3. La Rapina

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▶️ Bruno Mars - Grenade

Si sa, sono cose che capitano, capita a così tanta gente ma non si pensa mai possa capitare a se stesso. È questo l'atteggiamento che usiamo tutti e che ho usato anch'io. Così quando è capitato anche me, mi ha trovata impreparata e senza nulla da dire. Quando mi fu diagnosticato un tumore ascoltavo il dottore come se la cosa non mi riguardasse. Mi disse che ero affetta da un tumore, che ad essere sincera lì per lì non sapevo nemmeno cosa fosse. Ascoltavo ma senza capire con precisione le sue parole. Poi quando mi è stata detta la parola chemio, e mi è stato spiegato cosa avrei dovuto affrontare ho iniziato a realizzare di quanto la cosa fosse seria e forse preoccupante, ma mi continuava ugualmente a ripetere queste parole: "ti assicuro che guarirai al 100%". Mi fu detto che non sarei potuta uscire o vedere molte persone, che i miei capelli sarebbero caduti... e insieme ai miei capelli sentii cadere tutta la mia vita.
Di nuovo.

Parte prima

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Parte prima

Eisel

La mattina successiva, mi alzai controvoglia dal comodissimo letto, in cui avevo dormito beatamente per tutta la notte. Calzai ai piedi le mie adorabili pantofole di un arancione acceso, dirigendomi a passo lento in direzione delle tende, che coprivano le vetrate della porta, che davano alla terrazza di camera mia.

Socchiusi gli occhi, non appena scostai le tende di lato, sentendo i primi raggi di sole, colpire le mie iridi castane attraverso la vecchia montatura dei miei occhiali da vista.

Feci scivolare la porta scorrevole di lato, lasciando che il venticello fresco mi avvolgesse completamente. Una volta uscita nella terrazza, ammirai - con grande piacere - le prime luci dell'alba, beandomi la vista dei giochi di colori meravigliosi, che si stavano formando nel cielo.
Un quadro dipinto da Dio.

Nonostante fossero ancora le prime ore del giorno, sentivo - in lontananza - già il rumore del traffico mattutino delle strade, probabilmente già sovraffollate dalle automobili e dai rumorosi - se non innumerevoli- taxi gialli.

Di certo, non ci si poteva aspettare nient'altro dalla Grande Mela instancabile.

Respirai ancora quell'aria meravigliosamente fresca - per diversi minuti - innondando i miei polmoni con una grande quantità di ossigeno, preparandoli alla giornata che mi aspettava.

Avevo in mente i buoni propositi di andare a ritirare gli orari scolastici alla Columbia e di iscrivermi ai nuovi corsi pomeridiani ed extra scolastiche, che sarebbero iniziati fra meno di qualche giorno.

Se mi intimoriva ritornare fra quelle mura?
Tantissimo. Ma non potevo tirarmi indietro dopotutto quello che era successo, meritavo di poter ricominciare. A testa alta, senza rimpianti. Meritavo di avere un nuovo inizio.

Perché li dentro non avevo fatto alcun errore, non ero io quella sbagliata, non ero io ad essere in torto. L'unica cosa che avrei voluto evitare di fare in quella scuola, era metterci il cuore nelle cose e soprattutto nelle persone. Non tutti se lo meritavano, ma tutti si erano presi un pezzetto sgretolando - senza un briciolo di rimorso - ciò che era rimasto di me.

113 ragioni per amarti | Noah CentineoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora