Il giorno dopo mi svegliai di soprassalto dopo un incubo riguardante Luke, Liam e Jason.
Nel sogno avevano delle tute rosso acceso e il viso coperto da un passa montagna, rapivano me, Abby e Maryl, ci legavano a delle sedie in uno scantinato e uno dei tre puntava la pistola verso Abby poi si tolsero la maschera e vidimo che eravamo loro, ma ormai era tardi, non potevamo strillare, ne muoverci e poco prima che sparassero ad Abby mi svegliai con la fronte sudata e un gran mal di testa.
Guardai l'orario sulla sveglia, le 8:00! Cavolo ero in ritardo! Non posso credere che avrei fatto ritardo il primo giorno, già immaginavo la faccia e il commento che avrebbe fatto quel damerino, di cui ancora non conoscevo il nome. Mi sbrigai a farmi la doccia, la piastra ai capelli e a scegliere un outfit. Indossai delle cose semplici:Dei Jeans neri, strappati sulle ginocchia, delle converse nere, una maglia rossa, inforcai i miei occhiali neri (che non mettevo spesso, ma magari in questa occasione mi avrebbero dato un aspetto più serio), alla fine presi uno zaino nero, salutai Sarah dopo averle fatto fare colazione e uscii di casa.
Mentre ero per strada scrissi un messaggio ad un gruppo che aveva creato Maryl, di cui facevamo parte io, lei e Lilith, si chiamava "Paranoid" l'aveva creato per parlare delle nostre paranoie, che non ci abbandonavano dal giorno prima, Abby non era nel gruppo, era troppo presa da Jason, il pomeriggio precedente erano stati appiccicati per tutto il tempo.
"Ciao ragazze, come va? Già in piedi, io sto andando a lavoro, sono già in ritardo il primo giorno!" Non risposero subito, ma non mi preoccupai perché sapevo che Maryl era spesso impegnata con il suo lavoro come modella e Lilith era sempre occupata con i saggi da scrivere per l'università.
Continuai a seguire le indicazioni che mi scrisse quel canadese dalla faccia tosta e dopo un po', con l'ausilio di Google maps riuscii a giungere a destinazione, alle 8:30.
"Sei in ritardo." Mi disse brusco avvicinandosi a me non appena mi vide.
"Mi scusi, ma è difficile arrivare in orario dall'altra parte di New York camminando, soprattutto se la sveglia non suona in tempo" dissi rispondendo a tono. Mi allungò un grembiule con su scritto il nome del bar "Werther up", e disse "Sai cucinare?"
"Sì!" Risposi secca
"Sai preparare il cappuccino, il caffè e..."
"Si!" Lo interruppi
"Bene, allora vai al bancone e prendi le ordinazioni" disse con tono più gentile.
"Ah e a proposito, il mio nome è Andrew, Andrew Harris." Disse accennando quello che avrei giurato fosse un sorriso.
"Elizabeth Wilson, per gli amici Eliza".
Fu allora che mi soffermai un po' di più a guardarloAveva sempre gli stessi capelli ricci e neri della prima volta che l'ho visto, aveva la mascella un po' scavata ma irresistibile, le labbra grandi, ma non troppo, era alto e aveva sempre lo stesso sguardo magnetico, con quegli occhi verdi che ti rapivano e ti attraevano come fossero due calamite verdi e brillanti. Era proprio bello, cosa dico bello, bellissimo.
"Cosa c'è? Vuoi una foto, dura di più te lo assicuro" Disse riportandomi alla realtà, io arrossì subito come un pomodoro, era il ragazzo più bello che abbia mai conosciuto, ma Dio se era arrogante. Con uno come lui non sarei nemmeno uscita per un caffè.
Andai dietro al bancone e mi allacciai il grembiule dietro la schiena, e iniziai a pulire delle tazzine sporche appoggiate lì sopra al bancone, poi aspettai che arrivassero dei clienti, aspettai a lungo, era una giornata tranquilla, aspettai ancora ed ad un tratto si palesò Andrew, portando con se il suo fisico scolpito e il suo caratteraccio.
"Ancora nessuno?" Chiese, stranamente con voce calma
"No, nessuno" dissi anch'io tesa sul bancone.
"Ehy tesoro, rilassati, non essere tesa, cosa ti turba?" Chiese
"Tesoro?" Pensai tra me e me "ma per favore..."
lo guardai con occhi come per dire "ma fammi il favore" e mi accasciai senza rispondergli
"Andiamo, guarda che puoi dirmelo, non ti mangio mica" Disse per poi ridere.
