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Proseguo per ore ed ore, imboccando qualsiasi strada mi si pari davanti,senza far troppo caso a dove mi avrebbe portato.
Ad un certo punto inizio a sentire la stanchezza, forse era la mancanza di sonno o semplicemente le troppe sigarette giornaliere che mi portavano ad avere il fiatone sempre più spesso.
Arrivo alla fernata dell'autobus ,in attesa del primo pullman notturno.
Dopo circa una mezz'ora, finalmente l'autista decide di fermare il proprio mezzo per farmi salire.
Salendo non posso far altro che incontrare nuovamente una folla di volti stanchi e grigiastri Tinti dal rosso dell'insegna al neon del negozio sul lato opposto della strada.
Prendo posto infondo al bus, accomodandomi sui sedili più isolati, quelli che nessuno sceglie perché troppo lontani dalle uscite.
Alla gente non piace faticare, Alla gante non piace dover camminare per raggiungere l'uscita.
La mia attenzione è rivolta ai visi che salgono e che scendono in modo meccanico dal mezzo ; su di loro, riflessi rossi,blu, verdi .
