Capitolo Quindici

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Per favore non lasciarmi mai, per favore non andartene mai, io te ne darò più che mai, questo amore che provo per te è un dolore povero in me.

Non posso andarmene senza te, sei la mia vita, in eterno, in passato, in presente, in futuro, per sempre. Tu sarai la mia metà che curerò con amore e mai con rancore. Se la vita ti imporrà la felicità tu chiamami e amami come sempre ma più forte.

Piango lentamente e in mente ho un te felice che mi sorride.

Il tuo Gideon, per la vita eterna penserà solo e solo a te.
-

Mentre mia madre mi ha fatto leggere la bellissima lettera che mio papà le scrisse mi emozionai dentro, non lo volevo dare a vedere perché volevo essere forte.

È da lì capì che l'amore è più di una avventura, è più di una relazione a lunga durata che noi consideravamo per sempre solo perché fu lunga, l'amore se lo trovi è eterno pure nel breve tempo in qui lo trovi.

Mia madre venne verso di me con un vassoio di tè.
Non c'era nessuno in casa sua a parte noi, l'atmosfera era riservata solo a noi tre, me papà e mamma.

Le pareti bianche come la neve senza nemmeno una foto sembravano soffrire, la freddezza di questa casa congelava pure i cuori più caldi, pensai.

"Vedi?" Mi disse lei indicando la lettera.

Annuì semplicemente confuso e le feci una domanda.

"Se soffri tanto, perché hai divorziato da lui?" Chiesi con gli occhi fissi nei suoi.

"Ero una ragazza ingenua, ma perché sapevo già della sua malattia, e standogli vicino non volevo vederlo per poi soffrire" Disse tutto d'un fiato.

"Tu sapevi che era malato?" Gli riposi la domanda scioccato.

"Sì Leonardo, sì" Disse lei mordendosi il labbro per trattenere il dolore e guardare fuori dalla finestra.

"Mamma"

"Sì?"

"Sei stata una donna senza cuore, devo andare" Mi alzai lasciandola in un silenzio tombale nel quale nemmeno io avrei voluto essere.

Uscendo di casa mi sono imbattuto in Wan, era molto confuso nel vedermi uscire da casa sua.

"Cosa fai qua?" Chiese.

"Faccio quel che a te non interessa" Lo sorpassai ma lui mi fermò.

"Ti chiedo scusa, so che non sarà sufficiente, dimmi cosa devo fare per guadagnarmi il tuo rispetto Leo" Disse a denti stretti. La cosa che ha detto è stata sobria, ma sincera.

Pensavo ad una risposta da dargli ma non sapevo veramente cosa rispondergli.

"Non farmi più del male" Detto questo, mi girai salendo in moto per poi correre in strada, non avevo una meta precisa, ascoltavo solo il mio cuore grande e debole.

Andai in spiaggia, parcheggiai la moto e passeggiai a piedi nudi sulla sabbia guardando l'orizzonte non rendendomi conto di tutto ciò che era successo.

Il mare color grigiastro mi sfidava, il vento mi accarezzava la pelle e l'acqua gelida tale ai cuori delle persone mi bagnava i piedi facendomi venire i brividi.

Indossavo una canottiera bianca senza maniche e un paio di jeans da lavoro ormai vecchi sporchi di olio di motore.

Scrissi due tre parole sulla sabbia, nomi, paesi che mi piacerebbero vedere, solite cose insomma.

Non c'era nessuno, solo una cabina telefonica.

Pensavo che avrei potuto chiamare qualcuno, e sapevo già chi, ma ero indeciso.

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