Mi lasciai andare e glielo dissi "Sono preoccupata, devo mantenere me, il mio cane, il mio cavallo, ripagare la tua auto, e pagare le rate universitarie e le bollette del mio appartamento, e come se non avessi ." dissi con occhi tristi
"Beh hai un lavoro adesso, se ti comporterai bene potrei anche darti un aumento!" Disse sorridendo
"Non fa ridere...scommetto che non hai mai avuto problemi di questo tipo, ho visto l'auto che guidava"
"In realtà si, ne ho avuti di peggiori miss" disse e poi mi fece l'occhiolino
"Come mai sei venuto qui a New York da Toronto?" Domandai curiosa.
"Non posso dirtelo, non ora comunque.." Disse "E tu? Sei di qui immagino, dove studi?" Chiese lui a sua volta.
"Alla Columbia University, frequento la facoltà di psicologia, sono al secondo anno"
"Hai 22 anni?" Mi chiese
"No, 20" Risposi "E tu?"
"2o anch'io, in realtà 21, tra qualche giorno"
Stavamo parlando allegramente e per un momento pensavo che sarebbe potuto anche essermi simpatico, ma il sogno venne infranto da una ragazza che entrò nel bar e ordinò un cappuccino e un cornetto a portar via.
Andrew mi guardò come per dire "mi dispiace, alla prossima chiacchierata" e disse "vado nella stanza affianco" per poi svanire dietro una porta nera.
Preparai il cappuccino e il cornetto, li misi in un sacchetto e li consegnai alla ragazza cercando di essere il più gentile possibile e non far trasparire la mia voglia di ucciderla.
La ragazza ringraziò e andò via, dopo di lei ci furono altri quattro clienti prima dell'ora di chiusura e Andrew non si fece vivo prima dell'una e tornò a quell'ora solo per dirmi che potevo andare dato che avevo finito il turno. Ci salutammo amichevolmente, come si saluta un vecchio amico e andammo a casa, ero felice del fatto che andavamo più d'accordo del previsto.
Nel frattempo presi il telefono dalla tasca e notai una marea di messaggi dal gruppo con Maryl e Lilith.
Cercai di leggere tutti i messaggi, finché un messaggio di Lilith non mi risaltò agli occhi: "Cioè non ci credo, si conoscono da un giorno e si sono messi insieme" si riferiva a Luke ed Abby, nella mia testa c'erano un milione di pensieri e paranoie che ancora una volta non riuscivo a scacciare, anche quando tornai a casa ero sommersa dagli stessi pensieri, insomma come puoi fidanzarti con un ragazzo APPENA conosciuto, forse era solo invidia, perché lei era riuscita a innamorarsi di un ragazzo che conosceva da 32h e io non riuscivo a innamorarmi nemmeno di persone che mi hanno letteralmente donato il loro cuore, che conoscevo da anni.
Il resto del pomeriggio fu abbastanza noioso quindi verso sera decisi di prendere Sarah e andare a passeggiare, pensavo ancora ad Abby e Luke quando andai a dosso a qualcuno "O mi scusi, davvero mi scusi tanto" dissi con la testa bassa. "Ehy Eliza, ormai sbatti contro di me ovunque, non è che mi stai seguendo?" Disse ridendo.
"No ovviamente no.." dissi arrossando e iniziando a parlare velocemente per l'ansia ma venni interrotta
"Ehy tranquilla ahahah, ti verrà una sincope se continui ad agitarti!"
Lo guardai e smisi di parlare, lo vedevo sempre più bello ed ebbi un tuffo al cuore.
"Se ci conoscessimo meglio davanti un caffè? Piuttosto che sbattendo in macchina o per strada?" Disse lui sorridente
"Si okay..certo!" Dissi prima timida poi più entusiasta.
Poi dopo aver accettato l'invito lui promise che mi avrebbe fatto sapere il giorno, l'ora e il posto e mi salutò amichevolmente.
Tornai a casa piena di pensieri ma felice, tremendamente felice, non mi capitava da moltissimo.
Quella sera raccontai l'accaduto a Maryl e Lilith, certo anch'io conoscevo Andrew da un due giorni, ma lavoravo per lui e si trattava solo di conoscerlo meglio, non era di certo un invito a nozze.
Il resto della serata passò velocemente tra un film su Netflix e popcorn.
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Paranoid (Eliza's pov)
Mystery / ThrillerLa storia di come la vita di una ragazza (e delle sue amiche) che non riusciva ad innamorarsi cambiò radicalmente dall'incontro con tre ragazzi. ~~~~~~~~~~~~~~~~ "Sul serio non ti sei mai innamorata?" Disse lui "No, mi sono innamorata e come, ma ci...