-Il volo è andato bene?-domandò mio fratello uscendo dalla camera del motorhome, easciugandosi velocemente i capelli con un piccolo telo.
Jorge ha sempre avuto unbuon gusto, nel vestirsi e sopratutto nel design, e si notava daquesta piccola casa mobile soprattutto dai suoi colori chiari che sisfumavano in un grigio chiaro. I mobili moderni descrivevanoperfettamente la personalità di mio fratello, e io mi sentì subitoa mio agio.
-Ho dormito- risi dando unmorso alla mela e guardandolo scrollando velocemente le spalle -Comemai ti stai preparando?- domandai confusa notando che si stavamettendo una semplice t-shirt nera e coprendosi con un un giubettonero con mille borchie. Jorge era molto appariscente, forse troppo.Lui ama vestirsi bene, anche perandare a fare la spesa indossava i suoi vestiti migliori.
-La sera, noi piloti con inostri amici e amiche- sottolineo l'ultima parola mimano levirgolette con le dita -Nel piccolo piazzale del paddock facciamoqualche bevuta molto tranquilla in prossimità alla gara- raccontòsistemandosi i jeans skinny davanti allo specchio.
Io lo guardai attraversolo specchio e finendo la mia mela, e feci una smorfia per implorarload uscire con lui dato che mi sarei annoiata da sola in quella speciedi casa, e lui sbuffò.
-Non se ne parla- dissechiaro e continuando a guardarsi allo specchio e spruzzandosi addossoil suo fidato profumo One Million.
-Ma ho quasi vent'anni!-replicai io sbattendo velocemente gli occhi e facendo il labbruccio,il punto debole di Jorge.
-Appunto- risposeguardandomi e avvicinandosi a me e dandomi un veloce bacio sulla nuca-Netflix ti aspetta- mi guardò -Non aspettarmi sveglia- continuòandando verso la porta.
-Ti vergogni di me?-domandai senza pensarci e appoggiando i gomiti sul tavolo eguardandolo dritto negli occhi.
-Ti voglio proteggere, èdiverso- ammise Jorge con voce ferma e decisa facendo capire chestava dicendo la verità, per poi guardarsi attorno e sospirò. -Haidue minuti per andarti a cambiare, non farmi cambiare idea- sbuffòtoccandosi le tempie.
Io sorrisi correndo acambiarmi velocemente e tirai fuori dalla valigia la prima cosa chemi capitò: era un vestito bianco, molto estivo, dato che in Qatar sisuperavano i trenta gradi anche di sera e lo indossai abbinandolo adelle all star nere.
Mi guardai allo specchio esciolsi i capelli lasciandoli cadere lunghi sulla schiena e sorrisiandando verso mio fratello.
-Sei in ritardo di trentasecondi- disse Jorge guardandomi e scrutandomi attentamente e quandovide che ero senza trucco, sospirò sollevato -Sei semplice- continuòsistemando il mio vestito -Rimani nell'anonimato, va bene?- mi guardòprotettivo.
-Va bene, capo- annuìuscendo dal motorhome e sentì in lontananza una musica e Jorge simise i suoi occhiali da vista e scese velocemente le scale,avvicinandosi a quel suono.
Dopo pochi minuti dicamminata mi ritrovai in un piccolo piazzale con qualche tavolinooccupato da persone a me sconosciute e la musica di sottofondoriscaldava la serata.
-Vado a salutare qualcheamico- disse Jorge avvicinandosi ad un gruppo di persone sedute alcentro del piazzale e io rimasi in piedi, in disparte, a guardare lascena come una semplice spettatrice.
L'unica persona che sonoriuscita a riconoscere è Valentino Rossi, il campione italianoindiscusso di MotoGp. Chi non lo conosceva?
-Tu sei la nuova ragazzadi Jorge?- domandò una voce dietro di me e io mi girai guardando ilragazzo dietro le mie spalle e alzai un sopracciglio confusa. Equesto chi è ora? -Oh, che maleducato, io sono Andrea Dovizioso, unex compagno di squadra di Jorge- mi raccontò. In effetti, miricordavo di un italiano che correva insieme alla Ducati con miofratello, ma se non sbaglio, non si erano mai calcolati troppo.
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Si accendono i motori || Marc Marquez
ChickLitCara Alaska, Vivi questa vita. È tua e devi godertela. Corri, devi vivere questa vita correndo. Corri come non hai mai fatto prima. Sii spensierata, tu pensa a correre, a correre forte. Voglio che accendi questi motori, e vivi.