2.

276 19 2
                                    


-Il volo è andato bene?-domandò mio fratello uscendo dalla camera del motorhome, easciugandosi velocemente i capelli con un piccolo telo.

Jorge ha sempre avuto unbuon gusto, nel vestirsi e sopratutto nel design, e si notava daquesta piccola casa mobile soprattutto dai suoi colori chiari che sisfumavano in un grigio chiaro. I mobili moderni descrivevanoperfettamente la personalità di mio fratello, e io mi sentì subitoa mio agio.

-Ho dormito- risi dando unmorso alla mela e guardandolo scrollando velocemente le spalle -Comemai ti stai preparando?- domandai confusa notando che si stavamettendo una semplice t-shirt nera e coprendosi con un un giubettonero con mille borchie. Jorge era molto appariscente, forse troppo.Lui ama vestirsi bene, anche perandare a fare la spesa indossava i suoi vestiti migliori.

-La sera, noi piloti con inostri amici e amiche- sottolineo l'ultima parola mimano levirgolette con le dita -Nel piccolo piazzale del paddock facciamoqualche bevuta molto tranquilla in prossimità alla gara- raccontòsistemandosi i jeans skinny davanti allo specchio.

Io lo guardai attraversolo specchio e finendo la mia mela, e feci una smorfia per implorarload uscire con lui dato che mi sarei annoiata da sola in quella speciedi casa, e lui sbuffò.

-Non se ne parla- dissechiaro e continuando a guardarsi allo specchio e spruzzandosi addossoil suo fidato profumo One Million.

-Ma ho quasi vent'anni!-replicai io sbattendo velocemente gli occhi e facendo il labbruccio,il punto debole di Jorge.

-Appunto- risposeguardandomi e avvicinandosi a me e dandomi un veloce bacio sulla nuca-Netflix ti aspetta- mi guardò -Non aspettarmi sveglia- continuòandando verso la porta.

-Ti vergogni di me?-domandai senza pensarci e appoggiando i gomiti sul tavolo eguardandolo dritto negli occhi.

-Ti voglio proteggere, èdiverso- ammise Jorge con voce ferma e decisa facendo capire chestava dicendo la verità, per poi guardarsi attorno e sospirò. -Haidue minuti per andarti a cambiare, non farmi cambiare idea- sbuffòtoccandosi le tempie.

Io sorrisi correndo acambiarmi velocemente e tirai fuori dalla valigia la prima cosa chemi capitò: era un vestito bianco, molto estivo, dato che in Qatar sisuperavano i trenta gradi anche di sera e lo indossai abbinandolo adelle all star nere.

Mi guardai allo specchio esciolsi i capelli lasciandoli cadere lunghi sulla schiena e sorrisiandando verso mio fratello.

-Sei in ritardo di trentasecondi- disse Jorge guardandomi e scrutandomi attentamente e quandovide che ero senza trucco, sospirò sollevato -Sei semplice- continuòsistemando il mio vestito -Rimani nell'anonimato, va bene?- mi guardòprotettivo.

-Va bene, capo- annuìuscendo dal motorhome e sentì in lontananza una musica e Jorge simise i suoi occhiali da vista e scese velocemente le scale,avvicinandosi a quel suono.

Dopo pochi minuti dicamminata mi ritrovai in un piccolo piazzale con qualche tavolinooccupato da persone a me sconosciute e la musica di sottofondoriscaldava la serata.

-Vado a salutare qualcheamico- disse Jorge avvicinandosi ad un gruppo di persone sedute alcentro del piazzale e io rimasi in piedi, in disparte, a guardare lascena come una semplice spettatrice.

L'unica persona che sonoriuscita a riconoscere è Valentino Rossi, il campione italianoindiscusso di MotoGp. Chi non lo conosceva?

-Tu sei la nuova ragazzadi Jorge?- domandò una voce dietro di me e io mi girai guardando ilragazzo dietro le mie spalle e alzai un sopracciglio confusa. Equesto chi è ora? -Oh, che maleducato, io sono Andrea Dovizioso, unex compagno di squadra di Jorge- mi raccontò. In effetti, miricordavo di un italiano che correva insieme alla Ducati con miofratello, ma se non sbaglio, non si erano mai calcolati troppo.

Si accendono i motori || Marc MarquezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora