Abbassò la maniglia e aprì la porta lentamente, magari così avrebbe fermato il tempo, sarebbe comparso qualcuno dicendo "venga con noi, la riportiamo indietro così può scegliere di cambiare le cose". L'avrebbe fatto a qualunque costo, ma non era altro che la sua fantasia.
Tenne la testa bassa fino al momento della chiusura della porta, sentiva vari suoni delle macchine li intorno, guardò nella direzione di queste alzando lentamente la testa e vide un letto, in questo c'era il suo amico, ragazzo, amante. Si bloccò, lo fissò come una valanga enorme arrivatagli addosso. Aveva attaccati molti tubi, soprattutto sul viso, aveva un cerotto sulla testa e dormiva. Guardò la stanza, grigia, come il corridoio, se l'era sempre immaginate così queste stanze.
Si avvicinò al letto lentamente sperando per la prima volta di svegliarlo. In quel momento gli venne in mente quando si addormentavano nello stesso letto esausti e il giorno dopo si risvegliavano insieme, lui stesso era sempre il primo a svegliarsi, si alzava e andava a preparare la colazione, gliela portava nel letto facendo più silenzio possibile per non svegliarlo, ora invece avrebbe voluto urlare, ma non sarebbe servito a niente comunque.
Gli arrivò davanti e continuava a fissarlo, non capiva nemmeno lui con che coraggio lo stesse facendo, sapeva solo che in quel momento tante cose gli stavano frullando nella testa. Gli stava passando tutta la vita davanti, come quando credi di stare per morire e ti vengono in mente tutte le cose belle e brutte che la vita ti ha dato. Lui non stava per morire, lui era vivissimo, ne era sicuro grazie a tutte le emozioni, se pur negative, che stava provando. Ma vedere Harry lì, rivivere il litigio di poche ore prima con lui, lo uccideva. Stava cercando di immaginarsi l'incidente, poteva vedere il ragazzo dagli occhi verdi per terra, sull'asfalto, sbalzato via dalla moto. Si stava facendo male, lo sapeva, ma non riusciva a trattenersi, era come un autolesionista in quel momento.
<< Harry >> esordì con un nodo in gola che quasi non lo lasciava parlare, sospirò e ci riprovò << Harry >>, questa volta la sua voce uscì un po' più alta.
Avvicinò la sua mano a quella del ragazzo, anche quella aveva dei tubi della flebo attaccati, gliela prese delicatamente e cominciò ad accarezzarla, la fissava, ripensava alla litigata, all'incidente, cominciava a maledire se stesso e il conducente della macchina. Gli scesero ancora lacrime e si voltò di scatto lasciando la mano, si coprì il viso con le mani e si sedette su una sedia presente accanto al letto.
Si rigirò asciugandosi il viso e, rimanendo sulla sedia, gli riprese la mano delicatamente, ricominciò << Harry, dove sei? >> non sapeva la risposta e nemmeno Harry gliel'avrebbe potuta dare. << Torna qui >> non sapeva forse quello che stava dicendo, il medico lo aveva avvisato che Harry poteva sentirlo, ma Louis non ci credeva. << Da me, da noi >> gli scesero inevitabilmente altre lacrime.
Harry lo stava sentendo, non sapeva dove fosse in quel momento, era tutto nero. Sapeva che non era a casa, poteva anche essere un incubo, ma non riusciva a svegliarsi, sentiva tutto, ma non riusciva a parlare, sapeva che Louis lo stava aspettando, ma non riusciva a reagire. Avrebbe voluto stringergli la mano e urlare << Louis ti sento, sono qui, vicino a te, portami via >> non immaginava che aveva delle macchine che lo stavano aiutando, il suo cervello non riusciva più a comandare su di lui, se lo avesse portato via sarebbe morto.
Louis rimase in silenzio per molto e se non ci fosse stato il contatto tra le loro mani Harry si sarebbe sentito abbandonato. << Scusa >> sentì il ragazzo sdraiato << Scusami, Harry >> non poteva fare a meno di ascoltare la voce tremante del suo ragazzo << Se..se fossi stato più coraggioso... tu lo dicevi ad ogni nostra litigata, mi facevi sempre presente che non sono coraggioso >> fece una paura << Non sono affatto coraggioso, hai ragione, se lo fossi stato adesso tu saresti con me, mano nella mano. >>.
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Upwind {~Larry~} [Completa]
Fanfiction"Harry, lasciami amarti come se non ci fosse un domani. Torna da me, ti prego."