maquesta volta la decisione di mio fratello era stata quella, e non hopotuto controbattere.

Mio fratello si chiamaJorge, Jorge Lorenzo. Fin da piccolo ha cercato di dare il massimoper raggiungere il suo sogno seppur privandosi dei suoi annimigliori, e guardate adesso, è un campione del motomondiale.

Io e mio fratello siamocome il giorno e la notte, sia fisicamente che caratterialmente.L'unica cosa che invidiavo a Jorge era la sua forza. Lui era forteper davvero.

Quando i nostri genitorivennero a mancare per un incidente stradale, lui aveva compiuto dapoco la maggiore età mentre io ero solamente un ingenua bambina disei anni.

Jorge è sempre statoforte. L'ha dimostrato molte, forse troppe volte anche fuori dallapista. Mi ricordo la prima volta che dovette spiegarmi che il ciclomestruale era una cosa naturale per noi donne, ma la sua facciadisgustata non rendeva molto convincente il suo discorso.

L'unica cosa che Jorge hadeciso per la mia vita è stata la sicurezza e la privacy. Quandotutto il mondo veniva a conoscenza di un nuovo talento dentro ilmotomondiale, Jorge ha deciso di farmi vivere dietro le quinte.

E ringrazio Jorge,infinitamente, per avermi fatto vivere la mia adolescenza come unaragazza normale.

-Stiamo per arrivare-avvisò l'autista mantenendo lo sguardo attento davanti a se e ioannuì appoggiando la testa contro il finestrino. -Quanti anni hasignorina?- continuò notando il mio disagio e cercò educatamente dirompere quel silenzio creato.

-Fra pochi mesi ne faròventi- sorrisi sistemando la maglietta e guardando in lontananza ilcircuito che lentamente si avvicinava a noi. Per la prima volta sareientrata in un circuito dato che c'era stato un inconvenientenell'appartamento mio e di Jorge, e quindi mio fratello si vedevacostretto a farmi spedire come un pacchetto postale, in Qatar.

-E' l'età migliore,goditela- sorrise allegro e poi mi guardò tramite lo specchietto -Hadeciso di proseguire gli studi?- domandò iniziando a rallentare.

-Sono riuscita ad entrareall'università di giurisprudenza a Barcellona- risposi togliendomigli occhiali da sole e iniziando ad ammirare la grandissima entratadel circuito di Doha.

L'autista entrò in unaseconda entrata, più riservata, e mille bus di immense dimensionierano parcheggiati perfettamente al loro posto, sapevo che sichiamavano "motorhome", una casa viaggiante. Jorge mi avevaavvisata che avrei dormito lì.

-Vuole già entrare nelpaddock?- chiese l'uomo davanti a me mentre parcheggiava davanti albus di mio fratello.

-Cosa è?- chiesiabbastanza confusa uscendo dalla macchina e prendendo lo zaino con ilibri di università.

-Vuole vedere il signorLorenzo?- domandò riformulando la domanda e io annuì innocentemente-Allora mi segua- iniziò a camminare a passo svelto.

Iniziai a camminareseguendolo e cominciai ad osservare curiosamente ciò che stavaaccadendo accanto a me; c'erano persone che correvano, urlavano opeggio guidavano scooter tra la folla per raggiungere piùvelocemente possibile il suo box.

Si accendono i motori || Marc MarquezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora